Roberto Napoletano: “Il Paese cambia, i partiti no”
Ricominciamo da dove ci siamo lasciati. Da quella che Pareto avrebbe chiamato la circolazione delle élite. Questo serve per abbattere oggi gli interessi costituiti. Questo serve per liberare il Paese dal cappio trasversale delle lobby che lo stringe al collo e mette i suoi granelli di sabbia in tutti gli ingranaggi bloccando la capacità di fare investimenti e condannandoci al declino strutturale di un Paese incapace di riformarsi. Bisogna entrare dentro il sistema per cambiarlo: scremare il marcio e fare emergere tutto il buono che c’è sotto.
Bisogna fare esattamente quello che ha fatto Draghi sostituendo Arcuri con Figliuolo o Vecchione con la Belloni. Perché così il cambiamento si autoalimenta in quanto catalizza energie nuove e stabilizza il processo di rinnovamento aumentando progressivamente il suo livello di efficacia.
È vero, per capirci, lo abbiamo già detto ma ci fa piacere ripeterlo, che ci sono gli insegnanti neghittosi, ma ce ne sono tantissimi che hanno solo voglia di fare bene il loro lavoro e che si sentiranno sempre più appagati se verranno valorizzati.
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