Roma, 3 Maggio 2021 – Domani, martedì 4 maggio dalle ore 18,30 online l’incontro “Personal Digital Twin: alter ego digitale e comunicazione”.
Osservatorio TuttiMedia e FERPI Lazio riflettono su questa particolare figura della trasformazione digitale per valutarne le ricadute su relazioni, professioni, comunicazione.
La rivista di cultura digitale Media Duemila è Media Partner dell’iniziativa.
Per partecipare: [email protected] o iscriversi a questo link:
https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZwvceyvrjguGtAjbSuIQz0WK_2MR_X822Hd
Nel Panel le diverse professionalità dei relatori permettono di individuare le tante implicazioni di questa nuova rivoluzione che nasce dalla digitalizzazione della vita che con la pandemia è esplosa. Padre Paolo Benanti propone una possibile etica dell’algoritmo; Fiorella Operto, esperta di robotica, approfondisce il mondo delle macchine e la relazione con l’uomo; Aldo Fontanarosa riporta dell’esperienza da giornalista che ha accolto e raccontato l’IA in redazione; Daniela D’Aloisi, Ingegnera Elettronica e Informatica, al lavoro in FUB e AGID per i Servizi Digitali e l’Intelligenza Artificiale. conduce al mondo dell’applicazione pratica; Derrick de Kerckhove, ex direttore McLuhan Program di Toronto e direttore scientifico Media Duemila e TuttiMedia esplora il cambiamento nell’era degli assistenti digitali e Maria Pia Rossignaud, direttrice di Media Duemila e Vicepresidente TuttiMedia, condivide l’esperienza che l’ha portata a scrivere il libro “Oltre Orwell: il gemello digitale“, testo da cui è partita l’idea di promuovere l’incontro.
Il Digital Twin (“gemello digitale”) è, inizialmente, la replica digitale di motori o installazioni complessi, anticipa possibili guasti ed esegue diagnosi a distanza. L’atomo che si trasforma in bit è l’elemento fondante del divenire della società digitale. Dal Digital Twin al Personal Digital Twin il passo è stato, relativamente, breve: esiste già una replica digitale di ciascuno di noi, che nasce dalle nostre attività in rete. Le informazioni raccolte diventano banche dati. Ora siamo oltre la profilazione, perché è possibile creare un alter ego dell’utente. L’uso dei dati – personali, della comunità, della società -, nella sua destinazione d’uso “buona”, è universalmente ritenuto utile e potenzialmente positivo. Anche l’Unione Europea ha voluto lanciare un programma dedicato alla “AI for Good”. È la direzione verso cui stiamo andando, che va indagata e anticipata per capire cosa siamo disposti a sacrificare in nome della sicurezza, della salute e tanto altro.
In questo contesto il gemello digitale diviene una delle figure retoriche emergenti della trasformazione digitale perché è un avatar, è la nostra vita raccontata dai dati. Significa accesso universale bidirezionale fra l’uomo e la rete. La dimensione della reciprocità dell’informazione è parte della nostra società e questa nuova essenza dell’essere si è manifestata con forza nell’era del Covid-19. L’informazione, come il virus, parte dall’uomo, arriva fuori dell’uomo, può cambiargli la vita attraverso il gemello digitale, l'”altro me” che si fa strada nel mondo degli assistenti virtuali. Nella società della “datificazione” è possibile replicare l’essere umano assembrando tutti i suoi dati e aprire così ad ambiti professionali e di comunicazione inesplorati. Stiamo andando verso un “Personal Digital Twin” che deciderà per noi, comunicherà per noi: le implicazioni del suo esistere nel nostro mondo sono enormi, dalla privacy alle risorse umane. I gemelli digitali potranno interagire tra loro e contestualizzare i dati rispetto alle integrazioni con l’ambiente (es. smart city).
L’esternalizzazione del nostro essere non è più arrestabile, ma è governabile? Come può l’essere umano restare al centro della trasformazione digitale? Come adattare i nostri comportamenti nel nuovo spazio virtuale guidato dagli algoritmi? Comprendere, conoscere, rende libero l’utente, il consumatore, il cittadino.