Il fascino ambiguo dell’arte Drag per un (auto)ritratto d’artista con “Il vuoto dentro” – il monologo scritto e interpretato da Giovanni Trudu per la regia di Ivano Cugia (produzione Origamundi) in cartellone DOMANI (venerdì 23 luglio) alle 20.30 al Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero per un nuovo appuntamento con Teatri di Prima Necessità 2021 / Festival Intersezioni 2021 a cura del Teatro d’Inverno con la direzione artistica di Giuseppe Ligios – nell’ambito della ricca programmazione di #FINALMENTEALGHERO con il patrocinio del Comune di Alghero e il sostegno della Fondazione Alghero.
«Una rappresentazione teatrale sincera, divertente ma anche brutale che come la vita non può essere in bianco e nero ma attraversa un arcobaleno di emozioni – sottolinea Ivano Cugia nelle note di presentazione: «la scena si divide tra palcoscenico e camerino, dove una giovane drag queen incarna il ruolo di narratrice e invita lo spettatore nel dietro le quinte dello show e della sua vita».
Un gioco di specchi tra realtà e finzione per un intenso e coinvolgente monologo, in cui l’interprete si mette a nudo, rivela i suoi pensieri e i suoi drammi, regala frammenti di performance rigorosamente en travesti e ripercorre la storia di un’arte che “gioca” con l’identità di genere, fra trasgressione e provocazione intellettuale, in uno scambio di ruoli, maschili e femminili, quasi a sovvertire le regole – e superare i pregiudizi – di una società in cui la differenza, sottolineata da un rigido codice di comportamento, oltre che di abbigliamento, implicava anche un diverso status dal punto di vista giuridico, e perfino una condizione di subordinazione della donna all’ombra della civiltà patriarcale.
“Il vuoto dentro” rappresenta un omaggio alla cultura Queer, che ha esercitato una profonda influenza sull’arte e sulla società in Europa tra Ottocento e Novecento – tra i salotti e i circoli letterari, come sul palcoscenico, dai trionfi del kabarett tedesco nella vivace e feconda temperie della Repubblica di Weimar al successo delle moderne Drag Queen (e dei Drag King).
La pièce affronta temi delicati e complessi attraverso lo sguardo di un’artista, una giovane drag queen con i suoi sogni e i suoi timori e offre interessanti spunti di riflessione su una questione importante come l’identità di genere: il diritto di essere se stessi, di seguire le proprie inclinazioni senza dover essere giudicati e magari condannati da sedicenti custodi della morale, perfino il diritto di amare, sono ancora oggetto di dibattito “politico” alle soglie del Terzo Millennio. “Il vuoto dentro” – tema e titolo dello spettacolo – rimanda alla fragilità di chi sale su un palcoscenico e si espone agli occhi di un pubblico, indossando una “maschera”, per ammaliarlo con il proprio talento e la propria bravura: l’artista si racconta, rivela i suoi desideri e le sue aspirazioni, ma anche i dubbi e le incertezze di chi, come un funambolo, nelle sue performances canta e danza camminando idealmente su un filo, al di sopra della banalità dell’esistenza, e rischia ad ogni istante di precipitare. Una vita “sospesa” tra il pericolo della caduta (sia pure metaforica) e il piacere del volo.
E con Visioni di Prima Necessità, il Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero ospita nel foyer da domenica 11 luglio la mostra “La Bugia (Il sé nascosto)” con gli scatti del fotografo Roberto Masia: un viaggio alla riscoperta di se stessi, tra luci ed ombre ed il cammino illuminato da una flebile fiamma di candela. (L’esposizione proseguirà al Museo Casa Manno.)
Teatri di Prima Necessità 2021 / Festival Intersezioni 2021 continua fino al 12 agosto al Civico Teatro “Gavì Ballero” di Alghero tra pièces originali, rielaborazioni di testi “classici” del teatro sardo e concerti accanto alle Visioni di Prima Necessità nel foyer.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Focus sulle molteplici sfaccettature dell’universo femminile – domenica 1 agosto alle 20.30 – con “Frammenti Rosa” del Bocheteatro, un monologo “irriverente” scritto e interpretato da Monica Corimbi, protagonista sulla scena sulle note di Omar Bandinu e Fabio Coronas con la regia di Giovanni Carroni per un’ironica riflessione sulle dinamiche di coppia e sulle complicazioni della vita a due. Storie d’amore e amicizia offrono lo spunto per approfondire vari aspetti di una relazione, tra il rischio della routine e le discussioni infuocate, la volontà di rimettersi in gioco e la capacità di sdrammatizzare le piccole e grandi tragedie del quotidiano. «“Frammenti Rosa” è uno spettacolo vivace sulle donne che sanno ridere di se stesse e che fanno ridere» sottolinea l’autrice – «dove la vicinanza che si crea con il pubblico innesca un clima di divertimento condiviso e crescente complicità».
Cronache di una rivoluzione – venerdì 6 agosto alle 20.30 – con “Su Connottu” de Il Crogiuolo, con Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, Gisella Vacca e Rita Atzeri (che ha curato anche l’adattamento del testo), per una inedita versione “al femminile” della rivolta contro la Legge delle Chiudende guidata da Paskedda Zau, vedova e madre di dieci figli, nel 1868 a Nuoro. Una mise en espace del dramma scritto dal poeta, romanziere e drammaturgo nuorese Romano Ruju, già portato in scena con successo dalla Cooperativa Teatro di Sardegna nell’allestimento firmato dal regista Gianfranco Mazzoni e impreziosito dalle “ballate” di Francesco Masala, per riscoprire una pagina emblematica della storia dell’Isola: la sollevazione popolare in difesa dei diritti dei più poveri, per la cui sopravvivenza era fondamentale l’uso comune delle terre pubbliche che l’amministrazione intendeva mettere all’asta e che sarebbero finite nelle mani di una élite.
Finale in musica – giovedì 12 agosto alle 20.30 – con “Sardigna caput mundi”, il nuovo progetto della cantante Claudia Aru per un ideale viaggio intorno al mondo sul filo delle note: la lingua sarda e le storie di vicinato insieme alla storia dell’Isola si intrecciano alle sonorità e ai ritmi di diverse regioni del pianeta, dal Delta Blues del Mississipi fino all’Estremo Oriente, dall’Africa al Centro America. Sul palco il Claudia Aru Quartet che schiera – accanto a Claudia Aru (voce) – Simone Soro al violino, Simone Sassu al pianoforte e Matteo Demuro alla chitarra, per un gioco di liberi accostamenti tra il tango argentino, il manouche francese e lo swing newyorkese, i ritmi africani, le sonorità indiane e ancora le pronunce giapponesi e l’allegria dissacrante messicana. «Un concerto che vuole essere un’esperienza multisensoriale per rompere gli indugi e riprendere, in qualche modo, a vivere» – spiega l’artista: «la Sardegna diventa così l’ombelico del mondo per riabbracciarlo, per aprirsi, per crederci di nuovo, per contaminarsi e contaminare».
VISIONI DI PRIMA NECESSITA’
Sguardi sulla contemporaneità con le mostre e le installazioni che “abiteranno” il Civico Teatro “Gavì Ballero” a cura di Aaron Gonzales: le “Visioni di Prima Necessità” si dipanano attraverso quattro percorsi espositivi che spaziano tra differenti linguaggi, dall’arte concettuale alla poesia, alla fotografia.
Si parte sabato 26 giugno con “Quando amo vedo doppio”, esposizione di “pensieri fluttuanti” a cura di Veronica Peana e Aaron Gonzalez: l’ebrezza del romanticismo trasmutato in carta ed inchiostro, reso tangibile nella sua volatilità. Due visioni accostabili ed insieme distanti di uno dei più grandi motori dell’umanità, genitore di gioia e dolore.
Gli scatti del fotografo Roberto Masia ne “La Bugia (Il sé nascosto)” – da domenica 11 luglio nel foyer del Civico Teatro “Gavì Ballero”: un viaggio alla riscoperta di se stessi, tra luci ed ombre ed il cammino illuminato da una flebile fiamma di candela. L’esposizione proseguirà poi con una seconda parte presso il Museo Casa Manno.
S’intitola “Sospetto Sospeso” l’installazione di Carla Carta – che sarà inaugurata lunedì 26 luglio nel teatro: un trittico di illustrazioni raffiguranti la crisi dei valori, ispirato a una raccolta di Fiabe del XVI secolo di François Rabelais in cui l’autore manifesta la sua visione critica della chiesa e della società attribuendo ai personaggi le sembianze di animali. Una critica dissacrante dell’immoralità e della corruzione con l’intento di recuperare in qualche modo l’umanità, i valori istintivi e corporei rigettando il dogmatismo.
Infine – da giovedì 5 agosto – il teatro ospiterà “Destrutturazione”, il progetto fotografico di Gaia Lampis che attraverso frammenti di corpo racconta una rinascita, una nuova consapevolezza dell’ego. In un’epoca costellata di selfie autocelebrativi, l’artista scava nelle pieghe della propria pelle, le irradia con la luce del sole, disegnando paesaggi di mondi inconsci ed inesplorati, senza quasi ricercare una visione erotica, ma puramente estetica del corpo nudo, nella sua forma più naturale.