«Apprendiamo, a dir poco basiti, di come ancora una volta gli sforzi profusi, per oltre un anno nelle corsie degli ospedali, a combattere contro un nemico subdolo e invisibile, abbiano ottenuto, per l’ennesima volta, come unica risposta, l’indifferenza assoluta. Siamo indignati nel renderci conto che, agli occhi della classe politica, l’aver sostenuto sulle nostre spalle, da soli, a rischio della nostra vita, il fardello dell’emergenza sanitaria, contribuendo in prima persona a portare il Paese fuori dall’incubo, oggi non meriti altro che un pericoloso voltafaccia, l’ennesimo purtroppo.
La nostra legittima rabbia fa riferimento all’art. 3, comma 7, del D.L. n. 80/21, quello che di fatto sopprime il previo assenso da parte dell’amministrazione cedente, di quei lavoratori che presentano domanda di trasferimento ai sensi del dlgs 165/2001. Finalmente, senza questo contestato vincolo, si favoriranno i trasferimenti del personale delle pubbliche amministrazioni su tutto il territorio nazionale. Purtroppo, dall’alveo di applicazione della norma viene escluso tutto il personale delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali tale vincolo, che di fatto continuerà a pregiudicare la mobilità che migliaia di infermieri e medici aspettano da anni, resta incredibilmente inalterato».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, critica fortemente un provvedimento che senza dubbio discrimina e penalizza non solo gli infermieri, ma tutti gli operatori sanitari. “Ho scritto, già nella giornata di ieri, una PEC al Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, stigmatizza il leader del sindacato, chiedendo con urgenza la modifica della disposizione in sede di conversione in legge. Si può fare, se il Ministro ne comprenderà l’importanza.
Questo uno stralcio delle parole di De Palma al Ministro Speranza.
“Caro Ministro, siamo esterrefatti nel dover dare atto che lo spirito di civico servizio ed il senso di responsabilità dei professionisti sanitari, che sulle loro spalle stanno aiutando il paese ad uscire da un’emergenza epocale ed ai quali è stato chiesto il massimo sacrificio durante la corrente pandemia, riceva come risposta una serie di limitazioni, peraltro sperequative, che non consente loro, nella maggior parte dei casi, di riavvicinarsi alle proprie famiglie e ai loro interessi, come invece accadrà per gli altri pubblici dipendenti”.
Il Nursing Up, Sindacato Nazionali Infermieri, chiede quindi attraverso il suo Presidente, a tutela anche delle altre professioni sanitarie che, si legge sempre nella missiva, “senza indugio si intervenga in sede di conversione del D.L. del quale si parla, per modificarne l’art. 3 comma 7, che di fatto esclude gli operatori sanitari interessati dall’alveo di applicabilità del provvedimento».