L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), in prima linea per la difesa degli orsi del Trentino sia nelle aule giudiziarie sia sul territorio, apprezza l’interlocuzione che si è aperta stamattina tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento sul tema della gestione dei grandi carnivori. Auspichiamo che il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha incontrato a Roma il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, difenda fattivamente gli orsi e i lupi e non solo le categorie che affermano di essere danneggiate dalla loro presenza, come sinora ha fatto la Provincia di Trento.
«È ora che il presidente della Provincia di Trento Fugatti la smetta di pretendere di gestire orsi e lupi in solitudine, a colpi di ordinanze di cattura e persino di abbattimento», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Da sempre auspichiamo che la sicurezza del territorio non sia a scapito della libertà, del benessere e della vita stessa degli animali che abitano i boschi e le foreste del Trentino».
Le nuove linee guida sulla gestione dei grandi carnivori, messe a punto dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, ora in attesa del parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), non possono prescindere dalla tutela della fauna. Il Progetto Life Ursus, voluto per ripopolare il Trentino di orsi, è un progetto europeo, finanziato con denaro pubblico, nato per la tutela degli animali e non per perseguitarli. I metodi per una serena convivenza tra grandi mammiferi e popolazione ci sono, ma la Provincia di Trento li ignora.
«Abbiamo chiesto più e più volte che le associazioni a tutela degli animali fossero ascoltate dai decisori politici», prosegue il presidente Comparotto. «Lo abbiamo ribadito anche lo scorso agosto, quando l’allora ministro dell’Ambiente Costa e il presidente Fugatti annunciarono l’intenzione d’istituire un Tavolo congiunto di esperti per affrontare la questione della gestione dei grandi carnivori in Trentino. Senz’altro il ministro Lamorgese sa che l’opinione pubblica vuole i grandi carnivori del Trentino protetti e non uccisi o imprigionati. Chiediamo di essere ascoltati anche noi, che siamo la loro voce».