Brasili: (Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Campania): “Stiamo lavorando anche sul caso del Doriforo di Castellammare di Stabia. A Succivo, con Archeoclub, progetto innovativo di musealizzazione di reperti sequestrati”.
Marmora: (Comandante Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Sicilia) : “Qualche giorno fa nel catanese abbiamo rinvenuto dei reliquari e grazie alla comparazione con la Banca Dati abbiamo scoperto che questi reperti erano stati rubati nel territorio della Diocesi di Siena. Li abbiamo consegnati a Siena dinanzi alle autorità ecclesiastiche”.
Santanastasio (Pres. Naz Archeoclub) : “In Sicilia abbiamo contribuito al recupero di 280 reperti in condivisione con la Soprintendenza di Catania. A breve con Protezione Civile per formazione nel campo dei beni culturali in aree colpite da eventi naturali”.
“Quella dell’Arma dei Carabinieri è l’unica forza di polizia che a livello Europeo ha conoscenze specifiche in materia di beni culturali. Lavoriamo a stretto contatto anche con la Soprintendenza del Mare fondata dall’archeologo Sebastiano Tusa con i nostri subacquei specializzati. Il contrasto alla criminalità organizzata avviene anche e soprattutto con la consultazione della Banca Dati “Leonardo” dei Beni Culturali illecitamente sottratti che è un unicum perché in sostanza ci sono 1.281.326 beni culturali inseriti e di questi anche ben 800.000 fotografie. Una Banca Dati che abbiamo solo noi del Patrimonio Tutela dei Beni Culturali e questo ci consente di ritrovare beni culturali anche dopo molto tempo. Giorni fa, durante una perquisizione di una abitazione privata, in provincia di Catania, abbiamo rinvenuto dei reliquari e grazie alla comparazione con la Banca Dati abbiamo scoperto che questi reperti erano stati rubati nel territorio della Diocesi di Siena. Proprio qualche giorno fa siamo stati a Siena ed abbiamo consegnato tali beni, alla presenza delle autorità ecclesiastiche”. Lo ha affermato il Maggiore Gianluigi Marmora, Comandante Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Sicilia, partecipando al WeBinar promosso da Archeoclub d’Italia su “Tutela dei beni culturali: un dovere comune”.
Una presenza completa, su più fronti e che include anche la tutela del patrimonio archeologico sottomarino. Con l’operazione Demetra sono stati recuperati ben 23.000 beni archeologici tra Italia, Regno Unito, Spagna e Germania.
“Le attività inerenti l’utilizzo della Banca Dati sono relative a furti, recuperi di beni culturali, falsi sequestrati, scavi clandestini, esportazioni temporanee, altre violazioni ai siti archeologici, danneggiamenti a palazzi soggetti a vincoli. Tutti i cittadini possono accedere alla Banca Dati facendone richiesta a [email protected] . Noi operiamo sia a livello preventivo e sia a livello repressivo. Ad esempio l’operazione Demetra dal 2014 al 2018 sul traffico internazionale di beni archeologici con provento di vari scavi clandestini eseguiti in vari siti nelle province di Caltanissetta ed Agrigento. Nel 2018 siamo riusciti ad ottenere dalla Procura di Caltanissetta 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere – ha proseguito la Marmora – ricostruendo tutta la filiera fino alla Spagna, Germania, Inghilterra. Il 4 Luglio del 2018, alle 4 del mattino, ben 250 unità perquisirono contemporaneamente 40 abitazioni con 23 arresti tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna e 20.000 beni sequestrati. La finalità principale è il recupero dei beni culturali trafugati. L’operazione Demetra ha portato a 56 indagati, oltre 23.000 beni archeologici sequestrati, oltre 1300 falsi sequestrati, 191 reperti paleontologici sequestrati ed oltre 1500 strumenti sequestrati e valori di beni stimato sui 40 MLN di euro e l’operazione è ancora in parte in corso. Siamo spesso impiegati anche in attività internazionali e facciamo parte anche di alcune task force a livello europeo in caso di eventi naturali o per interventi pre e post bellici come ad esempio la Taske Force U4H e siamo intervenuti in diversi teatri internazionali ad esempio in Irak, Palestina in Austria. Siamo la sola forza di polizia specializzata presente in UNESCO. Forte l’impegno anche sulla tutela del patrimonio archeologico sottomarino. Nel siracusano ad esempio, grazie ad una segnalazione, abbiamo scoperto un sito archeologico che non era stato mai censito e che ora è al vaglio della Soprintendenza e l’altro giorno abbiamo trovato 4 anfore nei pressi delle coste siciliane, dunque siamo presenti anche sull’archeologia subacquea”.
E poi l’annuncio da parte del Comandante Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Campania, Maggiore Giampaolo Brasili.
“Stiamo lavorando sul Doriforo di Stabia – ha affermato il Maggiore Giampaolo Brasili, Comandante Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Campania – sul quale c’è una grande attenzione da parte dell’autorità giudiziaria”.
L’annuncio è avvenuto durante il WeBinar “Tutela dei beni culturali: un dovere comune” moderato da Flora Fortunata Rizzo, Vice – Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia.
Una domanda, in tale direzione, è stata sollecitata durante il WeBinar proprio dal Presidente di Archeoclub d’Italia di Castellammare di Stabia, Massimo Santaniello.
Quella del Dorifero di Castellammare di Stabia è una storia davvero lunga. Si tratta della statua di Policleto scolpita intorno al 440 a.C. Questa copia, alta 196 centimetri, in marmo pentelico, lo stesso utilizzato per costruire il Partenone, sarebbe stata trafugata nel 1976 e riapparsa nel 1986 negli Usa a Minneapolis, presso il Minnesota Museum of Art.
A Succivo, in Campania, grazie alla collaborazione con Archeoclub d’Italia sta nascendo un modello innovativo proprio per la valorizzazione dei reperti sequestrati.
“Siamo l’unica forza di polizia al mondo che ha pensato di dedicare un reparto alla tutela e al recupero del Patrimonio. Cerchiamo di regolarci con una forte collaborazione di Musei o con realtà come Archeoclub d’Italia. Ad esempio con Archeoclub d’Italia sede di Succivo stiamo lavorando su un progetto di musealizzazione di reperti provenienti da attività investigative. Questa è un’idea portata avanti già con il museo di Montevergine dove ci sono 130 reperti ecclesiastici e questa esposizione ha doppia valenza perché si tratta di reperti che hanno una storia investigativa. Molteplici infatti sono i vantaggi – ha proseguito il Maggiore Giampaolo Brasili, Comandante Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale della Regione Campania – perché abbiamo l’aspetto di valorizzazione dei beni, di tutela e di studio dei beni. L’Archeopclub d’Italia, sede di Succivo ha avuto l’idea di proporre un’area per esposizione di reperti archeologici provenienti da attività investigative. Il ruolo di Archeoclub d’Italia potrebbe essere importante anche sul recupero di patrimonio abbandonato.
Ad esempio in Campania pochi giorni fa abbiamo proceduto al sequestro del Cimitero dei colerosi proprio per il degrado in cui vigeva anche perché forse non esiste in tutta Europa un altro cimitero dei colerosi”.
L’impegno di Archeoclub d’Italia al fianco dell’Arma dei Carabinieri anche sul recupero del Patrimonio Culturale in aree colpite da eventi naturali:
“Abbiamo già fatto con Archeoclub d’Italia, nel 2018, un’esercitazione che ha avuto un grande successo in merito proprio al recupero del Patrimonio Culturale in aree colpite da eventi naturali. Il Reparto Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri – ha continuato Brasili – è impegnato molto anche su questo fronte. Ad esempio nel Centro Italia, nelle zone colpite dal terremoto, abbiamo recuperato 30.000 opere che sicuramente sarebbero entrati nella Banca Dati dei Beni illecitamente sottratti. Siamo favorevoli ad una nuova simulazione con Archeoclub d’Italia, con Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Soprintendenze. Togliere subito i beni dalla disponibilità di eventuali sciacalli in occasione di emergenze naturali è fondamentale. Ben venga una nuova simulazione con Archeoclub d’Italia.
Abbiamo recuperato dinanzi Napoli un’anfora. C’è la Gaiola con il suo parcho archeologico sottomarino che controlliamo costantemente. Cerchiamo di fare una tutela del Patrimonio a 360 gradi e collaboriamo anche con fotografi che spesso curano speciali per varie testate”.
In Sicilia Archeoclub di recente ha contribuito al recupero di 280 reperti archeologici. In tutta Italia Archeoclub d’Italia è al fianco dell’Arma dei Carabinieri anche nell’attività di formazione sul recupero dei beni culturali in aree colpite da eventi naturali. Una collaborazione forte, concreta, importante per l’Italia!
“Il ruolo del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Operativo dell’Arma dei Carbinieri è fondamentale per l’Italia. Con la sola operazione Teseo sono stati recuperati oltre 5300 reperti che andavano dal 1000 a.C. al terzo secolo dopo Cristo. E’ notizia di questi giorni il recupero da parte Comando dei Carabinieri di Monza e della Regione Campania di affreschi che erano stati trafugati a Pompei e Castellammare di Stabia. L’Italia ha bisogno dell’Arma dei Carabinieri.
Noi collaboriamo costantemente con Arma dei Carabinieri e Soprintendenze – ha concluso Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – basti ricordare quanto stiamo facendo in Sicilia con il recupero di 280 reperti in sinergia con la Soprintendenza di Catania. Archeoclub d’Italia può tranquillamente collaborare, fare rete sulla segnalazione di patrimonio culturale privato in stato di abbandono ma anche sul recupero di beni trafugati. L’obiettivo è anche quello di inserire Archeoclub d’Italia all’interno della Protezione Civile sull’attività di recupero dei Beni Culturali in aree colpite da eventi naturali. A tale riguardo stiamo lavorando all’organizzazione di una nuova campagna di simulazioni sul territorio italiano.
Il prossimo webinar sarà con la Protezone Civile Nazionale per un piano di formazione che possa includere Archeoclub d’Italia. Si punta anche all’organizzazione di una simulazione di tutela dei Beni Culturali in occasione di eventi naturali”.