Il punto di Roberto Napoletano. La bandiera che serve all’Italia
Deve essere chiaro al mondo intero che è finito il gioco dell’oca dei progetti per il Ponte sullo Stretto che è il paravento dietro il quale si nascondono le riserve ideologiche di grillini e di mezzo Pd che non riescono ad aprire le teste e il cuore per rendersi almeno conto che i grandi piani di rinascita per avere successo hanno sempre bisogno di una bandiera.
Che nel caso italiano è una sola possibile e riguarda i 3 chilometri e 300 metri di mare che chiedono di essere attraversati da un ponte a una sola campata che colleghi finalmente la Sicilia al continente, ma che ancora di più funzioni da volano della crescita economica dell’intero Mezzogiorno e regali all’Europa e all’Italia il simbolo della leadership ritrovata nel Mediterraneo
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Rimettere a posto un Paese già fragile molto prima del Covid. Soprattutto rimetterlo a posto in presenza delle disparità tra Nord e Sud, di giovani e donne così marcate, è impresa che rasenta la impossibilità. Per questo ha fatto bene il premier Mario Draghi a chiedere venerdì al Social Summit di Porto di non ridurre troppo presto gli stimoli della politica di bilancio espansiva e di rendere strutturale il programma di sostegno all’occupazione che va sotto il nome di Sure.
Così come non va sottovalutata la dichiarazione finale di Porto dei Capi di Stato e di governo che dota finalmente l’Europa di uno strumento per i diritti sociali e segna un passo in avanti sul quale ragioneremo domani. Quello che ci preme qui sottolineare è che nelle parole di Draghi e nell’esito positivo della sua azione c’è la piena consapevolezza del problema italiano.
Che è quello di un Mezzogiorno che da oltre quarant’anni non solo non converge verso il Nord, ma addirittura se ne distacca, quasi se ne va per i fatti suoi in una spirale negativa che contagia il centro e, alla lunga, il Nord del Paese.
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