I 101 anni di Alberto Sordi saranno festeggiati sabato 26 giugno alle 19 da Studio Aperto Mag, il contenitore quotidiano in coda all’edizione del tg di Italia 1 diretto da Andrea Pucci. Nello speciale, curato da Antonello Sarno, il cugino dell’Alberto nazionale Igor Righetti, giornalista e conduttore radiotelevisivo, autore del pluripremiato volume “Alberto Sordi segreto” (Rubbettino editore) giunto alla decima ristampa in un anno dall’uscita, racconta tanti aneddoti e curiosità della vita fuori dal set del grande attore, svelati per la prima volta nel suo libro. Saranno mostrate anche numerose foto di Sordi da bambino e da adolescente assieme ai suoi parenti e ai suoi genitori nonché scatti personali o durante le pause di lavorazione di alcuni suoi film.
“Sulla vita privata di Alberto – dice Igor Righetti – sono state dette tante menzogne e falsità – lui le definiva ‘un parto della fantasia degli uomini che cela interessi di parte’ – messe in giro dopo la sua morte da chi millanta grande amicizia con lui, improbabili confidenze da lui mai fatte in quanto molto diffidente ed estremamente geloso della propria vita privata. Nessuno, a eccezione di noi familiari come mio nonno Primo Righetti o mio padre, per esempio, che lo hanno frequentato fin da bambino e da ragazzo, conosce Alberto fuori dal set. Falsità che ho smantellato nel mio libro con documenti, foto e decine di testimonianze esclusive”. È anche in preparazione il primo docufilm in più lingue sulla vita dell’Alberto nazionale fuori dal set tratto dal libro di Righetti “Alberto Sordi segreto” (prefazione di Gianni Canova) giunto alla decima ristampa con cinque Premi letterari ricevuti, di cui due internazionali, e che sta spopolando anche all’estero grazie alla versione ebook del volume. Il docufilm, prodotto da Cameraworks di Roma di Massimiliano Filippini con direttore della fotografia Gianni Mammolotti e su soggetto e sceneggiatura di Igor Righetti, racconterà, attraverso la fiction, la vita dell’attore da bambino e da ragazzo, dal 1924 al 1944, alternando la narrazione con testimonianze dei suoi amici veri, famosi e non, riprese dei luoghi cari ad Alberto Sordi, foto, contributi audio e video inediti. “Non ci sarà alcun attore che imiterà o scimmiotterà Alberto come accaduto in passato – sottolinea Righetti – in quanto il periodo preso in esame riguarderà la sua infanzia e la sua giovinezza, di cui nessuno può sapere nulla. Lui era unico e inimitabile e una sua riproduzione sarebbe imperdonabile dai suoi fan”.
Tra i tanti aneddoti svelati da Igor Righetti a Studio Aperto Mag c’è anche il perché il rapporto di amicizia tra Alberto Sordi e Nino Manfredi si interruppe in modo brusco dopo le riprese del film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” del 1968 girato in Angola e diretto da Ettore Scola, grande amico dell’Alberto nazionale fin dai tempi in cui, giovanissimo, era uno dei suoi autori dei testi dei programmi radiofonici.
“A noi familiari – spiega Igor Righetti – Alberto non ha mai parlato di Manfredi come suo amico. Anzi, ci svelò che se lui era avaro, Manfredi era veramente tirchio. Caratteristica confermata sul mio libro anche da Pippo Baudo”. Le motivazioni della fine dell’amicizia tra i due attori le svelò lo stesso Manfredi in un’intervista a Marco Spagnoli pubblicata nel 1994: “Alberto Sordi – riconobbe Manfredi – è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio. È un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che se stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito. Quando giravamo nel ‘68 in Angola ‘Riusciranno i nostri eroi…’ gliel’ ho detto pure a lui. Gli ho detto: ‘Senti Albè, ma perché non te prepari?’. Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non i film dove manco ci incontravamo e pensa che prima, noi abbiamo vissuto tanto assieme. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov… Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi”.
“Un rapporto quello tra Sordi e Manfredi – conclude Igor Righetti – che non si è più ripreso tanto che Alberto, ormai malato, nel 2001 partecipò alla proiezione della versione restaurata di ‘C’eravamo tanto amati’ in cui recitava Manfredi, ma a noi familiari disse di esserci andato soltanto per il suo grande amico di sempre Ettore Scola, regista di quel film”.