La pièce – nella mise en scène di Roberto Tarasco, con la traduzione di Edoardo Erba e con i costumi di Francesca Di Giuliano (fonico Gianluca Meda, macchinista Raffaele Basile, aiuto regista Rachele Minelli), produzione di Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro e Argot Produzioni – trae spunto dalla vera storia di Florence Foster Jenkins. Il soprano statunitense, celebre soprattutto per la sua mancanza di doti canore, riuscì comunque a esibirsi alla prestigiosa Carnegie Hall di New York il 25 ottobre del 1944, per un recital attesissimo, i cui biglietti andarono esauriti con settimane di anticipo. Una figura affascinante per il suo coraggio e la sua determinazione nell’inseguire un sogno: la sua passione e il suo entusiasmo, la sua apparente imperturbabilità di fronte alle critiche, trionfano sulle spietate regole del mondo dello spettacolo e perfino sui canoni rigorosi della musica d’opera. Neppure la sua scarsa intonazione, la mancanza di senso del ritmo, la difficoltà nel tenere una nota, spesso sottolineate dai suoi detrattori, riescono a fermarla o a ridurla al silenzio. La dama dell’alta società, amante del belcanto e animatrice della vita culturale, era una autentica diva, dalle mises insolite e stravaganti, applaudita e apprezzata sia pure nella ristretta cerchia delle sue amiche e ammiratrici, nonché socie del suo club, poiché saggiamente preferiva limitare le sue esibizioni davanti a un pubblico selezionato, come per il suo recital annuale nella sala da ballo del Ritz-Carlton di New York.
Perfino la critica pareva stranamente benevola nel definire le sue performances, inserendo nelle recensioni quel tanto di ambiguità da lasciare nel dubbio e suscitare la curiosità: creatura ammirevole nella sua ingenuità, Florence Jenkins era solita attribuire le risate che accompagnavano le sue esibizioni all’invidia professionale delle rivali, si paragonava ad artiste come Frieda Hempel e Luisa Tetrazzini e pare sostenesse che «La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato». La sua carriera, iniziata dopo la fuga a Filadelfia con quel Frank Thornton Jenkins che sarebbe diventato suo marito e da cui divorziò nel 1902, fu favorita dall’eredità paterna: riuscì a inserirsi nella scena musicale della città, fondando e sovvenzionando il Verdi Club, prese lezioni di canto e cominciò a tenere dei recitals, esordendo nel 1912. Nel suo repertorio, accanto alle arie d’opera di compositori come Wolfgang Amadeus Mozart, Giuseppe Verdi e Richard Strauss, anche famosi lieder (compresi pezzi di Johannes Brahms e i “Clavelitos” di Joaquín Valverde Durán) e canzoni originali scritte da lei o dal suo accompagnatore, il pianista Cosmé McMoon. Finalmente – all’età di 76 anni – il soprano accettò di esibirsi davanti al grande pubblico, sul palco della Carnegie Hall: una catastrofe annunciata, data la sua mancanza di talento e bravura, ma da cui sorprendentemente Florence Jenkins uscì indenne, fermamente convinta della propria arte. Fu la sua ultima esibizione: morì un mese dopo, a causa di un attacco di cuore.
Florence Foster Jenkins – a cui è ispirato anche il film “Florence” di Stephen Frears con Meryl Streep – è stata a suo modo una donna di successo: una singolare “eroina” moderna che a dispetto di ogni impedimento, ostacolata dapprima dal padre e poi dal marito, è riuscita a diventare, seppure a modo suo, quel che desiderava essere: un soprano. Una personalità originale, quasi da romanzo, ma realmente esistita come testimonia una ricca documentazione, a partire dalle registrazioni che sembrano dar ragione ai suoi critici più spietati: eppure a dispetto della sua mancanza di senso del ridicolo, o della sua felice inconsapevolezza, la ragazza nata a Wilkes-Barre, in Pennsylvania ha trovato il modo per farsi strada nel mondo e perfino di mettersi in luce, in virtù della sua passione per l’opera e il belcanto.
Oltre la Scena – incontro con gli artisti: giovedì 10 giugno alle 17 presso la Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta n.2 a Cagliari, Francesca Reggiani e la compagnia racconteranno la genesi dello spettacolo, tra riflessioni sul rapporto fra teatro e società e sull’arte della commedia in una conversazione con la giornalista Maria Paola Masala nell’ambito de I Pomeriggi della Fondazione per Legger_ezza 2021 del CeDAC Sardegna.
(*ingresso libero – con prenotazione sulla piattaforma eventbrite)
I PROTAGONISTI
Francesca Reggiani è un’attrice, comica e imitatrice italiana di cinema, teatro e televisione.
Si diploma presso il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti ed esordisce in televisione nel programma La TV delle ragazze. Successivamente fa parte del cast del programma comico Avanzi in onda tra il 1991 e il 1993 su Rai 3. Per lo stesso canale partecipa alla trasmissione Tunnel, mentre per Canale 5 interpreta entrambe le stagioni della serie Caro maestro (1996 e 1997). Passa poi a Rai 2 nei programmi Disokkupati, La posta del cuore e, per finire, a Convenscion. Nel biennio 2002-03 fa parte del cast di Cocktail d’amore in onda in seconda serata su Rai 2. Parallelamente esercita la professione anche a teatro, in particolare firma il monologo Non è Francesca nel 1992 per proseguire nella stesura e direzione di altre opere, tra le quali Agitarsi prima dell’uso (1994), Strati d’animo (1999), Punti di vista (2000) e Patty e tutte le altre (2002).
Annovera inoltre alcune partecipazioni cinematografiche, tra cui spicca la partecipazione al film Intervista di Federico Fellini. Nel 2005 partecipa come concorrente al programma televisivo Ballando con le stelle. Successivamente è nel cast delle fiction Lo zio d’America 2 (2006) e Medicina generale (2007), entrambe trasmesse su Rai 1. Nel 2006 vince il Delfino d’oro alla carriera (Festival Nazionale Adriatica Cabaret). Dal 3 febbraio 2011 affianca Alba Parietti (della quale, all’epoca di Avanzi, faceva la parodia) nel suo nuovo programma Alballoscuro, in onda su LA7d. Sempre nel 2011 partecipa anche al nuovo programma comico di Rai 2 Base Luna.
Nella stagione 2010-11 è tornata inoltre a lavorare con Serena Dandini partecipando all’ultima edizione del programma Parla con me in onda in seconda serata su Rai 3. Nel 2012 lavora ancora con Dandini nel nuovo programma satirico The show must go off in onda su LA7 il sabato in prima serata. Nell’ottobre 2013, ospite del programma radiofonico Ottovolante su Radio 2, la Reggiani, imitando Sophia Loren, pronuncia parole su Napoli che suscitano grosse polemiche. Nel 2018 prende parte al remake de La TV delle ragazze intitolato La TV delle ragazze – Gli Stati Generali 1988-2018, in onda su Rai 3.
Massimo Olcese, nato a Genova nel 1957, si diploma alla scuola del Teatro Stabile. Noto al grande pubblico soprattutto per il duo comico Chiquito y Paquito formato con Adolfo Margiotta, con cui propone una serie di parodie le telenovelas, trasmessa all’interno del programma Avanzi nel 1993, è attore di teatro e cinema.
Numerosi gli impegni in TV e al cinema oltre a spettacoli teatrali che lo vedono protagonista. E’ anche regista, doppiatore e speaker radiofonico.
Lo vediamo in TV in Don Matteo e Rocco Schiavone, in onda proprio in questa stagione.
Francesco Leineri, compositore e polistrumentista, è diplomato in Composizione presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto la guida del M° Matteo D’Amico. Negli anni ha arricchito la propria formazione grazie a corsi extra accademici di vario genere (Maggio Musicale Fiorentino, Nuova Consonanza, Accademia Filarmonica Romana, etc.) e approfondendo parallelamente lo studio della direzione d’orchestra con i maestri Gianluigi Zampieri e Francesco Lanzillotta. Oltre agli ormai consolidati lavori nell’ambito di musica applicata al testo e all’immagine (teatro, danza, performance, installazioni, cinema e pubblicità) la sua produzione di musica assoluta ha fatto sì che si consolidassero rapporti anche con interpreti e istituzioni concertistiche di vario genere.
Suoi lavori sono andati in scena o eseguiti in Italia (PIF 2014, Castelfidardo; “Contro” ‐ Auditorium Parco della musica di Roma; “Assoli” ‐ Accademia Filarmonica Romana; Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; Museo della Scienza e della tecnica di Milano), Francia (Theatre de Verre, Parigi), Germania (UWE ‐ der festival 2016, Monaco), Repubblica Ceca (Setkani‐Encounter 2016, Brno), Svizzera (“Appunti di viaggio” 2010, Teatro La Darsena, Lugano), California (Spreckels Theatre, San Diego Fringe Festival 2015), Messico (Estacion Teatro, Tijuana), India (ITFOK 2017, Thrissur) ed Ecuador (Encuentro de los Andes 2013, Riobamba).
L’autore
Nato a Londra, Stephen Temperley è arrivato per la prima volta negli Stati Uniti da adolescente. Ha recitato in diverse commedie per il Public Theatre di New York prima di tornare a Londra. Lì si è esibito nel West End, in TV e in spettacoli teatrali. Da quando è tornato negli Stati Uniti, ha lavorato a lungo nei teatri regionali, a Broadway (la compagnia originale di “Crazy for You”) e off (“Up Against It”). “Beside The Seaside” è la sua prima commedia messa in scena alla Hudson Guild. A seguire “Money/Mercy” al Chelsea Theatre Center (“Mercy” è stato poi presentato al primo HBO New Writers Workshop a Los Angeles) e “DanceWith Me”, che ha debuttato al 18th Street Theatre per poi approdare al Centenary Stage. Ha scritto “That Kind of Woman” per Dodger Productions e “In The Country of The Free” per il Mint Theatre. Ha fatto la sua apparizione al Berkshire Theatre Festival in “Amadeus” nel 2006 e ha presentato in anteprima la sua opera teatrale “The Pilgrim Papers”, diretta da Vivian Matalon, a luglio allo stesso festival. “Souvenir” ha debuttato al Berkshire Theatre Festival prima di andare in scena a Broadway.
Il regista
Roberto Tarasco, nato a Torino è stato fondatore e direttore organizzativo del Laboratorio Teatro Settimo – Teatro Stabile di Innovazione (1982-2002).
Esperto musicale, regista, light designer, scenografo negli ultimi anni ha curato gli allestimenti (scenofonia http://www.treccani.it/vocabolario/scenofonia/ ) per Eugenio Allegri, Natalino Balasso, Alessando Baricco, Enrico Bertolino, Valerio Binasco Lella Costa, Laura Curino, Alessandro D’avenia, Arnoldo Foa, Valeria Moriconi, Marco Paolini.
Collabora stabilmente alla messinscena degli spettacoli e degli eventi di Gabriele Vacis e di Alessando Baricco.
Ha promosso e diretto spettacoli teatrali, allestimenti lirici, stagioni, progetti, festival, trasmissioni radiotelevisive, cerimonie e grandi eventi.
Dal 2002 a oggi ha periodicamente allestito spettacoli per il Teatro Stabile di Torino.
Dal 2001 al 2011 ha collaborato all’ideazione e allo sviluppo del Festival Torino Spiritualità e del Circolo dei lettori di Torino. Dal 2014 è direttore artistico del Teatro Sociale di Valenza.
Il 19 gennaio 2019 ha curato la cerimonia inaugurale di MATERA 2019 Capitale Europea della cultura.
Attualmente, sta lavorando alla realizzazione dell’Istituto di pratiche teatrali per la cura della persona, per il Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale; all’allestimento del Serse per i Teatri di Reggio Emilia; al progetto pedagogico Bella presenza nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.