Il Consiglio Regionale ha approvato l’ordine del giorno sulla fauna selvatica. Lo comunica Coldiretti Sardegna plaudendo il Consiglio regionale, la Giunta e il presidente del Consiglio Michele Pais che sono stati “immediatamente conseguenti agli impegni presi giovedì scorso durante la manifestazione” promossa dalla Organizzazione agricola a Cagliari, davanti al Consiglio regionale e contemporaneamente in tutti i capoluoghi di regione e in piazza Montecitorio a Roma. “Al primo Consiglio regionale, a cinque giorni dalla nostra manifestazione, la politica regionale ha mantenuto gli impegni presi in piazza davanti agli agricoltori – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Ringraziamo il presidente del Consiglio Michele Pais e con lui tutto il Consiglio e la Giunta, perché hanno dimostrato con i fatti la vicinanza e l’ascolto del modo delle campagne”.
Coldiretti giovedì scorso, 8 luglio, aveva fatto sentire la voce grossa sul fenomeno della fauna selvatica ed in particolare dei cinghiali che stanno imperversando in campagna distruggendo terreni, colture, recinzioni, attaccando anche gli animali e spingendosi anche nelle città, conquistando anche spazi urbani mettendo in pericolo le persone.
La richiesta per arginare questa nuova ed ennesima calamità naturale è stata quella di chiedere con un ordine del giorno la modifica della Legge nazionale numero 157 del 1992 e di adeguare quella regionale numero 23 del 1998. La risposta della politica non si è fatta attendere con la partecipazione, giovedì scorso, del presidente del Consiglio Pais, di tre assessori Regionali (Gianni Lampis, Gambriella Murgia e Anita Pili), del presidente della Commissione Attività produttive Piero Maieli e di 20 consiglieri regionali di tutti i gruppi politici, oltre a 35 amministratori locali di altrettanti Comuni. Tutti i rappresentanti regionali hanno preso l’impegno, davanti ai dirigenti Coldiretti e una delegazione di agricoltori, di intervenire immediatamente per arginare il problema.
Al primo consiglio regionale riunitosi dopo la manifestazione, martedì 13 luglio, la massima assemblea sarda ha approvato l’ordine del giorno in cui si chiede al Parlamento la modifica dell’articolo 18 della legge n. 157 del 1992 “prevedendo che, con specifico riferimento alla specie “Cinghiale”, il periodo di caccia possa essere liberamente fissato dalle Regioni nell’ambito dell’arco temporale 1 settembre – 31 gennaio” e “prevedere una parziale deroga a quanto previsto dall’art. 19 in materia di piani di abbattimento con specifico riferimento alla specie “cinghiale” introducendo la possibilità per le Regioni di autorizzare direttamente, se necessario, i proprietari o i conduttori a qualsiasi titolo dei fondi in cui siano stati accertati danni, o i loro delegati, a svolgere le attività di cattura e abbattimento della specie cinghiale, con il controllo degli organi di Polizia locale e dei Carabinieri territorialmente competenti”.
“Un primo passo importante che dimostra l’oggettività del problema, sentito non solo dal mondo delle campagne ma anche dai cittadini e dalle istituzioni – dichiara il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Noi continueremo la nostra battaglia affinchè si torni ad una convivenza equilibrata tra imprese agricole e fauna selvatica”.