Esce per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno “Morte annunciata di un rompicoglioni: la tragica fine di Peppino Basile” di Giuseppe Puppo, con la prefazione di Luciano Garofano (Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi).
Quella dell’omicidio di Giuseppe Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008, è divenuta prima un’inchiesta e poi un processo che, come sovente accade, ha gettato senza mezze misure sul palcoscenico di un’aula di Tribunale, la storia, i vizi e le virtù di un’intera collettività.
Sono trascorsi molti anni da quella notte d’inizio estate, era da poco passata l’una, in cui Peppino Basile fu massacrato con ben venti coltellate. Da allora la macchina investigativa e quella della giustizia hanno lavorato senza sosta alla ricerca di una verità che dopo tanto tempo da quel crudele omicidio appare ancora lontana. Un mix di criminalità, vendette, ritorsioni, voci di corridoio e sospetti hanno tinto ancor più di giallo un delitto misterioso.
Tutto ebbe dunque inizio così …
La notte del 14 giugno 2008, alla fine di un sabato memorabile, in cui era arrivato finanche il Papa, l’ultimo giorno di vita di Peppino Basile, nella periferia già quasi campagna di Ugento, un’auto è ferma nel buio, a fari spenti, vicino casa sua. A bordo, ci sono due sicari, che preparano i pugnali, aspettando che ritorni. In pochi minuti, si compie subito dopo la tragica fine, rimasta senza colpevoli, impunita, mistificata e dimenticata, del consigliere dell’Italia dei Valori, che aveva un sogno: “vedere questa terra crescere per il domani dei nostri figli”, senza ingiustizie, prevaricazioni, speculazioni economiche e politiche, e disastri ambientali. Una morte annunciata. Come quella di Santiago Nasar, il protagonista della storia vera romanzata da Gabriel Garcia Marquez, con cui Giuseppe Puppo traccia convergenze parallele incredibili. Non dimentica però di essere prima di tutto un giornalista, e basa tutte la sua ricostruzione su una meticolosa raccolta delle testimonianze di amici e conoscenti, sulla verifica delle fonti, e sui riscontri oggettivi. Fino alla fine, in cui, nell’appendice, come da inchiesta giornalistica apre nuovi scenari investigativi, fra l’altro rimasti in grande evidenza e forse oggi più che all’epoca di straordinaria attualità.
Il tutto, in un racconto che si snoda con fluidità, disegnando un copione teatrale e/o una sceneggiatura cinematografica, oppure da fiction televisiva, pause comprese, ma sempre senza cali di tensione, senza soluzione di continuità, pur nelle sequenze dilatate nel tempo e nello spazio. Supermercati, strade, piazze, voci e volti, suoni, profumi e respiri, finanche le canzoni che manda il disk jockey della radio o della balera, inseriti in una normalità di routine a volte nostalgica, in una geografia dell’anima, fra i viaggi di emigrati sempre in procinto di tornare: al mare su cui galleggia il loro cuore, ai ricordi del sole che spacca le pietre, alle malinconie dei profumi d’autunno e al vento gelido del lento inverno salentino. Fino alle nuove realtà, perché poi su tutto prevale la voglia di riscatto, per riscuotere quei crediti che si aspettano, ma non arrivano, e si cercano allora nella politica, nell’aiutare chi ha bisogno, nel desiderio di combattere le ingiustizie, di indagare dove non si dovrebbe, per far emergere situazioni di illegalità e di sopraffazione. È in questa atmosfera complessa che si muove la figura semplice di Peppino Basile, che aspetta ancora non solo giustizia, ma pure dignità.
AUTORE
Giuseppe Puppo, 63 anni, giornalista di cronaca, attualità e cultura, per oltre trenta anni nel Nord Italia. Ha collaborato a quotidiani, settimanali e periodici nazionali. Ha scritto una dozzina di libri di inchieste e di approfondimenti, un romanzo, una raccolta di racconti, e sei opere teatrali. Tornato a Lecce, la sua città natale, fonda e dirige il quotidiano leccecronaca.it.