Nella maggioranza dei casi le alterazioni del sonno si traducono nella perdita del riposo notturno, con conseguente senso di malessere psico-fisico al risveglio e anche comparsa dell’eccessiva sonnolenza diurna (ESD), cioè l’incapacità di rimanere svegli in maniera appropriata durante il giorno.
L’ESD peggiora la qualità della vita e la produttività dei pazienti che ne sono affetti: negli adulti l’eccessiva sonnolenza diurna aumenta il rischio di incidenti stradali, domestici o lavorativi, mentre nei bambini ostacola l’apprendimento e la socializzazione.
L’eccessiva sonnolenza diurna è spesso associata a due patologie fortemente sottostimate e spesso non diagnosticate correttamente: la narcolessia e le apnee ostruttive del sonno (OSA).
I numeri parlano chiaro, basti pensare che le apnee ostruttive del sonno colpiscono circa 1 miliardo di persone nel mondo. In Italia circa 7 milioni di soggetti soffrono di almeno 5 apnee per ora di sonno, mentre nella popolazione di età compresa tra 30 e 69 anni, sono 4 milioni quelli con più di 15 apnee per ora di sonno. In età pediatrica l’incidenza è del 5%. La narcolessia invece, una malattia rara di difficile diagnosi, colpisce 4-5 persone ogni 10.000 abitanti, per un totale di circa 27.000 pazienti stimati in Italia. Tuttavia sono appena 2.500 quelli attualmente in cura per una diagnosi corretta di narcolessia.
“I disturbi del sonno – afferma il professor Gioacchino Tedeschi, presidente della SIN – Società Italiana di Neurologia – impattano sull’esistenza degli individui, peggiorandone la qualità di vita. Tali disturbi possono essere derivati da vere e proprie patologie, alcune delle quali non adeguatamente riconosciute e diagnosticate come le apnee ostruttive del sonno (OSA) e la narcolessia. Al di là delle conseguenze sul piano fisico, con mal di testa, senso di spossatezza, occhi gonfi e sul piano psichico, tra cui ansia notturna, irritabilità e nervosismo diurni, stress e tensione – continua Tedeschi – questi disturbi risultano interferire pesantemente con la sfera socio-relazionale delle persone, sia in ambito lavorativo, con calo delle performance e scarso rendimento, sia sia in ambito familiare e affettivo, con conseguente senso di insoddisfazione, frustrazione, insicurezza, isolamento e senso di colpa”.
(ITALPRESS).