Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai carabinieri della Sezione operativa del Norm di Mazara del Vallo e della Stazione di Campobello di Mazara, nel Trapanese, che hanno consentito di fare luce su una violenza sessuale ai danni di una ragazza durante una festa privata organizzata dai suoi stessi “aguzzini”.
Tutto è cominciato poco più di due mesi fa, quando l’8 febbraio la giovane, una studentessa di appena 18 anni, ha deciso di rompere il silenzio rivolgendosi ai Carabinieri, raccontando che pochi giorni prima era stata invitata ad una festa all’interno di un’abitazione estiva in località Tre Fontane del Comune di Campobello di Mazara. La ragazza, rassicurata dalla presenza di due suoi “amici di vecchia data” – (oggi agli arresti domiciliari) e ingannata dagli altri due (attualmente in carcere) poichè convinta che ci sarebbero state altre ragazze, ha accettato di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere una semplice “mangiata” tra amici.
Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane avrebbe avuto un rapporto sessuale consenziente con uno dei ragazzi all’interno di una stanza posta al piano superiore dell’abitazione. Tuttavia, pochissimi istanti dopo l’inizio del rapporto, il giovane non avrebbe esitato ad invitare gli altri amici; sebbene il ripetuto diniego della giovane, i ragazzi agendo secondo la “logica del branco”, avrebbero approfittato della inferiorità fisica e psichica della vittima. Neppure le urla di aiuto avrebbero fatto desistere gli indagati. Sul corpo della ragazza sarebbero stati riscontrati lividi e contusioni dovuti ai suoi vani tentativi di sottrarsi alle violenze, che sarebbero proseguite tra le risate compiaciute di tutti i presenti.
Quella stessa sera hanno avuto inizio le attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati.
Al fine di consentire la prosecuzione delle attività investigative in itinere il gip del Tribunale di Marsala, condividendo quanto sostenuto dall’accusa, ha inteso adottare misure cautelari che tenessero conto delle diverse condotte degli indagati evidenziando “il pericolo di inquinamento probatorio, l’alta probabilità di reiterazione del reato in considerazione della presunta pericolosità sociale e dalla personalità dei giovani accusati – emerse durante la fase preliminare d’indagine”.
(ITALPRESS).