anche di insediamenti lunari e marziani e di come creare delle coltivazioni su questi corpi celesti.
«Gli ingegneri di Thales Alenia Space illustreranno i piani per la costruzione di moduli abitati attorno alla Luna (il primo è Halo) e di future stazioni abitate sulla superficie del nostro satellite – anticipa Franco Malerba, primo astronauta italiano e creatore del
Festival –. Il programma Nasa Artemis è in pieno volgimento e Thales Alenia Space, forte dell’esperienza maturata nella progettazione dei moduli della Stazione spaziale internazionale, è riuscita ad accaparrarsi il contratto Grumman per un elemento importante della stazione orbitante lunare Gateway. Ma al Festival dello Spazio ci spingeremo ancora più lontano, grazie alla presenza degli stand del progetto Rebus e della startup Space V, idealmente collegati tra loro, che anticipano un tema interessantissimo: quello delle coltivazioni nello spazio».
Il progetto Rebus (acronimo di Resource Bio Utilization) coinvolge Cnr, Enea, Thales Alenia Space, Telespazio e molte Università: a Busalla sarà presente la responsabile scientifica, la professoressa Stefania De Pascale, docente di orticoltura e floricoltura al dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli. In estrema sintesi, il progetto mira a inventare il modo per produrre vegetali come cereali, patate e soia in terreni ostili quali, appunto, quelli
della Luna e di Marte. Si parte dalle risorse disponibili in situ, le regoliti lunare o marziana (terreno simulato) arricchite delle sostanze organiche di scarto generate dagli astronauti, e si sperimentano colture idroponiche e, soprattutto, terreni variamente modificati. «La disponibilità di cibo fresco a bordo – spiega Malerba – è di grande valore per gli astronauti, siano essi in viaggio nel lungo itinerario per raggiungere Marte, oppure stabili su una base
lunare o marziana. Questo non soltanto per gli aspetti nutritivi, ma anche per produrre ossigeno a spese dell’anidride carbonica e per filtrare l’acqua attraverso la traspirazione delle piante stesse.
Gli studi per lo spazio, tra l’altro, insegnano come rigenerare le scarse
risorse disponibili e preludono all’agricoltura circolare sulla Terra». La startup SpaceV punta invece a sviluppare una serra multipiano adattiva per la coltivazione di vegetali in ambiente spaziale. SpaceV è uno spin-off di Germina, azienda che ha già brevettato una serra adattiva per il mercato indoor: a Busalla verrà presentata questa soluzione “terrestre” che anticipa la sua evoluzione spaziale.