La sanità del Lazio continua ad arrancare. “Rispetto ad altre Regioni – dice il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano – il trend negativo non si è arrestato neppure durante la pandemia quando, per affrontare l’emergenza, si sono adottati provvedimenti speciali. Il Lazio ha assunto 6.137 operatori sanitari non colmando il gap che lo separa da altre regioni, come sottolinea la Corte dei Conti nel nuovo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica. La settima posizione non è certo una medaglia al merito che conferma come il blocco del turn-over sia stato uno strumento scellerato che ha indebolito la sanità laziale”.
Giuliano pone l’accento su un dato: “Abbiamo 74,8 operatori sanitari ogni 100.000 abitanti, una dotazione al di sotto del 32% della media nazionale che è stabilizzato su 109,9 operatori per 100.000 abitanti. La scarsità di professionisti si ripercuote sui cittadini, che inevitabilmente finiscono per non godere in molti casi di servizi eccellenti e sui lavoratori costretti, loro malgrado, a turni estenuanti”. Il Segretario Nazionale della UGL Salute prosegue: “Non è solo un problema di uomini ma anche di strutture e mezzi. Ci sono 10 ambulanze acquistate e non ancora messe in strada e un solo Pronto Soccorso su quaranta è stato oggetto di interventi migliorativi. Chissà cosa dovremo aspettarci, se queste sono le premesse, per i lavori al San Giovanni-Addolorata, al Sant’Andrea e per quelli previsti all’Umberto I per il restyling necessario”.
Giuliano conclude: “Il Presidente Zingaretti e il suo Assessore alla sanità D’Amato devono prendere atto del fallimento della politica sanitaria regionale. Bisogna immediatamente intervenire con un massiccio piano di assunzioni, con forme di contratto che garantiscano stabilità e remunerazioni adeguate, e investendo sull’ammodernamento degli Ospedali ma anche sulla riapertura di poli storici come il Sant’Eugenio e il Forlanini”.