Da questo messaggio si comprende molto chiaramente che “il problema” non si legge nella particolare intensità e cumulata delle precipitazioni quanto nella risposta idrologica e morfologica del territorio interessato dai fenomeni”. Lo ha affermato Massimiliano Fazzini, climatologo dell’Università di Chieti e Coordinatore del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.
“La violenta ondata di maltempo che ha messo in ginocchio parte del Belgio e la Germania occidentale è stata provocata dalla definizione di un “cut/off”, isolatosi dalla depressione principale attiva nel Nord Europa, con un nocciolo di aria molto fredda, di origine polare marittima, nella media troposfera a contrastare con quella più calda e ricca di umidita presente al suolo. La depressione in quota, occludendosi sulla Germania occidentale, anche a causa di un improvviso rallentamento del Jet stream in alta troposfera e ad una persistente – ha continuato Fazzini – e prolungata situazione di blocco anticiclonico sull’Europa centro-orientale, ha determinato piogge estese e persistenti che hanno “innescato” un sensibile e veloce aumento dei livelli idrometrici non solo dei piccoli bacini ma soprattutto di quelli maggiori, peraltro tutti afferenti al Fiume Reno.
Occorre sottolineare e confermare, dai pochi dati pluviometrici validati al momento disponibili che le intensità orarie della fenomenologia non si sono rivelate per nulla elevate – valori massimi di 21 mm/h – tra Bornheim e Plug, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, dove le cumulate in 16 ore hanno toccato valori tra 180 e 195 mm. Alcuni colleghi ci riferiscono di cumulate localmente prossime ai 250 mm/12 ore e di record pluviometrici mensili. Questa definita area è estesa per circa 1000 kmq, chiaro quindi il perché si siano verificate tali enormi criticità nel reticolo idrografico
Senza focalizzare ulteriormente l’attenzione sugli aspetti termodinamici e climatologici dinamici dell’evento, è sicuramente più importante osservare, da immagini e foto proposte sul web e sui media, che l’antropizzazione delle area così drammaticamente colpite dall’evento poco si discosta da quella che siamo soliti “ammirare” nel territorio italiano; del resto l’area oggetto delle alluvioni è molto densamente popolata e vi fiorisce un industria florida e massiva”.
“Il punto è sempre lo stesso: quando si costruisce nei paleoalvei o comunque in aree in cui si evidenzia dagli strumenti di pianificazione un rischio di alluvione elevato, ci si deve necessariamente attendere un “conto da pagare” salato.
E allora, colpisce e delude scientificamente che alcuni esimi studiosi abbiamo caratterizzato come eccezionale tale evento dal punto di vista pluviometrico – solo la statistica ce lo può eventualmente confermare o meno – e dare come oramai a priori da prassi, si dia la “colpa” al cambiamento climatico in atto. L’uomo è stato ancora una volta decisivo nell’occorrenza di tali drammatici – ha continuato Massimiliano Fazzini – eventi ma violentando l’ambiente fisico nel quale vive, costruendo laddove non si poteva costruire e soffocando corsi d’acqua spesso caratterizzati da una dinamica fluviale già di per se difficile da gestire.
Ed è questo l’ennesimo evento che evidenzia come il calcolo dei tempi di ritorno di eventi pluviometrici ed idrologici, peraltro finalizzati a progetti idraulici di notevole importanza non hanno più senso di esistere, se è vero che una pioggia abbondante di matrice ciclonica – come si può climatologicamente classificare al momento l’evento in questione – ha provocato questo terribile esito, in uno dei territori più avanzati e monitorati dell’intero vecchio continente”.
Troppa acqua e poca acqua.
“Troppa acqua perché le alluvioni ci sono ed anche tante e non solo in Germania, poca acqua perché abbiamo anche periodi molto caldi, di siccità – ha affermato Endro Martini, Presidente di Italy Water Forum 2024 – e dunque è essenziale portare in Europa, soprattutto in Italia, il Decimo Forum Mondiale dell’Acqua. Il nostro progetto di candidatura è basato su una grande novità: l’inclusione. Noi puntiamo ad un Forum inclusivo non solo nell’ambito delle relazioni umane ma inclusivo anche nei temi. Dobbiamo oramai andare e guardare verso nuovi orizzonti ma percorrendo molteplici cammini. E’ in atto un cambiamento globale ed il nostro progetto di candidatura si chiama proprio “Facing a Global Change – Affrontare un cambiamento globale”. Non c’è più tempo e la risposta possiamo trovarla proprio nel Decimo Forum Mondiale sull’Acqua”.
Il Nono Forum sull’Acqua che, è stato rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel Marzo del 2022.
“Italy Water Forum 2024” è il comitato promotore della candidatura dell’Italia a sede del X FORUM MONDIALE DELL’ACQUA:
Presidente il geologo, Endro Martini e ne fanno parte il Sacro Convento di Assisi, il Comune di Firenze, Comune di Assisi, Consiglio Nazionale dei Geologi, ISPRA, Protezione Civile Nazionale , Istituto Nazionale di Urbanistica, Comune di Ferrara, Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni, Rotary International Club di Ottaviano, Meteo Giuliacci, Skopìa srl, Cae srl, Agronomist World Academy Foundation, Iat srl , Water Right and Energy Foundation, Triumph Group International, Archeoclub d’Italia e Centro Studi Alta Scuola dell’Umbria, istituto specializzato nella manutenzione e valorizzazione dei centri storici e del quale fanno parte Regione Umbria, Comune di Orvieto, Comune di Assisi, Comune di Todi che è stato l’animatore di questo progetto.