Nel 1984, durante la Parigi-Rouen, si iniziarono a stilare quelle che sarebbero state le regole delle corse automobilistiche, come ad esempio la lunghezza del circuito, la velocità delle automobili ecc.. L’associazione Internazionale Automobile Club Riconosciuti, che divenne poi l’ormai nota FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), sancì anche un’altra regola, quella riguardante il peso delle auto, che non avrebbe dovuto superare i 1000 kg. Nel 1946, nacque poi la Formula A, la prima categoria di automobili da gara, che poi divenne due anni dopo la F1. “Formula” perché rappresentava tutte le regole che riguardavano i piloti e le vetture e che ogni scuderia avrebbe dovuto rispettare.
La prima gara ufficiale di F1 fu disputata nel 1950 nel circuito di Silverstone, in Gran Bretagna. A fine campionato si sarebbe assegnato il titolo mondiale solo ai piloti e non ai costruttori. Le gare furono disputate in Svizzera, a Monaco, in Belgio, in Francia, in Italia, in Gran Bretagna appunto e a Indianapolis, proprio per catturare anche un pubblico d’oltreoceano. Il sistema di punteggio prevedeva che venissero assegnati 8 punti al vincitore, 6 al secondo classificato, 4 al terzo, 3 al quarto e un punto addizionale al pilota autore del giro veloce. Le gare erano 7 e valevano i quattro migliori risultati. Oggi invece abbiamo oltre 20 gare in un campionato e il sistema di punteggio prevede oltre al punto addizionale per il giro veloce, 25 punti al vincitore, 18 al secondo classificato, 15 al terzo e così via. Il campionato costruttori fu invece introdotto nel 1958. Negli anni 50 le vetture dell’Alfa Romeo dominarono le classifiche. Dalla fine degli anni 50 furono invece le vetture britanniche a dominare, tra le quali le Vanwall, le BRM e le Cooper.
Nel 1970 furono apportate delle modifiche alle auto per migliorarne le prestazioni ma anche per la sicurezza, ad esempio furono progettate tute ignifughe, cinture di sicurezza e il casco integrale. Proprio queste riuscirono a salvare la vita al grandissimo pilota Niki Lauda nel terribile incidente che lo rese protagonista nel 1976. Proprio Lauda fu il pilota che negli anni 70 divenne il dominatore assoluto dei campionati di F1, e con lui ricorderemo anche il suo rivale James Hunt. Entrambi si resero protagonisti in questi anni delle gare più belle di F1, e la loro rivalità sarà ricordata per sempre, non solo per la loro bravura ma anche grazie ai loro caratteri opposti: da una parte Lauda, pilota serio, diligente, impegnato, che non si concedeva nessuna distrazione; dall’altra Hunt, pilota molto stravagante, che non stava molto tempo in fabbrica con il team e che diede molto da parlare di sé per la sua vita diciamo molto movimentata tra jet-set, donne e vizi vari. Questi piloti dominarono tutti gli anni 70 e 80, Niki Lauda vinse 3 campionati del mondo, nel 75 e 77 con la Ferrari e nell’84 con la McLaren, Hunt vinse invece il campionato del mondo del 1976.
Dagli anni 90 abbiamo un cambiamento importante, infatti fu introdotta la componente elettronica nelle auto, dunque il cambio semiautomatico, il sistema di bloccaggio e il controllo della trazione. In questi anni le macchine che dominarono la scena furono le McLaren e le Williams. Fu il pilota brasiliano Ayrton Senna a dominare le classifiche vincendo i campionati del mondo del 1988, 1990 e del 1991 con la McLaren. La sua rivalità con il campione francese Alain Prost, campione del mondo nel 1985, 86, 89 e 93, fu una delle più intense della F1. In questi anni poi furono introdotte nuove norme di sicurezza in seguito al terribile incidente che coinvolse proprio il campione brasiliano Ayrton Senna, che a Imola, nel 1994, purtroppo perse la vita.
Dal 1994 abbiamo un nuovo dominatore, Michael Schumacher, che con la scuderia Benetton, vinse il mondiale del 1994 e del 1995. Passò poi alla Ferrari, con cui vinse da dominatore incontrastato nel 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004, aggiudicandosi ben 7 titoli mondiali, mai nessuno prima di lui ci era riuscito. Ebbe come rivali Raikkonen, con la McLaren e Juan Pablo Montoya con la Williams. Ricordiamo che nel 2005 e nel 2006 invece, a vincere il campionato fu un altro pilota che iniziò a occupare la scena in questo periodo, lo spagnolo Fernando Alonso, con la Renault.
Arriviamo ora al 2007, con l’arrivo del pilota britannico Lewis Hamilton in McLaren, primo pilota di colore nella storia della F1.Già alla sua prima stagione ottenne ottimi risultati, arrivò infatti secondo nel campionato al suo esordio, davanti a Kimi Raikkonen che vinse il campionato quell’anno con la Ferrari e al suo compagno di squadra, niente di meno che il già due volte campione del mondo Fernando Alonso. In caso di vittoria sarebbe stato il più giovane pilota vincitore di un mondiale e l’unico a vincere all’esordio a soli 22 anni. Riuscì a vincere il mondiale invece l’anno successivo, nel 2008, sempre con la McLaren, soffiando la prima posizione al brasiliano Felipe Massa, Infatti, i due si trovarono all’ultima gara con 7 punti di distacco a favore di Hamilton, a cui sarebbe bastata dunque una quinta posizione per laurearsi campione del mondo. Fino all’ultimo giro risultava sesto in gara, Massa era praticamente sicuro di aver vinto il campionato, ma all’ultimo giro Hamilton, con un sorpasso, riesce a guadagnare la quinta posizione e a diventare dunque il più giovane campione del mondo della storia a soli 23 anni.
Negli anni a venire, fu un altro pilota a dominare, il tedesco Sebastian Vettel, che, con la scuderia Red Bull, che prese il sopravvento anche in seguito alla crisi della McLaren, vinse i campionati del mondo del 2010, 2011, 2012 e 2013. Proprio a causa della crisi della McLaren, Lewis Hamilton decise di passare alla Mercedes nel 2012. I primi due anni non furono semplici, ma nel 2014, anche grazie al passaggio della F1 all’era turbo ibrida dei motori, la Mercedes, con Lewis Hamilton e il compagno di squadra, il tedesco Nico Rosberg, divenne leader incontrastata come scuderia nel campionato costruttori e piloti. Anche stavolta parliamo di una rivalità, quella tra Hamilton e Rosberg appunto, che ricorderemo come una delle più accese della F1.
Nel 2014 appunto, ad avere la meglio nel mondiale fu proprio Lewis Hamilton, che dopo innumerevoli battaglie con il compagno di squadra su tutti, riuscì a conquistare il suo primo campionato del mondo con la scuderia Mercedes anche con largo anticipo rispetto al compagno. Stessa cosa avvenne nel 2015, mentre il 2016 invece fu un anno molto difficile per Hamilton, non solo per svariati problemi che ebbe in pista ma anche per le tante polemiche fuori dalla pista tra lui e Nico Rosberg. Fu proprio quest’ultimo a spuntarla e a riuscire a vincere il suo primo mondiale di F1. Ma, alcuni mesi dopo la vittoria, Rosberg annunciò il ritiro dalla F1 e la Mercedes fu costretta a prendere un altro pilota; la scelta ricadde sul finlandese Valtteri Bottas. È importante dire inoltre che proprio nel 2016 vengono fatti i primi test per introdurre una nuova componente di sicurezza per i piloti, l’halo, che serve per proteggere la testa dei piloti, è composto infatti da una staffa che circonda la testa, collegata al telaio della vettura. Fu reso obbligatorio però nel 2018, Proprio in quest’anno riuscì a salvare la vita al pilota Grosjean durante un incidente.
In questi ultimi anni, dal 2017 ad oggi, abbiamo un solo leader incontrastato: Lewis Hamilton. Hamilton, in questi anni, ha vinto i campionati del mondo praticamente senza rivali, riuscendo a macinare record su record. Si aggiudica infatti ben 7 mondiali riuscendo a vincere anche quelli del 2017, 2018, 2019 e 2020 e portando anche la sua scuderia a vincere sempre il mondiale costruttori. Con i suoi 7 titoli mondiali è riuscito ad eguagliare il grandissimo Michael Schumacher, è arrivato a raggiungere ben 98 vittorie in F1, mai nessuno ci era riuscito prima, e ben 100 pole position, anche in questo caso nessuno era mai riuscito a raggiungere cifra tonda.
19 Giugno 2021,
Francesca Orrù