La situazione è molto critica all’indomani delle operazioni di mobilità: basti pensare ad esempio che in Calabria solo 9 fortunati nell’A-46 sono riusciti negli ultimi quattro anni a rientrare senza alcuna precedenza (l.104/1992); mentre in Sicilia nel 2021 nessun docente è rientrato senza alcuna precedenza. Riportiamo la testimonianza di Salvatore, docente della classe di concorso A-46 discipline giuridiche ed economiche per mettere in risalto le gravi difficoltà di tanti colleghi.
“Sono un docente di ruolo siciliano immobilizzato da circa sette anni a Genova, insegno Diritto ed Economia Politica presso l’Istituto di Istruzione Superiore E. MONTALE di Genova. Come tanti docenti colleghi anche quest’anno ho presentato la domanda per la Mobilità, purtroppo il 7 giugno mi è stata comunicata la mancata mobilità. Sapevo già che non avrei avuto il trasferimento ma in cuor mio avevo un pizzico di speranza che poi è svanito come brezza al vento, mentre poi subentra un senso di sconforto e di rabbia che poi ti fa stare male, tanto male.
La mia residenza è a Vittoria una piccola cittadina in provincia di Ragusa nel sud est della Sicilia, lontani da tutti e da tutto, non abbiamo collegamenti come autostrade, la ferrovia ferma all’ottocento, in balia del trasporto su gomma verso l’aeroporto di Catania che dista appena 110 km, adesso da qualche anno il piccolo aeroporto di Comiso ci consola per raggiungere alcune destinazioni.
Vivo la condizione di lasciare mia moglie e i miei due figli ancora piccoli e con la valigia e uno zaino mi allontano da casa per la certezza di un posto di lavoro pubblico e sicuro. Faccio presente che ho compiuto 55 anni e non me la sento di continuare con questo andare avanti e indietro dal nord al sud, sono stanco come è stanca la mia famiglia, lascio parte del mio stipendio per pagare affitti e per i biglietti aerei. Questa non è più vita decorosa. Si vive in solitudine in una città che ti ospita ma che non è la tua.
Il rammarico è vedere che in provincia di Ragusa passa solo una collega che ha la 104,con la speranza che sia vera, con questo andamento io non tornerò mai più a casa. Alcuni colleghi di altre discipline ci sono riusciti e anche se sono contento per loro, ho nutrito una certa invidia, chiedendomi perché io non riesco a tornare? Ai miei figli cosa potrò dire, che il mio datore di lavoro non è disponibile ad ascoltare le mie richieste. Faccio pure presente che è in atto una guerra assurda tra poveri, perché purtroppo ancora esistono le Gae che fremono per essere assunti sotto casa ed adesso i nuovi precari delle Gps che lo scorso anno per il Covid hanno avuto di tutto e di più anche incarichi sul sostegno senza titolo ed esperienza.
Io mi sento più precario di questi colleghi, la mia vita è da precario sempre in assetto variabile con la valigia pronta per approfittare per scendere a casa solo per qualche giorno, vorrei tanto fargli capire cosa si prova a stare lontano da casa. Eppure lo Stato dovrebbe garantire l’unità e l’integrità della famiglia e invece ciò non accade. Adesso farò come ogni anno la domanda per le Assegnazioni provvisorie interprovinciali che scadranno il 5 luglio p.v.. Sono già convinto che fino al 9 agosto data degli esiti patirò la pressione e l’attesa per conoscere se resterò a casa o dovrò partire.
Ho visto i vostri articoli sui social, io Vi chiedo un concreto aiuto non solo a nome mio ma di tutti i colleghi donne, uomini che hanno il forte desiderio di tornare a casa in modo definitivo. Le soluzioni ci sono occorre buon senso e buona volontà in modo che tutti i docenti delle discipline giuridico economiche A046 possano riuscire a ricongiungersi con tutte le loro famiglie.”
Il CNDDU ritiene doveroso premiare il sacrificio degli insegnanti in questione condendo il rientro presso i propri nuclei familiari. Pensiamo che gli ostacoli non siano insormontabili qualora ci fosse la volontà politica di rimediare a una situazione tragica.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU