Il punto di Roberto Napoletano: “L’Italia che cambia, ora tocca alla Rai”
“Abbiamo chiarito che la normalità perduta va ritrovata e che il metodo Draghi opera con successo in questa direzione. Il mosaico del nuovo Stato si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi tasselli che si collocano dove vanno collocati. Diciamo le cose come stanno. Si cercano le persone capaci di fare questo o quello perché lo hanno dimostrato sul campo. Nella logistica sanitaria come nella capacità di fare investimenti. Nella dimestichezza con i mercati internazionali come nella conoscenza e nell’organizzazione della macchina pubblica. Si cercano i migliori, si punta a un’azione omogenea dei ministeri, si vuole recuperare capacità decisionale effettiva.
Si comincia finalmente a capire che si deve fare l’esatto opposto di quello che si è fatto negli ultimi venti anni. Non solo o non tanto perché in queste condizioni non saremmo capaci di spendere neppure un euro del Recovery Plan italiano e sulle nostre spalle cadrebbe inevitabilmente la responsabilità di avere fatto fallire il programma europeo Next Generation Eu. Non solo o non tanto perché in queste condizioni condanneremmo l’Italia al default sovrano e faremmo abortire sul nascere l’idea di un’Europa che consolida la linea di politica economica espansiva e solidale e va per la prima volta a raccogliere capitali sui mercati unitariamente”.