“Con l’accordo tra governo e sindacati, nel quale è stato accolto il principio che prima di sbloccare i licenziamenti bisogna passare per l’utilizzo della cassa integrazione, noi ci auguriamo che per quanto riguarda Whirlpool la multinazionale trasformi le lettere di licenziamento in proroga di cassa integrazione per 13 settimane che ci darebbero la possibilità di trovare una soluzione utile a scongiurare la chiusura.
Ci aspettiamo anche che tutti gli altri tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico, e quelle nelle aree di crisi complesse presso le prefetture che coinvolgono migliaia di lavoratori, utilizzeranno l’estensione della cig. L’elenco è lunghissimo: Sider Alloys, Embraco Acc, ex Lucchini di Piombino, Elica, Blutec, Industria Italiana Autobus, Bekaert, Jabil e tante altre. Non dimentichiamo che dietro a questi nomi ci sono intere famiglie in difficoltà.
Nel nostro settore metalmeccanico sono 100mila lavoratori coinvolti, che si aggiungono ai 250mila che hanno perso il lavoro nel manifatturiero nel periodo di crisi.
Per quanto riguarda l’ex Ilva, nell’ultimo periodo abbiamo registrato la mancanza di impegno diretto del governo, nonostante abbia messo a disposizione 400 milioni di euro entrando nel capitale di Acciaierie d’Italia. Il tema della transizione ecologica è cruciale: vogliamo sapere quanto dura e come salvaguardiamo prima di tutto la salute dei cittadini e dei lavoratori e i posti di lavoro.
Domani parte la cassa integrazione unilaterale per 4mila lavoratori a Taranto e altre migliaia a Genova rispetto a un mercato che invece è in salita. L’Italia sta importando acciaio di poca qualità e abbiamo problemi con i prezzi esorbitanti delle materie prime. Il governo dovrebbe intervenire immediatamente”.