Le autostrade liguri sono ormai da mesi sotto pressione, prima a causa della tragedia del Morandi, quindi per i cantieri di manutenzione che sono stati aperti in tutti i nodi strategici dei tratti che collegano la Liguria con le altre regioni del nord ovest e la Francia. Già oggi le conseguenze sul traffico di mezzi pesanti, e quindi sull’assetto del sistema logistico-portuale che fa perno sugli scali e di Genova e Savona, sono particolarmente rilevanti. Idem dicasi per i flussi turistici su auto private costretti a impattare con ingorghi e code interminabili.
Cosa accadrà quando la ripresa economica e produttiva si sarà davvero innescata? Cosa accadrà quando i flussi di traffico da e per i porti subiranno gli incrementi che tutti auspicano? Cosa accadrà quando sull’asse Genova-Ventimiglia si registrerà un’impennata di traffico camionistico conseguente l’entrata in pieno esercizio del maxi terminal container di Vado?
Le risposte sono sotto gli occhi di tutti e sono sintetizzate nel rischio di black out che incombe sul più importante tronco autostradale d’Italia.
Da queste considerazioni nasce il rilancio di un progetto troppo frettolosamente abbandonato di un bypass autostradale fra le Genova Ventimiglia e l’Alessandrino.
Il 26 luglio alle ore 15, presso la sede della Provincia di Savona, progettisti, operatori economici e portuali, ma specialmente le massime Istituzioni nazionali, nonché territoriali liguri e piemontesi si confronteranno su modi tempi e metodi per affrontare con un “passaggio a nord ovest” la nuova grande emergenza.