Il racconto mitologico della nonna sul clima della Sicilia
In questo inizio estate del 2021 che per me coincide con il periodo più desiderato dell’anno, un periodo di tranquillità e pigrizia lecita, vorrei condividere con voi una poesia… dedicata alla mia amata “l’Estate “e un racconto sulla stagionalità del clima in Sicilia…
Magia dell’estate
Ritorna l’estate
giorni infuocati dai caldi colori
ricorda la mente antichi sapori,
spiagge assolate,
corpi frementi…
Racconto Mitologico: il clima della Sicilia
Un altro getto di inchiostro per una storia che lentamente si dispiega a dipingere la Sicilia. Una terra di suggestioni, colori, sapori dove il sole trasumana le cose. L’isola in cui la bellezza si sedimenta in una miscellanea di culture e tradizioni. Concedetemi ancora del tempo per quel desiderio che continua a pungere incessante. Raccontare, scoprire, capire e conoscersi. Divulgare tradizioni, storie e leggende per poterci riappropriare della nostra identità.
Il ratto di Proserpina (secondo il racconto di nonna Giovanna…)
Tutto ebbe inizio un bel dì di primavera in una idillica Sicilia; isola in festa, creazione di una sinfonia dai colori tenui. Si racconta che il Dio Plutone, superbo e imperioso, emerse nei pressi di Ragusa, sui Monti Iblei. Non fu la scenografia dei fiori, né il verde rigoglioso e neanche il tepore dei raggi solari a destarlo di meraviglia. Fu l’immagine sinuosa e femminile di Proserpina, figlia di Cerere, attorniata dalle Ninfe; fu la vista di quella ragazza intenta a raccogliere i fiori sulle rive del fiume Irminio che destarono un guizzo in quegli occhi di fuoco e le mani protese ad artigliarla. Vana fu la fuga della giovane perché il rapimento fu veloce. Proserpina fu rapita dal dio degli inferi e portata nel suo regno; il dio in due falcate le fu addosso, l’abbracciò voracemente e portò via quel dolce peso.
Il ratto di Proserpina fu così rapido che nessuno seppe dare spiegazioni alla sconsolata Cerere. La madre la cercò, perlustrò in lungo e in largo il fiume Irminio e arrivò fino al monte Lauro. Domandava, piangeva e invocava il nome della figlia. Si rivolse anche a Giove per avere notizie, ma come poteva il re di tutti gli dei tradire Plutone, suo amato fratello? Passarono giorni e notti nel dolore e nella tristezza. La dea dell’abbondanza e della fertilità dei campi, afflitta e adirata, si scagliò contro gli uomini portando carestie, pestilenze e siccità. Un’isola martoriata e distrutta. Non più frutti, non più verde lussureggiante e sfumature di colore in Sicilia.
Il clima della Sicilia
La devastazione cresceva in maniera proporzionale alla sofferenza degli uomini per quella terra vessata. La moltitudine di uomini e di donne si rivolse a Giove. Lo supplicò, lo pregò e gli chiese di far cessare quel martirio. Fu solo allora che Giove si interessò alla figlia di Cerere. Giove inviò Mercurio da Plutone per imporgli di restituire Proserpina alla madre. A Plutone non restò che obbedire. Però, prima di farla partire, fece mangiare alla sua amata dei chicchi di melograno. Quei chicchi legarono Proserpina a Plutone, ma Giove, ormai irremovibile decise di far trascorrere a Proserpina otto mesi, da gennaio ad agosto, sulla terra assieme alla madre, quattro, invece, i mesi da settembre a dicembre, negli inferi con Plutone, stabilendo così l’alternanza di due sole stagioni climatiche in Sicilia.
La versione tutta Siciliana del racconto sul mito…
La versione del racconto mitologico con due stagioni è da riferirsi unicamente alla Sicilia. Nelle altre versioni, invece, i mesi concessi da Giove alla giovane sono così ripartiti: sei mesi ogni anno insieme alla madre (estate e primavera), e i sei mesi restanti insieme a Plutone (autunno e inverno).
Quello che ho cercato di cogliere nei racconti dei miti è il messaggio che ci invita a stare nel presente, a realizzare la nostra vocazione in “armonia” con quello che nei miti viene chiamato Cosmo, cioè la Natura. Le scoperte della psicologia ci spingono verso questa direzione: liberarci da tutti i condizionamenti sia relazionali che culturali per ritrovare il nostro posto nell’Universo, abbandonandoci alla “Vita”.
Salvatore Battaglia, Presidente dell’Accademia delle Prefi