Festa Inter, pesanti offese di un rapper contro le Forze dell’ordine, Fsp Polizia: “E’ un continuo, il Ddl Zan protegga altre categorie di vittime, come noi”
“Non vogliamo perdere tempo più del dovuto a commentare le parole del rapper che, in quello che sembra un banale delirio per procacciarsi qualche like, ha avuto questa trovata non particolarmente originale di infierire sugli operatori delle forze dell’ordine per non aver fermato i festeggiamenti in piazza Duomo per lo scudetto conquistato dell’Inter.
Più di qualche altro ‘esperto’ di politiche della sicurezza interna, prima di lui, si è già esibito in trattati di valutazione dell’operato delle Forze dell’ordine senza avere la benché minima idea di cosa possa trattarsi. Il tutto mentre noi assistiamo ai ‘processi sociologici’ dove una parte ci accusa di essere dei vili torturatori, violenti e prepotenti, e l’altra dell’esatto contrario, di essere vili codardi che si girano dall’altra parte e lasciano che venga violata la legge.
E’ abbastanza rivoltante ma è la cruda realtà, per ‘massacrare’ donne e uomini in divisa c’è sempre un motivo, e pure se non ci fosse va bene lo stesso”.
Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, commentando le feroci critiche espresse dal rapper Gemitaiz che, a proposito dei festeggiamenti per lo scudetto avvenuti in piazza Duomo, a Milano, ha detto fra l’altro: “Quando trovate trenta mila tifosi di calcio c’avete paura eh. Vi ca*ate sotto anda’ lì coi manganelli e i lacrimogeni? Perché vi pistano di botte…”. O anche: “Questa è la polizia: fate schifo al cazzo. ACAB”. O ancora: “Fate schifo, non avete le palle”.
“Una cosa è certa – aggiunge Mazzetti -, non ci abitueremo mai alla virulenza degli attacchi che da una parte e dall’altra, indiscriminatamente, subisce chi veste l’uniforme. Tanto che in questo momento storico in cui tanta attenzione è dedicata al Ddl Zan, vorremmo che fra le sue giuste previsioni ce ne fosse anche una diretta a punire chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenza per motivi fondati sulla particolare tipologia di lavoro svolto dalla vittima.
Quello delle forze dell’ordine è un lavoro che si contraddistingue per la sua specificità, concetto che include certamente, purtroppo, la denigrazione, la critica violenta, l’offesa gratuita, l’aggressione verbale e fisica continua, per il solo fatto di indossare una divisa. Ma non è più tollerabile ascoltare frasi palesemente discriminatorie tipo ‘poliziotti di m…'”.