“La moglie di nessuno”: in scena il 22 maggio a Cagliari
La vita avventurosa di Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, poetessa e scrittrice, traduttrice di poeti come Nazim Hikmet e Agostinho Neto, tra la lotta partigiana e l’impegno in difesa degli oppressi riaffiora in un curioso gioco di specchi ne “La moglie di nessuno. Un incontro possibile con Joyce Lussu” de Il Crogiuolo con drammaturgia e regia di Virginia Martini – in cartellone sabato 22 maggio alle 20.30 al TsE di Is Mirrionis, in via Quintino Sella a Cagliari per la Stagione 2020-2021 di “Teatro Senza Quartiere” organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026.
Sotto i riflettori un’intensa Rita Atzeri interpreta un duplice ritratto al femminile: da un lato la giovane combattente per la libertà, medaglia d’argento al valor militare, donna di grande cultura, cresciuta in mezzo ai libri, tra gli studi in filosofia a Heidelberg, la licenciée ès lettres alla Sorbona, e il diploma in filologia e letteratura portoghese all’università di Lisbona, la cui militanza politica è proseguita negli anni, dall’antifascismo all’antimperialismo; dall’altra la protagonista, che dopo aver cercato la propria realizzazione immedesimandosi nei ruoli di moglie e madre, prova a fare un bilancio della propria esistenza e scopre una nuova, più profonda coscienza di sé.
A confronto due universi apparentemente lontanissimi e inconciliabili, due visioni opposte del ruolo della donna nella società che si ricompongono in una rilettura contemporanea dove i tradizionali compiti di custodia e cura, di gestione della routine domestica e di educazione della prole trovano una curiosa corrispondenza nell’attenzione alle giovani generazioni, definite da Joyce Lussu il suo “futuro vivente”. Quell’idea del femminile che deve rispondere a una perfezione esteriore secondo rigidi canoni patriarcali, a cui la figlia della protagonista “inaspettatamente” si ribella sottraendosi a un destino apparentemente già scritto e contemporaneamente restituendo alla madre una insolita “libertà”, si evolve grazie proprio all’ispirazione offerta dalla donna cosmopolita, costretta all’esilio fin dall’adolescenza dai primi sintomi dell’imminente dittatura e ben decisa ad affermare la propria personalità, la propria autonomia di pensiero e d’azione.
Joyce Lussu – moglie del fondatore del Partito Sardo d’Azione, valoroso ufficiale, eroe della Resistenza, amato e stimato parlamentare isolano – è il simbolo e l’incarnazione di una donna evoluta e emancipata che attraverso le chiavi della cultura e del sapere, della curiosità verso il mondo che la circonda – dal paese di Armungia, dove si era trasferita con il marito e il figlio Giovanni nel secondo dopoguerra, a paesaggi e popoli di regioni lontane alla ricerca di una propria identità, di un riscatto e dell’ambita indipendenza dalle grandi potenze coloniali, alle voci dei poeti contemporanei dall’Africa al Medio Oriente – si rivela in tutta la sua forza creativa, di artista e attivista, intenta a cambiare e migliorare la realtà. Tra le figure di spicco del Novecento, Joyce Lussu non ha mai accettato né subito una posizione subalterna, né rispetto al celebre consorte né in quanto esponente del “gentil sesso”, in prima fila accanto alle altre donne nelle battaglie per i diritti e per la parità; il suo impegno è continuato con il Movimento mondiale per la Pace, in giro per l’Europa e gli altri continenti, fino a farsi fautrice e sostenitrice della lotta del popolo curdo e trovare poi nuovo nutrimento e speranze nei movimenti studenteschi e nei loro ideali rivoluzionari.
“La moglie di nessuno. Un incontro possibile con Joyce Lussu” propone un interessante e illuminante viaggio alla riscoperta di una intellettuale e artista di straordinaria sensibilità, capace di mettersi in connessione con la natura e con l’umanità intera, senza pregiudizi, superando i confini materiali e invisibili, per restituire la voce a chi è stato costretto al silenzio, alla luce della poesia.
Sottolinea nella note l’autrice e regista Virginia Martini: «La protagonista del nostro spettacolo è una di noi, una come tante,concentrata su una vita che nel tempo si è riempita di oggetti e svuotata di contenuti. Anche per lei, inizialmente, Joyce è solo la moglie di Emilio Lussu, un nome in un angolino remoto della sua memoria. Ma la vita la costringerà, per fortuna, a cercare di andare oltre. Si sforzerà per tutto il racconto di interrogarsi sul significato attuale delle idee e delle azioni che Joyce ci ha lasciato in eredità, trovandosi a scoprire come questa eredità possa diventare un trampolino per vivere i giorni nostri.
“La moglie di nessuno” non è uno spettacolo su Joyce Lussu bensì uno spettacolo con e per Joyce Lussu. Cercando di allontanarci da ogni possibile agiografia, la drammaturgia propone una sorta di conversazione “involontaria” con Joyce, una conversazione in cui confluiscono il suo tempo e il nostro, i problemi con i quali si è dovuta misurare lei e quelli con cui ci misuriamo noi, il suo percorso, le sue convinzioni, i suoi dubbi e, insieme, anche i nostri».
I prossimi appuntamenti
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” proseguirà con “Dov’è il filo?” di e con Agostino Cacciabue e Rita Xaxa: il nuovo spettacolo del Teatro Tages in coproduzione con il Teatro del Segno, con la regia di Stefano Ledda e Gennaro Ponticelli debutterà – in prima nazionale – sabato 29 maggio alle 20.30 e in replica domenica 30 maggio alle 20.30 al TsE di Cagliari, in un intreccio fra arte e vita. Il meraviglioso mondo delle marionette si “anima” grazie ai due artisti, fondatori della storica compagnia di teatro di figura, conosciuta e apprezzata in Europa e nel mondo, in un intrigante racconto per quadri, in cui affiora la vita segreta degli oggetti. “Dov’è il filo?”parla della realtà contemporanea vista con gli occhi di due marionettisti, tra il talento e l’ispirazione, l’impegno quotidiano ma anche la difficoltà di sopravvivere nel tempo della pandemia, con il “materializzarsi” improvviso di “creature” fantastiche tra esotiche danze e il sogno del volo.
Chiuderà – come annunciato – la nuova stagione di Teatro Senza Quartiere sabato 5 giugno alle 20.30 “Fashion Victims” di Giovanni Follesa, tratto dall’omonimo “pamphlet” scritto a quattro mani con Fabrizio Demaria: in scena Giuseppe Ligios con la regia di Sonia Borsato per una fotografia del Belpaese (e non solo) tra esistenze “sospese”, timori e speranze nell’epoca del Covid-19 (produzione Teatro d’Inverno). Fashion Victims” allude ironicamente fin nel titolo ai dogmi della moda ma soprattutto al trionfo dell’apparire nella moderna civiltà dell’immagine: non senza malizia il giornalista e scrittore (autore de “Le Figlie di Bes” e “Le truppe carrellate”) disegna i ritratti di quattro personaggi emblematici, che riflettono ciascuno a suo modo sul rispetto delle regole. Quelle sancite da una serie di decreti per prevenire i contagi in tempo di emergenza sanitaria ma anche quelle del vero “distanziamento sociale” basato sul censo e sull’educazione, sulle tradizioni familiari e la vicinanza o meno con la fama e il potere.
Focus sulla drammaturgia contemporanea con la Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2020-2021, che si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari, della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC/ Ministero della Cultura con il contributo della Fondazione di Sardegna (e il prezioso apporto di sponsor privati come Tecnocasa e Fratelli Argiolas). Il TsE di Is Mirrionis ospita anche il progetto “Teatri Sicuri” 2021: una nuova iniziativa (accanto al tradizionale “biglietto sospeso” che permette di regalare la visione di uno spettacolo a chi non potrebbe permetterselo) per un invito a teatro rivolto a quanti si siano sottoposti allo screening con tampone molecolare presso la Parrocchia di Sant’Eusebio. Un incentivo simbolico, per ricordare l’importanza della tutela della salute come “bene comune”, attraverso comportamenti responsabili – in attesa di poter finalmente ritornare alla normalità.
Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”, nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni: un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi, affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani. L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo, con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni e un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.
Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi scorsi, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2020-2021 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Verde Pubblico del Comune di Cagliari, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati, a partire dal main sponsor TECNOCASA di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale, come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro.
Teatro Senza Quartiere
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, il Teatro Tages, il Comitato Casa del Quartiere, il Teatro Zeta de L’Aquila, l’Associazione Culturale Musicale Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, l’Associazione Culturale CORDATA F.O.R. e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.