S’intitola “Travelling Tragody” il nuovo progetto del Teatro Tragodia con la direzione artistica di Virginia Garau che parte – è il caso di dirlo – DOMANI (sabato 26 giugno) alle 19 sulle note agrodolci di “Just Forever (semplicemente per sempre)” – in scena nel nuovo Spazio all’Aperto della Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche dell’Università degli Studi di Cagliari per Suoni e Ritmi per la Pace 2021 / Festival Incontriamoci all’Aperto a cura del Palazzo d’Inverno – e proseguirà fino a settembre tra le città e i paesi dell’Isola.
Un festival itinerante che attraversa la Sardegna da Sud a Nord, da Cagliari ad Alghero, passando per San Gavino Monreale, Terralba, San Sperate, Sardara, Genuri, Atzara, Guasila, Bitti, Lula, Musei, Posada, Allai, Sinnai, Santa Giusta, Masullas, Tuili, Portoscuso, Villaurbana, Sennariolo, Collinas, Borore, Villasor, Palmas Arborea, Mogoro, Solarussa, Siddi e Villaverde. In cartellone oltre a “Just Forever”, la divertente commedia musicale scritta e diretta da Virginia Garau – protagonista sulla scena accanto a Nigeria Floris, Daniela Melis e Carmen Porcu – anche lo spettacolo metateatrale “Baracca & Burattori (con Cenerentola)” e il reading “Le Spose della Luna” e ancora fiabe e leggende sull’origine dell’arte della tessitura in Sardegna con “Istòs”.
Le “anime resilienti” del Teatro Tragodia hanno trasformato il tempo “vuoto” della “sospensione” delle manifestazioni in un’opportunità di crescita e nell’occasione per sperimentare nuovi linguaggi dando forma a nuove iniziative e progetti capaci di raccontare il presente attraverso la creazione di reti e preziose sinergie e di ridisegnare la “mappa” dei luoghi della cultura in Sardegna.
“Travelling Tragody” unisce idealmente decine di palcoscenici dell’Isola in una vertiginosa tournée quasi a voler contraddire le limitazioni imposte dal lockdown e generare un “movimento teatrale” con artisti e tecnici “on the road”, per disegnare una nuova “costellazione” di incontri con il pubblico delle diverse fasce d’età, cui far riscoprire il piacere di assistere a uno spettacolo dal vivo tra parole, suoni e visioni. “Travelling Tragody” ovvero una “compagnia viaggiante”, quasi una moderna versione del carro di Tespi per raggiungere le diverse località, anche distanti fra loro, percorrendo le strade della Sardegna, che (ri)diventa nella stagione più calda, anche in virtù dei tanti spazi en plein air, un’Isola del Teatro.
GLI SPETTACOLI
Si parte con “Just Forever (semplicemente per sempre)”, la nuova produzione del Teatro Tragodia con drammaturgia e regia di Virginia Garau, anche protagonista sulla scena insieme con Nigeria Floris, Daniela Melis e Carmen Porcu, e con i Siparietti Finali dei Quadri a cura di Marco Nateri: una scoppiettante commedia musicale in cui attraverso le trasformazioni di un “gineceo impazzito” si narrano l’evoluzione della società e i mutamenti della cultura e dei costumi in Italia dagli Anni Quaranta ad oggi. Un vivace e colorato affresco del Belpaese a ritmo di musica con lo spettacolo che descrive i preparativi per le nozze di una giovane donna, intorno alla quale si riuniscono, discutono, si preoccupano, litigano e si scambiano maliziosi pettegolezzi «una mamma spregiudicata e libertina, una nonna disincantata, una zia zitella e timorata di Dio (ma con qualche scheletro nell’armadio) e un’amica della sposa». Il rito del matrimonio diventa la cartina di tornasole attraverso cui si rivelano i profondi cambiamenti nel modo di vestire, di comportarsi e di ragionare e le molteplici sfaccettature dell’universo femminile, per una riflessione sul ruolo e sulla condizione delle donne, con una cifra ironica e perfino qualche punta di satira, ingredienti fondamentali di una pièce divertente e coinvolgente, capace di far sorridere e pensare. Tra passione e romanticismo, le protagoniste di “Just Forever” si confrontano con il sentimento universale dell’amore in tutte le sue declinazioni, riempiendo e disfacendo ogni volta le valigie per raggiungere la sposina: una perfetta metafora delle “vite in transito” degli artisti, spiriti “nomadi”, instancabili girovaghi nel segno della bellezza. Tra gli spunti di attualità, il tema dell’attesa ripartenza dell’attività dei “wedding planners”, un settore duramente colpito dalle conseguenze della pandemia ma che – come ricordano anche le eroine dello spettacolo – non potrà andare in crisi finché le spose continueranno a sognare di vivere nel mondo migliore e rendere indimenticabile “il giorno più bello”.
Nel cartellone di “Travelling Tragody” non poteva mancare “Baracca & Burattori – con Cenerentola” del Teatro Tragodia, con ideazione, drammaturgia e regia di Virginia Garau: un omaggio alla grande tradizione del teatro di figura, con lo spettacolo interpretato da Daniela Melis, Ulisse Sebis e Virginia Garau, che prendono il posto delle classiche “teste di legno” per rappresentare una delle fiabe più conosciute e amate. Cenerentola, vittima delle angherie delle due sorellastre, questa volta riesce a prendersi qualche piccola rivincita, quando pur nella sua mitezza e gentilezza d’animo sceglie di reagire invece di continuare a subire passivamente lo scherno e la prepotenza di quelle due insopportabili e arroganti (quasi) parenti. Sulla falsariga della trama originale, tra comiche invenzioni e buffe gags gli attori-burattini mettono in scena una vicenda esemplare di “bullismo”: in fondo le sorellastre con i loro dispetti e le loro cattiverie non sono altro che due “bulle” ante-litteram, due ragazzotte presuntuose e alquanto maleducate che tentano di nascondere le proprie insicurezze dandosi un sacco di arie e maltrattando la povera Cenerentola. In questa versione della fiaba la protagonista non resterà in silenzio ma deciderà di affrontare la situazione e mettere fine alle vessazioni, cambiando il finale della storia in un vero e allegro “lieto fine”.
Sotto le insegne di “Travelling Tragody” debutta – in forma di reading – “Le Spose della Luna” di Emma Fenu: il romanzo, ambientato nella Sardegna di inizio Novecento si ispira alla storia di Paska Devaddis, la giovane di Orgosolo coinvolta nella crudele faida tra le famiglie dei Cossu e dei Corraine e costretta a rifugiarsi sui monti per sottrarsi alla giustizia, in seguito a un’accusa di omicidio, probabilmente infondata, che segnò il suo destino. Figura leggendaria, la bandita – morta di tubercolosi, aggravatasi nei giorni della latitanza e trasportata nella sua casa, dove venne ritrovata vestita dell’abito da sposa che non avrebbe più potuto indossare – rivive sulla carta in una narrazione avvincente: una vicenda di amore e odio, sullo sfondo di un contrasto legato, pare, a motivi di eredità e degenerato in una spirale di sangue e di vendetta, tra misteriose apparizioni e riti di magia bianca e nera. “Le Spose della Luna” , nella mise en espace del Teatro Tragodia, racconta «di donne forti come pietre nuragiche e potenti come dee, mosse da sentimenti ancestrali».
“Travelling Tragody” è anche “Istòs”, coproduzione de L’Effimero Meraviglioso e Teatro Tragodia, con Daniela Melis, Carmen Porcu e Giulia Giglio in scena con la compositrice, cantante e attrice Rossella Faa e con Massimo Perra alle percussioni (i costumi sono di Caterina Peddis e la penna grafica di Carol Rollo) per la regia di Maria Assunta Calvisi: la pièce, ispirata alla leggenda de “Il cervo in ascolto” raccontata da Salvatore Cambosu in “Miele Amaro”, rivela attraverso l’arte della tessitura l’identità di un popolo, intrecciata nel grande telaio della vita. Un’opera multimediale che sposa teatro e musica, antichi miti e favole e nuove tecnologie per narrare la maestria delle donne dell’Isola, capaci di intessere magnifici arazzi e tappeti, ornati da figure stilizzate di piante e animali: l’ordito e la trama diventano metafore dell’esistenza, in un saldo intreccio, ove il disegno completo appare solo alla fine. Una donna, dopo aver appreso la notizia della morte del marito, ferito durante una caccia al cervo, mette al mondo tre figlie femmine che diventeranno le custodi dei segreti dell’arte della tessitura, e li diffonderanno e tramanderanno attraverso le generazioni. Tra filastrocche e canzoni, riaffiora l’immagine del cervo, simbolo misterioso e ambiguo del legame tra la vita e la morte, tra Eros e Thanatos, in una pièce ricca di pathos e poesia, tra atmosfere fiabesche e interessanti spunti di riflessione fra memoria e identità-
“Travelling Tragody” è il nuovo progetto del Teatro Tragodia con la direzione artistica di Virginia Garau, realizzato con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dei Comuni dell’Isola e in collaborazione con la Cooperativa Il Sole / Natura e Cultura in Sardegna. Il Teatro Tragodia di Mogoro fa parte del collettivo di Intersezioni 2021 / rete di festival senza rete – a cura di Fed.It.Art. Sardegna per la promozione e la valorizzazione del teatro e della cultura dell’Isola e nell’Isola