Come ha affermato la presidente Maria Giovanna Ruo in un’intervista al quotidiano la Repubblica “di intraprendere un serio monitoraggio del lavoro minorile (fermo a una ricerca ISTAT del 2013) che vedeva già occupati illegalmente nel nostro paese oltre 340.000 minori al di sotto dei 16 anni per arginare la progressiva crescita dello sfruttamento del lavoro dei minori e degli adolescenti. Ma ancor di più ritiene necessario, per la realizzazione dell’obiettivo comune di prevenire, combattere e proteggere i minori anche dallo sfruttamento nell’ambito lavorativo, un impegno costante e interventi tesi a promuovere politiche finalizzate all’inclusione scolastica, alla crescita economica dei territori e di sostegno alle famiglie”.
È la prima Giornata mondiale dalla ratifica universale della Convenzione n. 182 dell’ILO sulle peggiori forme di lavoro minorile (https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_755051/lang–it/index.htm).
Recentemente i dati del rapporto “Child Labour: Global estimates 2020, trends and the road forward” dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) (https://www.ilo.org/ipec/Informationresources/WCMS_797515/lang–it/index.htm) ci descrivono una situazione molto preoccupante: una crescita cospicua del numero di bambini costretti a lavorare si registra nel mondo. Oggi il valore ha raggiunto 160 milioni di piccoli lavoratori con un incremento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni. Certamente la pandemia in corso ha in molti casi favorito un’evoluzione della situazione in negativo facendo registrare nel 2020 un’inversione di tendenza dopo vent’anni di miglioramenti sul fenomeno.
L’aspetto più preoccupante dello studio in questione riguarda l’impiego di manodopera in tenera età: dai cinque agli undici anni sono costretti ad abbandonare le attività ludiche o di studio bambini che, tra l’altro, mettono a repentaglio la propria vita in quanto utilizzati in mansioni rischiose già per un adulto e assolutamente inappropriate per l’infanzia.
È del 15 dicembre del 2019 la causa storica (testo della causa giudiziaria, http://www.iradvocates.org/sites/iradvocates.org/files/stamped%20-Complaint.pdf) intrapresa presso la corte distrettuale di Washington, negli Stati Uniti dalla ong per i diritti umani International rights advocates rappresentante quattordici famiglie congolesi, contro le aziende di tecnologia più importanti del mondo (Apple, Dell, Aphabet (l’azienda madre di Google), Microsoft e Tesla) a causa dello sfruttamento minorile nelle miniere di cobalto nel Congo in quanto i piccoli impiegati sono stati uccisi o menomati mentre lavoravano in miniera.
In India i dati antecedenti alla pandemia ci descrivono una situazione catastrofica per i bambini minatori alla ricerca di mica (un minerale usato in cosmetica e nell’industria delle vernici); sono circa 20.000 le giovani braccia utilizzate per il reperimento del minerale (Terre des Hommes Olanda, https://terredeshommes.it/news/india-20-000-bambini-costretti-estrarre-la-mica/). Altri Paesi si aggiungono alla lista nera degli Stati che non rispettano le norme per il contrasto del lavoro minorile: il Madagascar, la Cina, lo Sri Lanka, il Pakistan e il Brasile.
In alcune zone della Turchia si impiegano i giovanissimi per cucire a mano vestiario e accessori per l’Occidente con turni orari insostenibili, maltrattamenti, paghe inique e diritto all’istruzione negato.
(La fabbrica dei bambini, https://www.youtube.com/watch?v=-Zuwnhd2M2w)
Sono incalcolabili i danni fisici e mentali connessi alle attività lavorative precoci; soprattutto quando non sussistono forme di sicurezza e tutela sui luoghi di lavoro.
Ricordiamo che proprio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile l’OIL e l’UNICEF hanno ribadito alcuni importanti obiettivi da conseguire: protezione sociale adeguata a tutti, che comprenda assegni familiari universali; aumentare gli investimenti per garantire un’istruzione di qualità e riportare tutti i bambini a scuola – compresi i bambini che non frequentavano le scuole anche prima del COVID-19; promuovere lavori dignitosi per gli adulti, così che le famiglie non debbano ricorrere all’aiuto dei bambini per generare un reddito familiare; porre fine a pericolose norme di genere e discriminazione che hanno un impatto sul lavoro minorile.
Investire in sistemi di protezione sociale, sviluppo agricolo, servizi pubblici rurali, infrastrutture e mezzi di sostentamento.
Il CNDDU, in occasione del 2021 definito come l’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile (ILO, https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_768867/lang–it/index.htm) che terminerà alla quinta edizione della Conferenza Globale sul Lavoro Minorile (5th Global Conference on Child Labour) da tenersi in Sudafrica nel 2022, propone a tutti gli studenti di ogni ordine e grado la realizzazione del progetto didattico “Una musica, una poesia, un racconto …. per i bambini liberi nel mondo” che sarà incentrato sulle personali realizzazioni degli allievi in tema con quanto proposto. #perbambiniliberinelmondo.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU