Mercoledì 23 giugno, alle ore 17, sarà l’installazione Gaia dell’artista Luke Jerram a inaugurare le Giornate del Respiro. Per un diametro di 7 metri, Gaia è la riproduzione fedele del pianeta Terra, visto dalla Luna. La superficie è stata creata attraverso la combinazione di immagini a alta definizione fornite dalla Nasa e consegna a chi la vede l’opportunità di osservare il pianeta Terra in tre dimensioni. L’opera mira a creare il senso di Overview Effect – definizione di Frank White nel 1987 – che provano gli astronauti e raccoglie alcune comuni caratteristiche: una profonda comprensione dell’interconnessione di tutta la vita sulla terra, un rinnovato senso di responsabilità per la cura dell’ambiente ma anche la percezione della fragilità del nostro pianeta.
Gaia inoltre diventa specchio dei grandi eventi sociali e, alla luce della crisi pandemica COVID 19, potrebbe fornire in chi la vede nuove prospettive sul ruolo dell’essere umano nel pianeta, restituire il senso che le società siano in relazione fra loro e perciò abbiano delle responsabilità reciproche. Le ripetute quarantene hanno anche acceso un rinnovato rispetto per la natura.
Per tutta la storia umana, si è osservato la luna, proiettandovi speranze, sogni e desideri. Soltanto nel 1968, attraverso la foto Earthrise della NASA, l’umanità fu in grado di vedere per la prima volta il pianeta azzurro che fluttuava nell’oscurità dello spazio.
Alle Giornate del Respiro Gaia diventa luogo di incanto, specchio dei grandi eventi della società, capace di ricollocare gli eventi umani in una cornice meravigliosa e insieme effimera.
Giovedì 24, si inizia con lo yoga con l’insegnante Meera Mascia, si prosegue con i percorsi escursionistici organizzati da NaturAbilmente, con la visita al Museo della Memoria Mineraria e con il laboratorio di respirazione creativa di Sandra Giura Longo.
C’è inoltre al Parco Riola la prima tavola rotonda dal tema: Architettura sensibile e arte pubblica nei contesti di spopolamento, con Francesco Careri (Università Roma3, Arti Civiche), Maddalena Achenza (Università di Cagliari, Architettura in terra cruda, Culture costruttive e sviluppo sostenibile) Matteo Lecis Cocco Ortu (Sardarch), Paola Serrittu (LandWorks) e Pino Giampà (collettivo Giuseppefraugallery Villaggio Normann Gonnesa).
Gli spettacoli che abitano Fluminimaggiore giovedì 24 giugno, per le Giornate del Respiro sono: Kumbhaka di Spaziodanza, alle ore 17 al Teatro del Respiro di via Asquer, alle ore 20.30 la performance site-specific Cronache del Suono Sospeso collettivo Infrasuoni dell’ex asilo Filangieri e alle 21.30 L’avvoltoio di César Brie, che tratta della spinosa questione degli insediamenti militari in Sardegna.
Le associazioni propongono dei momenti di celebrazione rivolti a San Giovanni a Parco Riola e a Capo Pecora, con i fuochi e le celebrazioni del solstizio d’estate.
L’installazione interattiva di Eva Bubla apre alle 11.30 al pubblico al Parco Comunale (zona fontana), e sarà presente fino alla fine delle Giornate del Respiro. Flatus Resonantes-una dimensione onirica, installazione a cura del progetto Amori Difficili,- guidato da Francesco Bonomo – con le ceramiche realizzate da Martina Silli (Heart Studio), occuperà la spiaggia di Portixeddu, dalle ore 17.
Gli artisti Nicolas Lange e Corinna Gosmaro conducono la loro ricerca lungo le strade di Fluminimaggiore, incontrando la cittadinanza e scoprendone le narrazioni.