La presa di posizione dell’ex Ad di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, che si è autodefinito vittima di persecuzioni, è un insulto in primis per i morti del crollo del Ponte Morandi, ma è anche un monito che non può non essere ascoltato: i centri di potere economico, che dominano il Paese e che vantano larghe connivenze nella politica e nella comunicazione, sono sempre vivi e vegeti. Solo scelte esemplari, come quella relativa al sequestro di Aspi e alla conferma di un comportamento finanziariamente, societariamente ed eticamente del tutto scorretto sfociato nell’utilizzo dei pedaggi per finanziare a costo zero l’acquisto di Aspi da parte di Atlantia, potranno fornire al Paese la prova che qualcosa può cambiare e sta cambiando.
Ad esprimersi così sono i vertici del Comitato San Cristoforo, che rappresenta autotrasportatori, imprese artigiane, terminalisti portuali che sono scesi in campo oggi sollecitando un intervento risolutivo e coraggioso della magistratura sul ricorso presentato dallo stesso Comitato e per altro “avvallato” dalla Commissione Europea.
“Combattiamo – afferma Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito – contro un gigantesco muro di gomma che all’insegna del potere ha l’effetto di oscurare anche le delibere dell’Unione europea, se queste non fanno comodo. L’operazione che ha decretato l’acquisto di Aspi da parte di Cassa Depositi e Prestiti, che consisterebbe nel pagare tre volte il conto di servizi non resi, al concessionario Atlantia, prima o poi finirà sotto la lente di qualcuno che abbia il coraggio di dimostrare che esiste ancora una legalità nel nostro sistema Paese. In quel momento noi ci saremo”.
“Se passerà questo metodo – afferma Barbara Banchero, segretario di CNA Genova – e se Cassa Depositi e Prestiti diventerà lo scudo di copertura di queste operazioni, ogni concessionario di beni pubblici si sentirà in diritto e sarà in diritto, in virtù di questo precedente, di onorare i suoi impegni rispetto allo Stato concedente utilizzando dei “pagherò” e forme di leverage basate sui futuri ricavi derivanti dalla concessione. Ovvero a costo e rischio zero”.