Cagliari, 27 luglio 2021– Il mercato del lavoro sardo mostra segnali di ripresa per la prima volta dall’inizio della crisi.
E’ quanto emerge dal nuovo report stilato dall’Osservatorio dell’Aspal per il semestre gennaio-giugno 2021.
I dati presi in esame provengono quasi esclusivamente dalle comunicazioni delle aziende nel momento nel quale assumono o licenziano: il dato netto del semestre, cioè differenza fra le attivazioni e le cessazioni di contratti, è pari al -6,5% rispetto al 2019 mentre nello stesso semestre del 2020 si era registrato un drammatico -63%. Il mese di giugno ha contribuito con un saldo positivo di 23 mila attivazioni, un valore che non era stato raggiunto nemmeno nel 2019.La fotografia che vien fuori dal report evidenzia ancora una volta che la crisi causata dalla pandemia ha interessato soprattutto le categorie più fragili: le donne.
Ma anche i giovani, gli assunti con contratto a termine o di apprendistato, gli stranieri. Turismo e servizi che si basano sulla presenza fisica del cliente (spettacoli, commercio, bar e ristoranti) i settori più colpiti ma solo le costruzioni mostrano saldi positivi: +13% nel 2020 e +52% nel primi sei mesi del 2021.
“C’è una breccia, una luce che ci fa ben sperare – è l’analisi della Direttrice Generale dell’Aspal Maika Aversano – ma c’è anche la grande consapevolezza che esistono ferite così profonde nel tessuto economico che ci spingono a velocizzare le politiche e gli strumenti specifici a nostra disposizione e a mettere in piedi azioni di sistema per migliorare quantitativamente e soprattutto qualitativamente i servizi per il lavoro erogati dai nostri Centri per l’impiego in tutto il territorio regionale. L’Aspal – ha concluso la DG – sta investendo sulla digitalizzazione dei processi, sull’Osservaorio, sulle infrastrutture e sul capitale umano per dotare la Sardegna di un sistema di servizi moderno e efficiente”