Grande successo per il recente concerto del chitarrista nuorese Cristiano Porqueddu nella prestigiosissima location del Tchaikovsky State Conservatory di Mosca, che ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica.
“Il concerto di Cristiano Porqueddu è arrivato dalla Sardegna, come una fresca brezza, a segnare a Mosca, nel tempio della musica del Tchaikovsky State Conservatory un nuovo modo di concepire la tecnica chitarristica, il repertorio il ruolo del chitarrista nel mondo del concertismo.”
“Porqueddu ha una profonda conoscenza dell’arte che deriva dai suoi studi musicali, pittorici e letterari inclusa la poesia e la filosofia ed è un vero portavoce del repertorio della chitarra del Novecento e Contemporaneo.”
“Svegliatevi dal trambusto contemporaneo e ascoltate questo straordinario interprete: quando suona assume un potere magico che conquista ogni cosa e irradia la felicità pura del fare arte.”
Queste alcune frasi di encomio ricevute da compositori, musicisti e critica che hanno avuto la fortuna di assistere ai concerti di Porqueddu.
Una serie di appuntamenti previsti dal ricco e prestigioso calendario del suo tour mondiale che lo terrà impegnato fino alla metà del 2022.
Una serie di concerti di altissimo livello basati su un repertorio di estrema complessità che lo hanno elevato ad uno dei massimi interpreti del repertorio per chitarra del XX e del XXI secolo.
D: Come si affronta questo tipo di repertorio?
R: “Il Novecento e il repertorio contemporaneo hanno necessità di un background che va ben oltre la capacità esecutiva strumentale. Questa è data per scontata ma occorre sia affiancata da un serio ed esteso lavoro sul contesto storico, una profonda analisi del repertorio e delle vite degli autori che si decide di interpretare soprattutto nel caso gli autori abbiano scritto per altri strumenti o formazioni”
D: “Il pubblico di Mosca, decisamente tradizionalista, ha acclamato la tua esecuzione di musica che non si è mai sentita in un concerto. Questo come lo spieghi?”
R: “Il pubblico, quello preparato e quello meno preparato, percepisce la qualità della composizione e della sua interpretazione. Non ho mai avuto dubbi in merito. Se il percorso di preparazione è serio e se la visione dell’opera è completa l’ascoltatore lo avverte.”
D: “Quale è stata la sensazione che hai avuto nel suonare davanti ad un pubblico come quello del Conservatorio di Mosca?”
R: “Il pubblico è l’unico compagno che posso ammettere durante un concerto: tace, ascolta e se si fa prendere per mano fidandosi di me posso condurlo verso un piano differente di percezione. Non importa che cosa sa e che cosa non sa. Ciò che mi occorre è che si lasci andare. Ebbene, qui ho trovato un pubblico così, contraddistinto da un’attenzione sottolineata da un silenzio sovrannaturale e la magnifica sala che rispondeva a tutte le mie richieste dinamiche e timbriche. Un paradiso per chiunque stia bene, da solo, sul palcoscenico.”
D: “Quali sono le doti richiesta da uno strumentista per suonare brani di questa difficoltà?”
R: “La difficoltà strumentale (quella meccanica che si risolve sullo strumento) è superabile con un determinato tempo di pratica. La scuola chitarristica contemporanea forgia giovani musicisti in grado di risolvere la stragrande maggioranza del repertorio in questione. Il punto è cosa accade dopo: è necessario comprendere che pagine simili hanno necessità di interpreti e non di esecutori, pena la perdita di gran parte del gusto di fare arte e di ascoltarla, naturalmente. Per dar forma ad un impianto interpretativo convincente e che catturi chi ascolta indipendentemente dalla conoscenza che egli ha del brano, è necessario procedere ad uno studio che abbraccia arti diverse, che contestualizzi l’opera nel suo tempo e quindi, conseguentemente, dallo studio della vita dell’autore alle sue opere, passando per il suo tempo e i suoi contemporanei. Tutto questo, forma una consapevolezza della composizione che consente un’esecuzione ad un livello ben più alto.”
D: “Il tuo tour si sta svolgendo nell’ambito di una pandemia globale. Come hai affrontato la cosa logisticamente?”
R: “A livello logistico devo tutto allo staff di Portale Sardegna che grazie ad una professionalità fuori dal comune mi ha consentito di avere i viaggi organizzati con precisione millimetrica. Un supporto indispensabile.”
D: “Dopo Mosca?”
R: “Sarà il turno di tre concerti negli Stati Uniti uno dei quali presso la Carnegie Hall di New York dove ritorno dopo quattro anni con un repertorio completamente rinnovato. Sarà senza dubbio un altro momento da gustare a pieno.”
Cristiano Porqueddu è un chitarrista sardo conosciuto in tutto il mondo per una discografia che la critica europea ha definito “titanica”. Il suo contratto discografico con la major olandese Brilliant Classics ha consentito la distribuzione in più di quaranta paesi dei suoi oltre cinquanta compact disc distribuiti in ventidue distinte release accolte con estremo interesse dalla critica di tutto il mondo. Scrive musica con la quale ha vinto concorsi internazionali di composizione in Europa, America e Asia, è direttore artistico di un organismo culturale di nome Musicare dal 1998 e insegna in quattro diverse scuole della sua isola, la Sardegna, a cui è legato nello spirito e nel modo di essere. E della sua isola, dal mese di Febbraio del 2020 sta esportando l’immagine grazie alla manifestazione internazionale Sardinia_Moving_Arts, finanziata dalla Comunità Europea e dalla Regione Autonoma della Sardegna: importanti compositori del calibro di Angelo Gilardino, Leo Brouwer, Dusan Bogdanovic, Franco Cavallone ed altri hanno scritto per lui nuove composizioni di cui sta curando la pubblicazione con l’editore canadese Les Productiond d’OZ.
Un musicista guidato da una ispirazione alimentata da passione e costanza, amore per l’arte e perseveranza. Di lui il grande compositore Angelo Gilardino ha scritto recentemente: “Tra i concertisti che hanno dedicato la loro arte alla chitarra classica Cristiano Porqueddu rappresenta un’eccezione. Al di là delle doti di virtuoso e del fascino del suo modo di suonare, infatti, mostra una capacità unica di esplorare il repertorio del suo strumento e di svelare al pubblico le pagine più meritevoli – eppure quasi sconosciute. I suoi concerti e le sue registrazioni illuminano la storia della musica per chitarra classica da una prospettiva completamente nuova e affascinante, e fanno della sua arte un caso senza precedenti di freschezza e sostanza musicale.”