E sabato 12 si comincia, alle 20, proprio con una novità riservata al pubblico dei più giovani e delle loro famiglie, ROSMARINO E IL FRIGORIFERO CHE PARLA, di e con Giancarlo Biffi, luci di Emiliano Biffi, suono di Matteo Sanna. Lo spettacolo verrà replicato domenica 13, alla stessa ora. Una nuova storia per una nuova avventura, tratta dal libro illustrato dalle tavole di Valeria Valenza e pubblicato da Edizioni Segnavia. Il volo di Gufo Rosmarino prosegue, le vicende del simpatico e intrepido gufetto creato dalla fantasia di Giancarlo Biffi continuano. Rosmarino in questo altro viaggio sulle ali dei sentimenti condurrà i giovani spettatori di sorpresa in sorpresa, in luoghi in cui i cuori si spalancano all’amicizia, nel gioco del saper donare e, quando è necessario, del saper chiedere.
Rosmarino e il suo grande amico Corteccia il pipistrello, volando e giocando, si imbattono in qualcosa di imprevisto ed emozionante, un incontro di quelli che allargano il sorriso, rivelando l’esistenza di altri mondi e di altri esseri con cui è bello giocare e crescere insieme. E’ la vita in continua mutazione tra sorprese e scoperte, nell’incontaminata ingenuità di chi, seppur piccino, è pronto, come Rosmarino e Corteccia, a dare una “zampa” a chi ha bisogno d’aiuto: ai due strani esseri Ric e Pic, incontrati sulla spiaggia di Cala Moscerino.
“Rosmarino – spiega Biffi – è il gufetto che tutti vorremmo per amico, il fratellino coraggioso che riesce a trasformare ogni difficoltà in una formidabile occasione di avventura. Rosmarino ha la saggezza spavalda dei piccoli nel mondo dei grandi, vede le cose con gli occhi della semplicità e per questo riesce a trovare la possibile soluzione a ogni problema”.
Torna in scena giovedì 17 e venerdì 18 giugno, alle 21.30, PESTICIDIO, lo spettacolo di Pierpaolo Piludu e Andrea Serra che vede protagonista lo stesso Piludu, con la voce fuoricampo di Lia Careddu, la regia di Alessandro Mascia, le launeddas di Bruno Loi (luci e suono di Giovanni Schirru, realizzazioni sceniche di Marilena Pittiu e Mario Madeddu, con la collaborazione di Franzisca Piludu, documentazione video di Andrea Mascia, la consulenza scientifica di Giampietro Tronci e Luigi Usai).
Bachisio è un uomo buono, semplice, fortemente legato alla sua terra. Insieme a sua moglie, Maria Grazia (a cui regala la voce Lia Careddu), e a suo figlio, come tanti altri contadini sta lottando contro una grande impresa, “Bentulare”, che ha acquistato enormi appezzamenti di terreni in tutta la Sardegna per coltivarli in maniera intensiva. Il figlio Michelangelo, laureato in agraria, da anni cerca di coniugare le antiche conoscenze agricole dei suoi nonni con la ricerca scientifica e la produttività, in un contesto di grande rispetto per la natura.
Bachisio, però, sta vivendo giorni di grande dolore… Qualche settimana prima, insieme al figlio aveva chiesto con insistenza, ma inutilmente, ai responsabili di “Bentulare” di non irrorare con pesticidi i campi attigui ai loro per non inquinare le produzioni biologiche. Il racconto dell’anziano contadino si fa, via via, sempre più intenso e diventa una dichiarazione d’amore alla giustizia, alla Terra e all’amore stesso.
Giovedì 24 e venerdì 25 giugno è la volta, alle 21.30, de IL RESPIRO DEL VENTO, una delle produzioni di teatro ragazzi più recenti di Cada Die, ispirata a una fiaba berbera, di e con Mauro Mou e Silvestro Ziccardi, regia e collaborazione alla drammaturgia di Alessandro Lay (musiche originali di Mauro Mou, Matteo Sanna, Silvestro Ziccardi; luci e suono di Matteo Sanna; contributo alla realizzazione delle canzoni di Andrea Serra; contributo alla realizzazione delle scene di Emiliano Biffi, Mario Madeddu, Francesca Pani, Marilena Pittiu; contributo alla realizzazione dei costumi di Ilaria Porcu; organizzazione di Tatiana Floris).
La storia di un ragazzo, Alizar, che, cercando la pioggia, perse se stesso, e della sua amata, che lo ritrovò seguendo il suo ultimo respiro.“C’era una volta il popolo degli uomini blu. Vivevano vicino a un grande lago così limpido che sulla sua superficie potevi vedere galleggiare le nuvole, le foglie, le stelle e i sassi bianchi del fondo. Certe sere il cielo si rifletteva sull’acqua e colorava il villaggio e i suoi abitanti d’azzurro e di blu. Ma un anno smise di piovere e il lago si prosciugò”. “Guarda il cielo Alizar, il nostro lago ora è lassù, tu dovrai riportarlo quaggiù”, disse l’anziano del consiglio affidando al giovane un compito: cercare la pioggia e riportare il lago sulla terra.
Gradito ritorno martedì 6 luglio, alle 21.30: ecco di nuovo in scena RIVA LUIGI ’69 ’70. CAGLIARI AI DÌ DELLO SCUDETTO, di e con Alessandro Lay, che, fin dal suo debutto, ha ricevuto consensi convinti da pubblico e critica nell’Isola e nella Penisola.
Il monologo di Lay – luci e suono sono di Giovanni Schirru, il progetto sonoro di Matteo Sanna, le scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru, l’organizzazione di Tatiana Floris (racconti e suggerimenti di Mario Madeddu, Alessandro Mascia, Pierpaolo Piludu, Giovanni Schirru, consigli di Sandro Angioni e Sergio Albertini) – è dedicato a un’icona della storia, non solo sportiva, di Cagliari e dell’intera Sardegna: Gigi Riva, che è stato e rimane un mito del calcio nazionale, e non solo. Gianni Brera – come è noto – soprannominò quel campione, arrivato giovanissimo nell’Isola da Leggiuno, “Rombo di tuono”, per la sua potenza, l’ardore agonistico e le eccellenti capacità di goleador.
Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, scriveva: “Il gioco del football è un ‘sistema di segni’; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella ‘partita’, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico… Riva gioca un calcio in poesia”. “Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni”, scrive nelle note di presentazione Alessandro Lay. “Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…”.
Ancora spazio al teatro per i più piccoli martedì 13 luglio, alle 20, con GUFO ROSMARINO CUORE DI NONNA. Sotto le luci dei riflettori della Corte della Vetreria un’altra avventura del Gufo Rosmarino, di e con Giancarlo Biffi, tratta, come di consueto, da un libro della saga dedicata al simpatico gufetto (volume sempre illustrato dalle tavole di Valeria Valenza e pubblicato dalle edizioni Segnavia).
Nella narrazione scenica (suono di Matteo Sanna, luci di Emiliano Biffi) “un’altra prova che la vita riserva a Rosmarino lungo il sentiero dello stare al mondo, nel difficile processo del crescere”, spiega Biffi. In “Cuore di nonna” è giunto“Finalmente il tempo delle vacanze. Rosmarino e i suoi fratellini non stavano più nelle penne dalla gioia. Mamma gufo ci stava provando in tutti i modi a riportare un po’ di calma nel nido. Da quando aveva detto ai suoi figlioli che solo uno di loro sarebbe potuto andare in vacanza dai nonni, è scoppiato il finimondo. Alla fine la sorte aveva decretato che fosse proprio Gufo Rosmarino il fortunato. E così l’intrepido gufetto si era alzato in volo convinto che si sarebbe divertito tantissimo ma quel che poi trovò nessuno poteva immaginarlo, neppure lui. Poco prima del suo arrivo dai nonni, qualcuno aveva innalzato un muro che attraversava l’intero bosco dividendolo a metà…”. Ecco, allora, “un muro, un violino, la collana dai fili d’argento, il Grande Bosco dei Piccoli Desideri… Per una terra accogliente verso tutti: belli e brutti”. Perché come dice Nonna gufo: “Quando anche il più piccolo dei desideri non è più solo tuo ma diventa il desiderio di tanti, allora tutto può accadere!”.
SOTTO QUESTO CIELO si chiude giovedì 22 e venerdì 23 luglio, alle 21.30, con MIGNOLINA, un’anteprima di teatro ragazzi firmata Cada Die, ispirata a una fiaba di H.C. Anderesen, di e con Francesca Pani, collaborazione al testo e regia di Silvestro Ziccardi, filastrocche di Andrea Serra (libro realizzato da Maria Teresa Todde e Francesca Pani; contributo alle immagini di Giaime Ziccardi; luci e audio di Emiliano Biffi; Mignolina è stata realizzata da Simonetta Birardi).
C’era una volta una mamma che ancora mamma non è.
C’era una volta una figlia che ancora non c’è.
C’era Mignolina, figlia di un desiderio.
Mignolina è una bambina nata tra i petali di un fiore, alta come il dito di una mano, talmente piccola che si può nascondere dentro a un libro che qualche volta è il suo rifugio. Insieme a lei ci avventuriamo tra le pagine fatte di stoffa, carta e colori, ripercorrendo una storia che non è solo rose e fiori. Un viaggio tra animali fantastici e mostruosi, creature gentili e amiche, tra prati e fiori, attraverso stagioni ed emozioni, con il sole e la pioggia, sopra e sotto la terra…
“Sarà lungo il cammino, lo faremo insieme a una bambina talmente piccola che sembra impossibile possa riuscire a realizzare anche i desideri più grandi!”.
La rassegna “Sotto questo cielo” è organizzata dal Cada Die Teatro con il sostegno del MiC (Ministero della Cultura), della Regione Sardegna (Assessorato alla Cultura) e con il patrocinio del Comune di Cagliari, della Città Metropolitana di Cagliari e della Municipalità di Pirri.