Nella prima parte dell’anno le dimensioni della salute, delle relazioni familiari e amicali o del tempo libero, valutate nei 12 mesi precedenti, hanno continuato a soddisfare e gratificare quote elevate di popolazione. Il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza delle persone, ma è peggiorato tra i lavoratori autonomi. Emergono segnali di criticità per la situazione economica familiare: sale dal 25,7% al 29,1% la quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019. Il 44,3% le persone che dichiarano un’elevata soddisfazione per la loro vita.
Rispetto agli anni precedenti, in generale la crescita della soddisfazione ha riguardato gli occupati, con l’eccezione dei lavoratori in proprio. A livello territoriale, il Nord presenta la quota più alta di coloro che dichiarano un voto compreso tra 8 e 10 rispetto alla soddisfazione per la vita (48,3%), il Centro una quota intermedia (42,7%) e il Mezzogiorno la quota minore (39,8%). Nel 2020, l’89,7% delle persone di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo. Solo una quota residuale, l’1,5%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. L’impatto iniziale della pandemia non incide sulla soddisfazione per la salute. Sul proprio stato di salute l’81,6% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti). Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (56,9%).
La maggioranza delle famiglie giudicano invariata la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (62,8%), tuttavia si registra un calo della percezione di stabilità (65,2% nel 2019) e un aumento di quella di peggioramento (29,1% rispetto a 25,7% del 2019). I dati del 2020 mostrano come la cautela sia ancora l’atteggiamento prevalente. Alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 75,3% delle persone risponde che “bisogna stare molto attenti” mentre il 23,2% è orientato a un atteggiamento di fiducia.
(ITALPRESS).