“L’arco di tempo in cui è possibile ritirare i farmaci salvavita è estremamente ridotto: quattro ore una sola volta alla settimana. Ma non è questo l’unico disagio: dopo aver fatto la fila, spesso dentro l’abitacolo di un’auto con 40 gradi al sole, è probabile che il farmaco richiesto non sia disponibile e si debba tornare a casa a mani vuote. É questo il calvario che da tempo sono costretti ad affrontare tutti gli utenti della farmacia territoriale del Distretto di Ales-Terralba. Pazienti diabetici, nefropatici, talassemici, che, senza appuntamento e senza garanzie in merito alla disponibilità dei farmaci, si recano al Poliambulatorio di Ales in cui non esiste neanche una sala d’aspetto”.
“Parliamo di persone con patologie – osserva Alessandro Solinas (m5s) – che vengono obbligate a fare la fila in piedi sotto il sole, e che magari sono arrivate da Terralba, Uras, Ruinas, Senis, Baressa, Sini, e hanno perso una mattinata intera per un’operazione che dovrebbe durare cinque minuti”.
Così, il consigliere regionale del m5s Alessandro Solinas ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione e all’assessore alla Sanità Mario Nieddu per sapere se siano a conoscenza della situazione in cui versa la farmacia territoriale del Distretto di Ales-Terralba e come intendano risolvere l’attuale grave disservizio.
“È inaccettabile che queste persone non possano avere garanzie in merito alla disponibilità del farmaco prima di recarsi al Poliambulatorio per il ritiro e che questo possa avvenire soltanto una volta alla settimana per carenza di farmacisti. É necessario che la Regione intervenga affinché il Piano del Fabbisogno del personale venga strutturato secondo una ricognizione effettiva delle concrete esigenze del territorio, prevedendo una disponibilità del personale per almeno cinque anni”.
“Chiedo inoltre all’assessore alla Sanità – conclude il pentastellato – di attivarsi con urgenza per garantire l’assistenza farmaceutica territoriale a tutti gli assistiti del Distretto, che non possono continuare ad affrontare assurde peripezie per ricevere quanto previsto dal proprio piano terapeutico”.