Fantasia in scena con “Cappuzzetto Rozzo” di Abaco Teatro in cartellone domenica 11 luglio alle 18.30 al Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero per un nuovo appuntamento con Teatri di Prima Necessità 2021 / Festival Intersezioni 2021 a cura del Teatro d’Inverno di Alghero con la direzione artistica di Giuseppe Ligios – nell’ambito della ricca programmazione di #FINALMENTEALGHERO con il patrocinio del Comune di Alghero e il sostegno della Fondazione Alghero. Una originale e divertente rilettura della celebre fiaba di Charles Perrault, tramandata (fortunatamente con un lieto fine) anche dai fratelli Grimm, dove le avventure della giovane sognatrice che si perde nella foresta e si attarda a conversare con una bestia feroce, ignorando il pericolo, si intrecciano ad una rinnovata sensibilità verso gli effetti dell’inquinamento e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse. La bambina innocente e ingenua, facile preda dell’infido seduttore, già pronto a divorarla, si rivela una ragazzetta capricciosa e testarda, ma arriva anche in questo caso il fatale appuntamento con il lupo… che le insegnerà l’amore per la Natura: una moderna favola adatta a grandi e piccini, che affronta temi importanti – dal rispetto per l’ambiente alla necessità di crescere, conquistando l’indipendenza e vincendo le paure.
“Cappuzzetto Rozzo” nell’inedita versione “ecologica” proposta da Abaco Teatro, con testo e regia di Rosalba Piras, anche protagonista sulla scena con Tiziano Polese e con Giuseppe Asuni, autore delle musiche e delle canzoni originali dello spettacolo, con l’immaginifica ed evocativa scenografia e i costumi di Marco Nateri, mette l’accento sull’importanza della tutela dell’ambiente e sull’amore per la natura. Focus sulla storia di una bambina “prepotente e distratta”, poco amante dell’igiene e particolarmente legata a quella sua sgargiante mantellina, che non toglie mai, tanto che da lì viene il suo soprannome, trasformato causa di un suo difetto di pronuncia in “Capuzzetto Rozzo”, s’intreccia a quella del grande albero, amico di tutte le piante e degli animali del bosco. La piccola dal temperamento ribelle, poco disposta ad ascoltare consigli e raccomandazioni dei “grandi”, viene mandata dalla madre alla casa della nonna ammalata e così con il suo prezioso cestino pieno di leccornie s’incammina attraverso il bosco: qui si muove con una inconsueta mancanza di grazia, calpestando i prati, lanciando sassi contro gli uccelli e spargendo dietro di sé gli involucri delle merendine.
La passeggiata si trasforma però in una vera avventura quando “Capuzzetto Rozzo” si imbatte – come in tutte le altre varianti della favola – con il temibile lupo… che si rivela molto diverso, e molto più “simpatico” di quanto avessero raccontato Charles Perrault e i fratelli Grimm. Insomma un lupo moderno, quasi un nuovo amico per la bambina, a cui rivelerà i segreti della flora e della fauna introducendola nell’affascinante regno della natura. Una pièce coinvolgente, tra suoni, parole e visioni, pensata per stimolare nei bambini la capacità di forgiare il proprio sguardo sul mondo e su di sé, e di sentire ciò che le fiabe hanno ancora da dire su temi che ci riguardano: la tutela e il rispetto della natura, come si diventa indipendenti, che cosa significa essere liberi, come ci si difende dalle forze oscure che abitano dentro e intorno a noi, come essere protagonisti di una storia di crescita.
Il Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero ospita nel foyer da domenica 11 luglio la mostra “La Bugia (Il sé nascosto)” con gli scatti del fotografo Roberto Masia: un viaggio alla riscoperta di se stessi, tra luci ed ombre ed il cammino illuminato da una flebile fiamma di candela. L’esposizione proseguirà poi con una seconda parte presso il Museo Casa Manno.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Ironia in scena – domenica 18 luglio alle 20.30 – con “Just Forever (semplicemente per sempre)”, originale commedia musicale con drammaturgia e regia di Virginia Garau e Siparietti Finali a cura di Marco Nateri: sotto i riflettori insieme all’autrice, altre tre attrici – Nigeria Floris, Daniela Melis e Carmen Porcu – per un vivace affresco dell’Italia dagli Anni Quaranta ad oggi. La pièce del Teatro Tragodia descrive – tra dialoghi e canzoni – l’evoluzione della società e la progressiva emancipazione femminile, come i cambiamenti nella cultura e nel costume, in particolare per quel che riguarda il matrimonio. Tra i preparativi per le nozze di una giovane donna, «una mamma spregiudicata e libertina, una nonna disincantata, una zia zitella e un’amica della sposa» formano un “gineceo impazzito” in cui tra i pettegolezzi di rito emerge la storia del Belpaese.
Viaggio nella cultura Queer – venerdì 23 luglio alle 20.30 – con “Il vuoto dentro”, intenso e coinvolgente monologo scritto e interpretato da Giovanni Trudu con la regia di Ivano Cugia (produzione Origamundi): « una giovane drag queen incarna il ruolo di narratrice e invita lo spettatore dietro le quinte dello show e della sua vita». Una pièce originale per un omaggio all’arte drag in cui gli interpreti – rigorosamente en travesti – si trasformano, recitano, cantano, danzano in uno stile sofisticato che rimanda alle dive e ai divi del passato, in un intrigante gioco delle parti. “Il vuoto dentro” racconta dubbi e incertezze, la lotta contro i pregiudizi, ma anche la gioia di vivere in un gioco di specchi tra finzione e realtà: «una rappresentazione teatrale sincera, divertente ma anche brutale che come la vita non può essere in bianco e nero ma attraversa un arcobaleno di emozioni».
Focus sulle molteplici sfaccettature dell’universo femminile – domenica 1 agosto alle 20.30 – con “Frammenti Rosa” del Bocheteatro, un monologo “irriverente” scritto e interpretato da Monica Corimbi, protagonista sulla scena sulle note di Omar Bandinu e Fabio Coronas con la regia di Giovanni Carroni per un’ironica riflessione sulle dinamiche di coppia e sulle complicazioni della vita a due. Storie d’amore e amicizia offrono lo spunto per approfondire vari aspetti di una relazione, tra il rischio della routine e le discussioni infuocate, la volontà di rimettersi in gioco e la capacità di sdrammatizzare le piccole e grandi tragedie del quotidiano. «“Frammenti Rosa” è uno spettacolo vivace sulle donne che sanno ridere di se stesse e che fanno ridere» sottolinea l’autrice – «dove la vicinanza che si crea con il pubblico innesca un clima di divertimento condiviso e crescente complicità».
Cronache di una rivoluzione – venerdì 6 agosto alle 20.30 – con “Su Connottu” de Il Crogiuolo, con Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, Gisella Vacca e Rita Atzeri (che ha curato anche l’adattamento del testo), per una inedita versione “al femminile” della rivolta contro la Legge delle Chiudende guidata da Paskedda Zau, vedova e madre di dieci figli, nel 1868 a Nuoro. Una mise en espace del dramma scritto dal poeta, romanziere e drammaturgo nuorese Romano Ruju, già portato in scena con successo dalla Cooperativa Teatro di Sardegna nell’allestimento firmato dal regista Gianfranco Mazzoni e impreziosito dalle “ballate” di Francesco Masala, per riscoprire una pagina emblematica della storia dell’Isola: la sollevazione popolare in difesa dei diritti dei più poveri, per la cui sopravvivenza era fondamentale l’uso comune delle terre pubbliche che l’amministrazione intendeva mettere all’asta e che sarebbero finite nelle mani di una élite.
Finale in musica – giovedì 12 agosto alle 20.30 – con “Sardigna caput mundi”, il nuovo progetto della cantante Claudia Aru per un ideale viaggio intorno al mondo sul filo delle note: la lingua sarda e le storie di vicinato insieme alla storia dell’Isola si intrecciano alle sonorità e ai ritmi di diverse regioni del pianeta, dal Delta Blues del Mississipi fino all’Estremo Oriente, dall’Africa al Centro America. Sul palco il Claudia Aru Quartet che schiera – accanto a Claudia Aru (voce) – Simone Soro al violino, Simone Sassu al pianoforte e Matteo Demuro alla chitarra, per un gioco di liberi accostamenti tra il tango argentino, il manouche francese e lo swing newyorkese, i ritmi africani, le sonorità indiane e ancora le pronunce giapponesi e l’allegria dissacrante messicana. «Un concerto che vuole essere un’esperienza multisensoriale per rompere gli indugi e riprendere, in qualche modo, a vivere» – spiega l’artista: «la Sardegna diventa così l’ombelico del mondo per riabbracciarlo, per aprirsi, per crederci di nuovo, per contaminarsi e contaminare».
VISIONI DI PRIMA NECESSITA’
Sguardi sulla contemporaneità con le mostre e le installazioni che “abiteranno” il Civico Teatro “Gavì Ballero” a cura di Aaron Gonzales: le “Visioni di Prima Necessità” si dipanano attraverso quattro percorsi espositivi che spaziano tra differenti linguaggi, dall’arte concettuale alla poesia, alla fotografia.
Si parte sabato 26 giugno con “Quando amo vedo doppio”, esposizione di “pensieri fluttuanti” a cura di Veronica Peana e Aaron Gonzalez: l’ebrezza del romanticismo trasmutato in carta ed inchiostro, reso tangibile nella sua volatilità. Due visioni accostabili ed insieme distanti di uno dei più grandi motori dell’umanità, genitore di gioia e dolore.
Gli scatti del fotografo Roberto Masia ne “La Bugia (Il sé nascosto)” – da domenica 11 luglio nel foyer del Civico Teatro “Gavì Ballero”: un viaggio alla riscoperta di se stessi, tra luci ed ombre ed il cammino illuminato da una flebile fiamma di candela. L’esposizione proseguirà poi con una seconda parte presso il Museo Casa Manno.
S’intitola “Sospetto Sospeso” l’installazione di Carla Carta – che sarà inaugurata lunedì 26 luglio nel teatro: un trittico di illustrazioni raffiguranti la crisi dei valori, ispirato a una raccolta di Fiabe del XVI secolo di François Rabelais in cui l’autore manifesta la sua visione critica della chiesa e della società attribuendo ai personaggi le sembianze di animali. Una critica dissacrante dell’immoralità e della corruzione con l’intento di recuperare in qualche modo l’umanità, i valori istintivi e corporei rigettando il dogmatismo.
Infine – da giovedì 5 agosto – il teatro ospiterà “Destrutturazione”, il progetto fotografico di Gaia Lampis che attraverso frammenti di corpo racconta una rinascita, una nuova consapevolezza dell’ego. In un’epoca costellata di selfie autocelebrativi, l’artista scava nelle pieghe della propria pelle, le irradia con la luce del sole, disegnando paesaggi di mondi inconsci ed inesplorati, senza quasi ricercare una visione erotica, ma puramente estetica del corpo nudo, nella sua forma più naturale.