Libera professione in Puglia, presentato rapporto di Confprofessioni
Libera professione in Puglia. Questo rapporto è poi utile per far conoscere la realtà professionale alle Istituzioni, anche quelle regionali perchè i professionisti possono dare i giusti input territoriali”. Gaetano Stella, presidente Nazionale Confprofessioni, nel presentare oggi via webinar il Rapporto sulle libere professioni in Puglia, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni rileva l’importanza del documento come studio da affiancare ai prossimi programmi di ripresa dell’Italia.
La pandemia ha ovviamente avuto notevoli ripercussioni sul tessuto economico della Puglia come nel resto del Paese.
Come sottolinea il Rapporto dei Confprofessioni “l’andamento crescente del Pil, già interrotto dalla crisi del 2009, ha subito un brusco arresto nel 2020, e si assiste sul territorio ad un calo dell’occupazione nel secondo trimestre del 2020, con gli indipendenti in diminuzione nel primo trimestre”.
Il documento mostra lo stato del mercato del lavoro della Regione Puglia il quale registra “tra il 2011 e il 2019 un calo dello 0,1% degli occupati, con un aumento dei lavoratori dipendenti del 1,7% e una riduzione degli indipendenti del 4,9%. Calano gli imprenditori (-1,9%), i lavoratori autonomi (-9,1%) e gli altri lavoratori indipendenti – coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa – diminuiscono del 3,7%. In controtendenza i liberi professionisti (+7,7%) che, con circa 69 mila unità al 2019, costituiscono il 21,9% dei lavoratori indipendenti in Puglia, dato comunque inferiore a quello dell’aggregato nazionale (27%)”.
Per Stella “le Istituzioni, anche quelle regionali, possono fare molto per le libere professioni sotto il punto di vista del lavoro e della formazione. Il Pnrr metterà in campo tante risorse per il Sud e se c’è il sostegno anche per le attività professionali si può contribuire al successo delle iniziative per la ripartenza del Paese. Oggi c’è un mondo che cambia. La Puglia ha un numero di professionisti inferiore rispetto alle altre regioni italiane”.
In Puglia il gap di genere è ancora ampio ma il trend si inverte tra le giovani generazioni. Gli uomini rappresentano infatti il 46% dei professionisti pugliesi tra 15 e 34 anni, percentuale che cresce però al 64% tra i 35 e i 44 anni, al 76% tra i 45 e i 54 anni, al 78% tra i 55 e i 64 e all’88% degli over 65.
Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi.
A soffrire però è il ricambio generazionale. Crescono infatti i professionisti over 55 ma calano i giovani. Tra il 2011 e il 2019 calano, in tutti i settori professionali, del 10% i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni, che passano dal 22% al 12%, mentre crescono del 10% i professionisti over 55, che raggiungono il 28% del totale.
“La libera professione ha tenuto ma siamo certo il comparto più danneggiato perchè molti non hanno potuto lavorare per mesi”, dichiara Roberto Maffei, presidente di Confprofessioni Puglia.
“La Puglia – sottolinea – sta pagando anche il fatto di essere maglia nera a livello epidemiologico sul piano nazionale. Sarebbe poi positivo che la Regione Puglia – conclude con un appello al governo regionale – si confrontasse con Confprofessioni Puglia come il Governo centrale fa con il nazionale della confederazione.
Noi ci mettiamo a disposizione della Regione Puglia che però ancora oggi convoca tavoli di concertazione inspiegabili con gruppi improvvisati. Noi vogliamo costruire con competenza il futuro della Puglia e delle libere professioni”.
(ITALPRESS).