Con ineffabile faccia tosta Landini, Sbarra e Bombardieri, i segretari del sindacato che fu, rivendicano la firma di un avviso comune sui licenziamenti raggiunto ieri a poche ore dalle manifestazioni, in verità davvero scarne, da loro convocate sabato scorso.
Nel pomposo accordo che ha riempito le prime pagine di stampa e televisione c’è scritto, senza bisogno di troppe interpretazioni, che la posizione del governo e dei padroni di sbloccare i licenziamenti dal 1° luglio tranne che per il tessile e i settori collegati, resta totalmente confermata.
La nota, sottoscritta “dopo ore di vero negoziato”, altro non è che una “raccomandazione” ai padroni affinché prima di licenziare approfittino delle 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, completamente gratuita e quindi completamente a carico dello Stato.
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Una vera e propria presa in giro, la conferma che per certa gente l’essere tornati ai tavoli che contano vale più dei contenuti della carta straccia sottoscritta su input padronale per fargli salvare la faccia.
Quindi da domani dovremo ringraziare qualche padrone opportunista che sceglierà, senza alcun onere per lui, di avvalersi del gentile cadeau offerto dal governo, se rinvierà i licenziamenti di qualche settimana.
Insomma, pandemia o non pandemia ai padroni va sempre tutto liscio come l’olio e a pagarne le conseguenze sono sempre le lavoratrici e i lavoratori, con il grazioso placet dei tre sindacati complici. La ristrutturazione post pandemia, già cominciata e fatta di lagrime e sangue, vedi l’omicidio di Adil, la scomparsa – leggi licenziamenti – di oltre un milione di posti di lavoro precari nell’anno trascorso, il peggioramento del codice degli appalti, l’aumento smisurato di morti di lavoro, oggi si arricchisce dell’infame accordo tra Draghi e i sindacati complici. La Sardegna oltre alle migliaia di posti di lavoro persi in questo periodo di pandemia, si appresta a perderne altre migliaia. Serve una risposta dura e determinata, serve una stagione di lotte operaie e generali capace di segnalare la rinascita di un nuovo movimento di classe, capace di bloccare l’attacco e invertire la tendenza.