Oggi ad Oristano, in occasione della ricorrenza dei 140 anni dell’inaugurazione della statua di Eleonora D’Arborea, a causa della pandemia, ha avuto una celebrazione ben più modesta di quella svoltasi per l’inaugurazione. In quella occasione, invece si svolsero in città tre giornate di festeggiamenti dal 22 al 24 maggio 1881.
Per tale evento si tennero grandiose manifestazioni di ogni genere e arrivarono in città quasi ventimila persone.
Il 22 maggio, giorno dell’inaugurazione, Oristano con tutte le strade addobbate a festa e infiorate, fu invasa da una moltitudine di persone sin dalle prime luci dell’alba.
La cerimonia andò abbastanza per le lunghe e il pranzo di gala per le autorità e gli invitati di riguardo, iniziò solo intorno alle sedici del pomeriggio.
A preparare il banchetto fu chiamato Luigi Caldanzano, che dall’ottobre 1877, aveva aperto, il più lussuoso albergo con ristorante di Cagliari, La Scala di Ferro, che gestì sino al 1893, anno in cui la struttura finì all’asta e venne rilevata dall’ingegner Fulgenzio Setti. Il nuovo proprietario ristrutturò e abbellì l’albergo e lo dotò pure di uno stabilimento balneare, con acque termali, trasportate coi carri direttamente da Sardara.
Il sontuoso pranzo per 142 persone, era stato allestito a spese del Municipio di Oristano e tra le pietanze che il Caldanzano aveva inserito nel menu, c’erano le seguenti portate: Consommé al tapioca; Granelli di montone e zucchette; Aragosta con la maionese; Filetto di bue al Madera con purè; Vulvas di piccioni; Lombo di vitello di Oristano; Asparagi al gratin; Ciliegie allo spirito; Punch alla romana (metà gelato all’ananas, metà gelato all’arancia, mischiati con albume d’uovo a neve, champagne, rhum e maraschino); Gelati; Gateau e dolci assortiti; Frutta e formaggio; Vini diversi e liquori.
Rallegrò il banchetto la musica della banda del 52° Reggimento Fanteria, che era stata sistemata in un cortile interno del Seminario, dove pare che avvenne il ricevimento. Alla fine del pranzo, cominciarono i discorsi, alla quale parteciparono una ventina di illustri oratori dell’epoca. Le cronache dicono che nell’intervallo tra un discorso e l’altro, fu servito anche lo champagne.
La cerimonia di oggi, invece, si è svolta nella Sala degli Evangelisti a Palazzo degli Scolopi, seguita dalla posa di una corona di fiori ai piedi del monumento, a conclusione di un mese dedicato ad Eleonora. Gli eventi, voluti dalla Giunta Lutzu, programmati dall’Assessorato alla Cultura e dalla Fondazione Oristano, sono iniziati con la mostra itinerante “OMAGGIO A ELEONORA” e l’affissione per le vie cittadine di immagini e disegni, storiche e recenti, del monumento a Eleonora d’Arborea. Contemporaneamente spazio alle immagini originali della statua su un gruppo dedicato su Facebook e i disegni degli studenti delle scuole oristanesi. A seguire la presentazione libro “Il monumento ad Eleonora d’Arborea” di Luigi Piredda e all’Antiquarium Arborense l’apertura della mostra documentaria “Il monumento ad Eleonora d’Arborea” e l’incontro sul tema “Eleonora d’Arborea. Non è detta l’ultima parola” con Bianca Pitzorno.
Oggi il clou delle celebrazioni (trasmesse sul canale youtube di Museooristano) nella sede istituzionale più importante della città, la sala dove si riunisce il Consiglio comunale, la cerimonia moderata da Francesco Obino e intervallata dai contributi di Gianfilippo Uda, Annalisa Torchia, dei Cantori di Eleonora e del coro Sa Pintadera, ma anche dall’attivazione di un ufficio postale con annullo speciale celebrativo.
Ad aprire la cerimonia il Sindaco Andrea Lutzu: “Il 140° Anniversario della posa del Monumento riassume in modo formidabile la storia, l’identità e il sentire della città. Le celebrazioni, inevitabilmente ridotte e contingentate causa Covid, suggellano simbolicamente, con gioiosa sobrietà, rigore storico e sincero riguardo, la memoria incarnata da Eleonora d’Arborea, nell’anniversario di un evento memorabile. Un evento che ha connotato una volta per sempre, nel 1881, la Città e la piazza che accomuna noi tutti. La passione, che allora contraddistinse quanti vollero celebrare la Giudicessa, oggi è anche la nostra: non solo perché intravvediamo in queste giornate i segni di una ripresa lungamente attesa, ma soprattutto perché il sentimento di orgoglio – vissuto 140 anni or sono – ci incoraggia ad essere fieri di un memorabile passato”.
Ricordando l’opera di Eleonora, il Sindaco Lutzu ha citato la Carta de Logu: “A comprovare il suo talento giuridico e amministrativo è il Codice di leggi che ancora sorprende giuristi e studiosi, archivisti e scrittrici, per le peculiarità che lo caratterizzano. In Eleonora vive non solo la valorosa eroina, ma piuttosto quanto fece una personalità speciale come la sua. Fu al passo con i grandi pensatori d’Europa; attenta alle esigenze del suo popolo; sensibile ai diritti delle donne – e non solo degli uomini – della sua terra, capace di percepire la realtà e la politica con l’opportuna temerarietà, dentro e ben oltre i confini dell’isola e della sua Corte”.
L’importanza della ricorrenza è stata sottolineata anche dal Prefetto Fabrizio Stelo: “È bello vedere una città che festeggia una donna, ma anche la statua che ricorda quella donna. È il segno del legame che esiste tra la comunità e la Giudicessa, ma anche del valore storico di Eleonora d’Arborea”.
“Molti sono gli aspetti che si evidenziano ripercorrendo le vicissitudini del monumento ad Eleonora, che per un quarto del XIX secolo hanno coinvolto Oristano – ha detto Gigi Piredda autore del libro di prossima uscita dedicato al monumento ad Eleonora d’Arborea – La chiara collocazione politica di tutti i suoi protagonisti (il liberalismo cattolico), l’evidente progetto ideologico e identitario che vi è alla base, la chiara ed evidente connotazione laica di questa iniziativa che si innesta in quel concetto di modernità ottocentesca che vede protagonista la borghesia e la sua elite, il forte senso di partecipazione popolare, che include tutti gli strati sociali, il mondo dell’istruzione e quello organizzato con la Società operaia di Mutuo Soccorso la comunanza ideale e fattiva con gli avvenimenti del Risorgimento e del neonato regno d’Italia. Eleonora è, nell’idea del De Castro, del comitato e quindi della municipalità che lo ha voluto, un ricordo di una ritrovata memoria collettiva, un simbolo di libertà, una speranza per la città, per la Sardegna. Ma in un livello più profondo, che trascende il fatto storico e la memoria documentaria, più intimo e più attinente al modo di sentire di questi uomini e donne di oltre 150 anni fa si avverte fortissimo: il senso di appartenenza alla città di tutti i protagonisti che hanno partecipato a questa avventura”.
Maria Pia Ercolini, Presidente dell’Associazione Toponomastica Femminile, ha sottolineato come da Oristano sia partito un esempio straordinario: “Su 100 strade intitolate agli uomini, solo 7 sono intitolate a donne. Questa è una grave pecca. Oristano, invece, ospita la prima statua dedicata a una donna, ha strade e piazza che riportano il suo nome. È un segno di civiltà e di cultura, ma anche il segno della grandezza del personaggio a cui la nostra associazione ha voluto riservare un importante spazio per il mese di maggio, nel progetto Calendaria dedicato alle donne europee illustri”.
“Da 140 anni la statua di Eleonora domina la Piazza della Città – ha evidenziato l’Assessore alla Cultura Massimiliano Sanna -. L’attuale Piazza Eleonora altro non è che l’antica Piazza della Città, così chiamata sin dal XVI secolo, in quanto posta di fronte all’antico Palazzo di Città. Ad Oristano, un evento di rilevanza nazionale, celebrò esattamente 140 anni fa l’inaugurazione di una statua, dedicata ad una donna, che per la sua grandezza, venne elevata e proposta a simbolo non solo della Sardegna, ma dell’intera neonata nazione italiana. Il concepimento dell’idea della statua dedicata ad Eleonora, alla regina, alla legislatrice, alla guerriera ed alla madre, avviene nel seno dell’Assemblea civica cittadina e si nutre del clima romantico che pervade Oristano, cittadina del Regno di Sardegna, che sperimenta nel 1858, il primo decennio dalla perfetta fusione, avvenuta nel 1848. L’inaugurazione del monumento si svolgerà in un’atmosfera nuova, esattamente vent’anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Dallo studio approfondito dei documenti e dalle osservazioni proposte dallo studioso oristanese Gigi Piredda, illustrate nella pubblicazione da noi fortemente voluta e presentata proprio in questi giorni per celebrare l’evento, emerge chiaramente la profonda sensibilità e consapevolezza culturale della classe dirigente oristanese, che in quegli anni lavorò con vera passione e, nonostante le gravi difficoltà anche economiche, si adoperò per la realizzazione di quest’opera”.
“Eleonora, espressione di una stagione unica della storia delle istituzioni medievali della Sardegna, per la sua caratura politica e morale poteva rappresentare il simbolo di una dignità, di una forza di spirito e di una ricchezza di valori che doveva essere affermato e offerto come emblema della sardità agli occhi dell’intera nazione – ha proseguito Sanna -. Oggi, a distanza di quasi un secolo e mezzo, questa consapevolezza è più forte che mai. Queste celebrazioni intendono ribadire l’attualità di quel messaggio e la matura consapevolezza di questa Amministrazione, che sin dalla sua prima dichiarazione d’intenti, ha voluto investire e puntare sul valore della storia, della cultura, della tradizione del popolo sardo ed oristanese in particolare”.
“Oggi – ha concluso l’Assessore Sanna – ricordiamo un grande giorno per la storia della città, una giornata che racchiude in sé numerosi messaggi, fatti di consapevolezza e di speranze, di progetti realizzati e di attese, e noi, in questo momento che più di ogni altro sa di difficoltà ma anche di ripartenze, continuiamo ad investire e credere sull’ingente patrimonio della nostra cultura, convinti che possa essere davvero un punto di forza per lo sviluppo economico delle nostre imprese e della nostra città oltre che rappresentare una vera ricchezza nel cuore di ciascuno di noi”.
Il gruppo Tamburini e Trombettieri della Pro Loco di Oristano ha accompagnato l’uscita dal Palazzo degli Scolopi delle autorità e la posa di una corona di fiori ai piedi del monumento.
Gian Piero Pinna