Massimiliano Fazzini (geologo e climatologo Università di Chieti) : “Dove le precipitazioni scarseggiano, il destino ambientale è segnato; anche nel nostro territorio nazionale dove aree più o meno estese del Mezzogiorno e non solo – si pensi al delta del Po – si stanno già inaridendo dal punto di vista vegetazionale e anche a causa di altri fattori geografici, in assenza di adeguati apporti idrici estesi a tutto l’anno, potrebbero desertificarsi entro il 2060”.
Alluvioni ma anche fusione dei ghiacciai, falde acquifere, incendi: Il Forum Mondiale sull’Acqua del 2024 che vede la candidatura concreta dell’Italia è l’ultima, grande occasione.
“Il territorio italiano è da più giorni collocato nella morsa del maltempo; quello in senso lato, visto da che qualche anno anche condizioni di prolungata alta pressione, con cieli sereni ed assenza di precipitazioni oramai rientrano a giusta causa nella casistica di un tempo “non buono”.
Un’ Italia da esso drammaticamente spezzata in due: al nord domina incontrastata l’instabilità atmosferica ed il prezzo da pagare a nubifragi – peraltro non da record ma spesso accompagnati da intensi colpi di vento (non da trombe d’aria) e grandinate (quelle si violente) – sta di giorno in giorno crescendo, per fortuna, al momento non in termine di vite umane.
E ancora una volta occorre sottolineare, come accaduto per le devastate lande mitteleuropee non più di una decade fa che, a dispetto di fenomenologie intende ed estese sempre più frequenti, l’uomo ha devastato l’ambiente fisico, costruendo ancora oggi laddove mai si sarebbe potuto costruire, con effetti che solamente per gran fortuna non sono sempre luttuosi.
E se nelle regioni centrali sembra di vivere a Bangkok – tanto il caldo è divenuto afoso, insopportabile, al sud è meteorologicamente Africa, con temperature elevatissime e torride e laddove la natura tenta di riequilibrare il surplus termico presente, violenti venti concorrono in maniera determinante ma non innescante a provocare i più grandi e gravi incendi che il nostro territorio ricordi a memoria d’uomo. La splendida Sardegna è diffusamente ridotta a cenere e ci vorranno due, forse tre decenni per recuperare il patrimonio forestale andato in fumo. Incendi dolosi, sia chiaro, e anche qui l’uomo domina incontrastato nel procurare disastri.
E, come se non bastasse, il quadro previsionale relativo ai prossimi giorni evidenzia, dopo altri temporali probabilmente rovinosi ma limitati al settentrione, l’arrivo dell’ennesima ondata di calore di matrice subtropicale, una volta sconosciuta nel “bel paese” e oramai dominante nel trimestre estivo su tutto il bacino mediterraneo a discapito dell’amato anticiclone delle Azzorre.
I sociologi ogni giorno, stavolta con piena ragione, evidenziano come il problema climatico, quasi sempre identificato come problema “acqua”, sarà ovviamente dominante nei prossimi lustri; desertificazioni, migrazioni di massa, carestie, forse guerre per il possesso dell’oro bianco o magari anche terribili inondazioni, per passare da un estremo all’altro, saranno il leif motif delle politiche e delle economie globali.
Ed allora, torna sempre più in voga il discorso: troppa acqua, poca acqua…Certamente, dove le precipitazioni scarseggiano, il destino ambientale è segnato; anche nel nostro territorio nazionale dove aree più o meno estese del mezzogiorno e non solo – si pensi al delta del Po – si stanno già inaridendo dal punto di vista vegetazionale e anche a causa di altri fattori geografici, in assenza di adeguati apporti idrici estesi a tutto l’anno, potrebbero desertificarsi entro il 2060″. Lo ha dichiarato Massimiliano Fazzini, geologo e climatologo dell’Università di Chieti, Coordinatore del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale
“D’altro canto, i nubifragi, pur apportando notevoli quantità di acqua, non determinano una ricarica efficace delle falde profonde o superficiali, con ovvie ripercussioni sulla disponibilità idrica delle acque, spesso di qualità sempre meno eccelsa. E, dulcis in fundo, il global warming, particolarmente attivo nei sistemi climatici di alta quota – ha continuato Fazzini – sta sciogliendo gli apparati glaciali delle nostra splendide Alpi, depauperando, se possibile, anche il prezioso stoccaggio solido delle acque che ancora per poco avremo a disposizione
E allora un bagliore si evidenzia in un quadro fosco, dai toni cupi e realmente preoccupanti. “Rischiamo” di ospitare nel 2024 il DECIMO FORUM MONDIALE DELL’ACQUA, probabilmente uno degli ultimi appuntamenti in cui ci si potrà e dovrà coscienziosamente confrontare per decidere una volta per tutte – sperando che non sia troppo tardi – del destino del nostro pianeta che in largo e in lungo abbiamo depredato e stravolto sino a renderlo agonizzante”.
L’ultima grande occasione sarà il Decimo Forum Mondiale sull’Acqua. L’Italia ci crede!
” Dobbiamo continuare a crederci e ringrazio i tanti che stanno aderendo al Comitato promotore. L’Italia con la sua mentalità, le capacità e la qualità nell’organizzare bene gli eventi, può essere sede del Decimo Forum Mondiale sull’Acqua. A Brasilia, il Forum ha registrato la partecipazione di 100 Nazioni – ha affermato Endro Martini, geologo e Presidente di Italy Water Forum 2024 – 56 Ministri dell’Ambiente, 12 Capi di Stato, più di 100.000 visitatori. In Italia il Forum porterebbe una grande novità per tutta l’Umanità: i Rappresentanti di tutte le Religioni del Mondo che incontrerebbero i Rappresentanti di tutte le Nazioni per arrivare alla Carta del Rinascimento dell’Acqua che è necessaria perché siamo dinanzi ad un cambiamento globale. Ora ci sono tutte le condizioni per avere finalmente il Forum in Italia. Abbiamo iniziato politiche attive sulla Transizione Ecologica, abbiamo il Recovery Plan ed abbiamo il Recovery Fund ma soprattutto c’è nuovamente l’attenzione del Mondo sull’Italia. In Asia il Forum ci è andato già come in America ed in Africa, ora potrebbe ritornare in Europa dove è stato in passato ospitato dalla Francia. C’è la volontà del Governo italiano ed abbiamo importanti città che stanno sostenendo la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua”.
Il Nono Forum sull’Acqua che, è stato rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel Marzo del 2022.
“Italy Water Forum 2024” è il comitato promotore della candidatura dell’Italia a sede del X FORUM MONDIALE DELL’ACQUA:
Presidente il geologo Endro Martini e ne fanno parte il Sacro Convento di Assisi, il Comune di Firenze, Comune di Assisi, Consiglio Nazionale dei Geologi, ISPRA, Protezione Civile Nazionale , Istituto Nazionale di Urbanistica, Comune di Ferrara, Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni, Rotary International Club di Ottaviano, Meteo Giuliacci, Skopìa srl, Cae srl, Agronomist World Academy Foundation, Iat srl , Water Right and Energy Foundation, Triumph Group International, Archeoclub d’Italia e Centro Studi Alta Scuola dell’Umbria, istituto specializzato nella manutenzione e valorizzazione dei centri storici e del quale fanno parte Regione Umbria, Comune di Orvieto, Comune di Assisi, Comune di Todi che è stato l’animatore di questo progetto.