I 26 siti archeologici di Ferentino di più epoche
Press Tour nella città antica con archeologi e rappresentanti della Soprintendenza
Santanastasio (Pres. Naz. Archeoclub): “Daremo la possibilità di vedere l’Italia non vista, mai mostrata e lo faremo in compagnia di archeologi e dei rappresentanti della Soprintendenza”.
I 26 siti archeologici di Ferentino di più epoche: il circuito murario di 2,4 Km risalente ai Pelasgi, civiltà fiorita quasi 1000 anni prima di Roma o Ciclopi per le enormi dimensioni dei massi, ma anche il Mercato Romano, il Teatro Romano, affreschi e mosaici nelle antiche Chiese e ancora la Domus Romana
Ribezzo ( Pres. Archeoclub Ferentino) : “Entreremo nel Teatro Romano oggetto di uno dei 5 progetti di restauro nazionali. Vedremo il programma alimentare messo in campo dall’Imperatore Traiano per tutelare il futuro dei bambini. Entreremo nella Domus Romana di epoca Repubblicana ed ancora nel Mercato Romano”.
Tutto pronto per il Press Tour : 30 Maggio Press Tour per visitare un Eco – Museo città laboratorio della Rinascenza: Ferentino!! A due passi da Roma entreremo in una Domus Romana
Si partirà da Roma accreditate testate internazionali!
” Daremo la possibilità di vedere l’Italia non vista, mai mostrata. Il 30 Maggio a Ferentino, città dai 26 siti archeologici, laboratorio della rinascenza, entreremo nell’Acropoli. Un meraviglioso Press Tour mai organizzato prima con ingresso al Mercato Romano risalente al II – I sec. a.C. e dunque un sito di circa 2200 anni fa e ancora il Teatro Romano del periodo Traianeo del II sec. d.C. che sarà oggetto anche di uno dei più importanti progetti di restauro in Italia ed ancora la Porta Montana ricostruita nel XVIII secolo, il Palazzo dei Cavalieri Gaudenti del 1249, il Percorso di Marianna Dionigi, orto del Vescovo, l’Avancorpo dell’Acropoli di epoca Sillana tra il 100 e l’80 a.C. ed in particolare l’Acropoli ancora del II – I sec. a.C. per poi ammirare il Duomo datato XIII sec., la Porta Portella del XIII sec., la Grangia Cistercense di Ferentino del XII sec. d.C. ma anche Santa Maria Maggiore del XIII sec., gli Archi di Casamari di epoca tra il II e l’I sec. a.C. e lo faremo in compagnia di archeologi e dei rappresentanti della Soprintendenza.
Vedremo il Percorso delle Mura Poligonale, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, la Porta Sanguinaria. Scenderemo nella Cripta di S.Lucia del II sec. d.C. e ammireremo anche Porta Sant’Agata e Porta Stupa. Sarà un Press Tour importante in un luogo della rinascenza per il rilancio del Patrimonio Culturale, del turismo lento anche in ottica di Recovery Fund. Abbiamo accreditata la stampa internazionale proveniente da numerosi Paesi e la stampa nazionale e locale”. Lo ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia, alla vigilia dell’importante Press Tour che si terrà a Ferentino, nel Lazio, Domenica 30 Maggio.
Accreditata la stampa di tutto il Mondo anche perché si entrerà in siti mai mostrati e visitati e di notevole interesse culturale.
Il tutto partendo da Roma!
“L’Acropoli di Ferentino è un’opera prettamente romana che si presenta come una spianata rettangolare sorretta da possenti mura. Sul lato sud-ovest sporge un avancorpo, notevole, nonché singolare opera di ingegneria ed architettura romana. Essa, oltre ad essere un luogo di osservazione militare – ha dichiarato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino – era anche un luogo di difesa. Questa Acropoli risale all’età sillana tra il 100 e l’80 a.C ed è contemporanea alla costruzione del Mercato Romano coperto che visiteremo.
Vedremo le Mura Poligonali quelle della prima cinta e quelle a sostegno dell’acropoli. Esse sono tra le più importanti testimonianze archeologiche di Ferentino. E’da notare il possente circuito murario che si snoda lungo un percorso di circa 2,4 Km. ed è da sempre legato alla terminologia dei mitici Pelasgi (civiltà fiorita quasi 1000 anni prima di Roma) .
Imponenti nel loro avvincente aspetto, le mura pelasgiche in opera poligonale destano meraviglia e perplessità riguardo la loro origine. Costruite con una pietra chiamata calcare dell’Appennino, biancastra, scabrosa, poco duttile allo scalpello, nota agli antichi con il nome di silex, le mura sono addossate al taglio del colle e presentano massi squadrati poco rifiniti in superficie e legati tra loro mediante tasselli di schegge usati per riempire gli interstizi.
Nella suddetta cinta muraria si possono distinguere tecniche varie: poligonale di differenti maniere ed opera pseudo-isodoma (impiego di blocchi parallelepipedi di dimensioni non costanti, cosicché il loro assestamento avviene sempre per linee orizzontali, ma secondo piani spezzati); nella parte inferiore i massi sono incastrati tra loro senza malta (IV sec. a.C); nella fascia mediana i massi sono più regolari (opera quadrata del II sec. a.C); la terza fascia, invece, risale al periodo medievale”.
Ferentino è un laboratorio che abbraccia epoche e culture diverse. Vedremo il Palazzo dei Cavalieri, residenza di frati cavalieri detti Gaudenti, il cui ordine fu istituito da Papa Urbano IV (1261-1264) per la difesa della religione e del buon vivere civile.
L’Ordine Militiae Marie Gloriosae è stato chiamato negli anni in molti modi:
Frati Gaudenti, Frati della Beta Gloriosa Vergine Maria, Cavalieri della Milizia della Beata Vergine Maria Gloriosa e Cavalieri di Santa Maria . Il nome “gaudenti” sembra derivasse dei “sette Gaudi di Maria” che erano anche alla base del rosario francescano, detti anche “Misteri Gaudiosi.
La città dei ponti e delle porte: “A Ferentino vedremo il Ponte Sereno del 260 d.C o forse di origine ancora più antica. È costituito da otto archi a tutto sesto con raggio di curvatura molto ampio. Le basi dei pilastri sono in opera poligonale. Probabile ponte di collegamento tra Ferentino – ha affermato Ribezzo – Fumone e Alatri. Si può vedere e varcare Porta Casamari.
Sembra che la realizzazione di questa porta si debba far risalire al tempo di Silla (II-I sec. a.C.), quando vennero effettuate altre opere di difesa sull’Acropoli e di abbellimento della città. Il nome di Porta Casamari (in quanto conduce verso l’Abbazia di Casamari), insieme a quello dell’omonima via, sostituì quello di Porta Maggiore certamente in occasione della venuta a Ferentino dei Cistercensi di Casamari e della costruzione, da parte dei medesimi, di una Grangia e della vicina chiesa di Santa Maria Maggiore.
Essa è la tipica porta di difesa romana, come Porta Sanguinaria e non presenta traccia di ornamentazione e di decorazione, come si nota nelle altre due porte: Montana e Sant’Agata che, sorte anch’esse con intento difensivo, furono trasformate, in seguito, e arricchite dal sistema a bugnato.
La porta è costruita in opera quadrata con due archi a tutto sesto in conci radiali disposti a doppia ghiera che si innestano perpendicolarmente al muro di cinta secondo il sistema difensivo delle omeriche Porte Scee o Sinistre.
Le porte sinistre facilitavano la difesa della città da parte dei militi arroccati sulle mura che costeggiavano la strada di accesso alla porta: i difensori potevano in questo modo, ostacolare efficacemente la salita degli assalitori che offrivano il braccio destro, privo della difesa dello scudo. Detta porta, essendo costituita da due fornici paralleli, assicurava un’ulteriore possibilità di difesa in caso di sfondamento della porta esterna. Ed ancora Porta Pentagonale che si apre nella parete sud di Ferentino, tra porta Sanguinaria e porta Stupa.
E’ priva di arco e di epistilio, come quella di Civita Vecchia di Arpino e come la Porta di S. Pietro o Porta Santi di Segni, e richiama alla mente le antichissime porte di Argo, Micene e Tirinto.
Incerti sono i pareri su detta apertura; non manca chi asserisce che essa fosse, all’origine, una nicchia creata per accogliere il simulacro del dio “Averrunco” della città, opinione che difficilmente può essere accolta, in quanto non spiega lo sbarramento interno della medesima apertura; più verosimilmente può essere considerata come rifugio per i soldati romani”.
Ed ecco Porta Sanguinaria, la più importante di Ferentino.
“Si trova a sud della città e guarda verso est. In origine aveva un architrave sostituito al tempo dei Romani da un arco a tutto sesto costituito da 13 conci radiali. Probabilmente detto architrave – ha continuato Ribezzo – fu sostituito con un arco a tutto sesto nel periodo sillano quando vennero attuate altre opere di difesa sull’Acropoli.
Le mura laterali mostrano i segni di 3 differenti epoche: preromana, romana e medievale. Nella parte inferiore le poligonali attestano l’età preromana – IV secolo a.C; al di sopra dell’arco l’opera quadrata di travertino con 2 vuoti lasciati forse appositamente per alleggerire il peso dell’arco stesso, denota la romana – II sec. a.C. Su questa zona di travertino, il muro continua divenendo costruzione incerta denotando l’ambito cronologico medievale.
Nel muro di età medievale sono visibili fori rettangolari disposti a distanze regolari: forse sono gli appoggi per le incastellature lignee, posto di guardia o offesa (caditoie), che nelle fortificazioni medievali venivano innestate sulla parete esterna del muro a difesa degli ingressi. La finestra aperta nel muro, quindi, potrebbe giustificarsi come passaggio dal ballatoio interno a quello esterno.
Nel nome ci sarebbe l’eco di cruente battaglie, avvenute nei pressi della porta o il ricordo del percorso dei condannati a morte, che dalla porta uscivano per essere giustiziati nella sottostante Aia del Monticchio. Ma anche porta Santa Croce situata nella prima cerchia delle mura e risale al I secolo a.C. ed infine Porta Stupa”.
A Ferentino la stampa vedrà l’Epigrafe del Senato romano di Ferentino del 101 d.C. con il Programma Alimentare dell’Imperatore Traiano.
“Da poco è ritornata in città la copia dell’EPIGRAFE del Senato di Ferentino del 101 d.C. dedicata al Magistrato Romano Tito Pomponio BASSO. Il Senato di Ferentino inviò nel 101 d.C. al Magistrato Tito Pomponio Basso il “Bronzo” per essere custodito nella sua abitazione romana sul colle Quirinale. Nell’anno 1558 – ha proseguito Ribezzo – venne rinvenuto il “bronzo” ancora fissato su un pilastro.
L’iscrizione ha fatto parte successivamente della collezione dei Capranica e quindi acquistata dalla famiglia dei Medici di Firenze.
Acquisita dallo Stato Italiano, l’originale e significativa epigrafe si trova al Museo Archeologico di Firenze. La copia di questa importante testimonianza ora ritorna a Ferentino.
Archeoclub Ferentino ha voluto effettuare un’ampia ricerca sull’epigrafe al fine di approfondirne i contenuti.
Essa è infatti portatrice di un più ampio significato a testimonianza di un evento che è alla base di una delle attività che l’Imperatore Traiano pose in essere subito dopo il suo insediamento: l‘ aeternitas italie ed i pueri alimentari.
Traiano portò avanti un complesso programma alimentare a favore delle città dell’Italia con il preciso fine di incentivare l’attenzione su due aspetti : coinvolgere i proprietari dei fondi, intervenire in modo assistenziale verso i “fanciulli ” dei municipi italici. L’ambizioso programma aveva anche lo scopo di mettere a fuoco altre questioni connesse come: i meccanismi di funzionamento dell’erogazione dei fondi ai proprietari terrieri, l’organizzazione burocratica degli “alimenta”, l’estensione del programma alimentare, la sorte dello stesso sotto gli imperatori successivi.
Uno dei documenti più importanti a questo riguardo , e da sempre al centro dell’attenzione degli studiosi, è il decreto con il quale il Senato di Ferentino ha voluto onorare nel corso della seduta tenutasi il 19 ottobre del 101 d.C. Tito Pomponio Basso uno, se non il primo con tutta probabilità, dei committenti preposti da Traiano all’organizzazione degli “alimenta” (ciò è anche menzionato nella Tabula di Veleia”).
Tito Pomponio Basso ha dato attuazione in modo brillante al provvedimento di Traiano relativo agli alimenta ed il testo dell’epigrafe indica il motivo di tanto onore espresso al magistrato sottolineando che l’imperatore indulgentissimo “ha provveduto (a salvaguardare , o a garantire) l’eternità dell’Italia sua“.
Siamo dinanzi ad un documento unico, importante.
Con il programma alimentare, l’Imperatore ha provveduto a dare un futuro ai bambini che saranno gli uomini di domani, ha voluto garantire il continuo succedersi delle generazioni ha dato stabilità demografica, ed in definitiva ha fornito “aeternitas” all’Italia.
Gli “alimenta” di Traiano, è questo il messaggio finale, intervengono quindi a ripristinare un circuito virtuoso che garantisce la stabiltà demografica dell’Italia assicurando alla stessa il regolare cammino verso il futuro. A Ferentino vedremo anche l’epoca imperiale di Traiano ma in un unico Press Tour saranno concentrate più epoche storiche”.
E il 30 Maggio con un meraviglioso Press Tour, la stampa entrerà nella DOMUS ROMANA di Ferentino, la città – laboratorio della rinascenza alla quale è stata riconosciuta l’approvazione di uno dei più importanti ed imponenti progetti di restauro Post – Covid: il Teatro Romano che la stampa vedrà durante l’Educational. Il progetto di restauro del Teatro Romano di Ferentino è tra i 5 progetti approvati a livello nazionale.
“Il 30 Maggio entreremo nella Domus Romana – ha continuato Ribezzo – e si tratterà di un’esperienza unica. Rinvenuta tra il piano terra e le fondamenta del medioevale Palazzo Comunale; con la sua struttura rimaneggiata nel corso dei secoli, la Domus Romana si affaccia oggi sulla Via Consolare di fronte la vasta e panoramica Piazza Mazzini. Alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio, lacerti di intonaci affrescati. E’ dunque una Domus Romana di epoca repubblicana. Resti di pavimento in mosaico bianco con tessere minute sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale.
In questa Domus privata, datata II sec. d. C., sono state individuate anche fasi edilizie più antiche di epoca sia repubblicana che arcaica (VI sec. a.C.). Così il Palazzo Consolare si presenta come esempio unitario di continuità insediativa nell’ambito del tessuto storico ed urbanistico della città. Ammieremo l’Atrio con tracce di mosaico pavimentale – tessere bianche e nere; due vasche per l’impluvium.
A Ferentino, con la stampa entreremo in un vero laboratorio della rinascenza post covid, in grado di trasformare in realtà quanto stabilito dal Recovery plann per i Beni Culturali. Un luogo periferico che ridiventa rinascenza”.
Ben 26 siti archeologici ed il grande restauro del Teatro Romano. La ripartenza post – Covid passa per la Roma Imperiale!!
Il progetto di restauro del Teatro Romano di Ferentino è tra i 5 finanziati a livello nazionale!!
“Dobbiamo apprezzare le nostre bellezze ed è fondamentale farle conoscere. Stiamo condividendo un percorso di valorizzazione e riqualificazione del nostro patrimonio. Siamo riusciti a centrare un obiettivo importante: un finanziamento che ci darà la possibilità di arrivare alla fase esecutiva e riportare agli antichi splendori i siti di Ferentino come il Teatro Romano. Questo progetto è motivo di vanto – ha affermato Antonio Pompeo, sindaco di Ferentino e Presidente della Provincia di Frosinone – solo 5 progetti sono stati finanziati in tutta Italia e Ferentino c’è!
Si tratta di un grande lavoro fatto con la Soprintendenza: rigenerare dal punto di vista urbanistico il quartiere più antico della nostra città. Avremo l’opportunità di mettere in campo una sinergia culturale con lo straordinario associazionismo della nostra città, collaborativo, importante che permette di centrare gli obiettivi.
Siamo dinanzi ad un progetto internazionale e ci siamo arrivati grazie all’associazionismo che quotidianamente ha aiutato a mantenere anche pulito il sito.
Ferentino è un museo diffuso che non ha bisogno di tetti e coperture è un eco – museo intero, completo”.
Dunque un Museo diffuso, un eco – museo da vedere, filmare, amare! Un punto di ripartenza per l’Italia!
“A Ferentino sono concentrati oltre 26 siti archeologici e noi vogliamo mettere a disposizione un luogo, un monumento, la storia, pianificare informazioni adeguate attraverso canali nazionali e regionali. Per questo Archeocloub desidera raccontare chi siamo – ha concluso Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino – l’impegno per la salvaguardia della memoria storica, dei paesaggi, dell’arte, vuole anche narrare sia le tante conquiste ottenute che le difficoltà che ancora dobbiamo superare per educare le nuove generazioni, per riconoscere la bellezza, per costruire un futuro possibile, per coltivare la felicità, per migliorare l’economia.
Archeoclub vuole dare voce alla conoscenza dei beni culturali presenti in ogni periferia italiana. Ferentino è un museo all’aperto, un eco – museo, un luogo della collettività che può essere anche portatore di lavoro quanto a promozione turistico – culturale. Il 30 Maggio Press Tour con partenza da Roma per la stampa nazionale ed estera. Un grande lavoro voluto dalla Presidenza Nazionale, guidata da Rosario Santanastasio. Illustreremo il progetto di restauro del Teatro Romano approvato dall’Ufficio tecnico”.
Nel laboratorio della rinascenza il Teatro Romano oggetto di restauro. Ben 5 progetti nazionali finanziati e c’è Ferentino la città – laboratorio della rinascenza con il totale recupero del Teatro Romano e non solo!
“A Ferentino, con la stampa entreremo in un vero laboratorio della rinascenza post covid, in grado di trasformare in realtà quanto stabilito dal Recovery plann per i Beni Culturali. Un luogo periferico che ridiventa rinascenza. Il Teatro Romano, portato alla luce, grazie ad una grande opera di restauro, appena finanziata – ha affermato l’architetto Claudio Lo Monaco, Consigliere Nazionale di Archeclub d’Italia, Delegato ai Beni Ecclesiastici e Liturgici – vedrà il recupero di tutti gli elementi. Siamo dinanzi ad un modello innovativo su scala nazionale, una vera, reale città – laboratorio della rinascenza per l’Italia, a pochi chilometri da Roma.
La stampa, il 30 Maggio, entrerà in questa citta – laboratorio dove ci sono ben 26 siti archeologici. Abbiamo scelto Ferentino come primo esempio di questa modalità che definirei prosopografica, cercare il volto delle realtà culturali indagare esattamente situazioni in cui in maniera manifesta ci rendiamo conto di possibilità eccezionali che sono ascrivibili a realtà ben precise in cui ogni pietra parla.
A Ferentino riemerge il bene culturale e addirittura il territorio si ripropone in nuova veste come centro propulsore di sviluppo. Mostreremo e avremo modo di raccontare come una cava è diventata e diventerà cavea e si innesterà un processo che potremmo definire renovatio Urbis e quindi la rinascita di un centro e di una realtà. Ferentino è exemplum nell’ambito regionale e nazionale.
A Ferentino abbiamo una città – laboratorio che partecipa alla rinascita del bene culturale. Ricostruiremo elementi che attualmente non sono più presenti, per rifunzionalizzare tutto il complesso archeologico. Non siamo per una situazione di ruderismo”.
Dunque un Museo diffuso, un eco – museo da vedere, filmare, amare! Un punto di ripartenza per l’Italia!
Nel laboratorio della rinascenza: più di 150 epigrafi, Teatro Romano con progetto di restauro, la Domus Romana, il Mercato Romano, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, situato in un contesto suburbano, rarissimo e fatto erigere nel II secolo d.C, è ricavato su una viva roccia ed è costituito da un’edicola impostata su un basamento con pilastrini angolari. Al centro dell’edicola è inserita l’iscrizione, di carattere onorario e di notevole interesse giuridico. Essa fa memoria di un magistrato locale, appartenente alla tribù Palatina, vissuto nella prima metà del II sec. d.C di nome Aulo Quintilio Prisco.