Nell’ambito delle attività di promozione del caffè letterario Biblioteca Comunale Casa Borrelli a Pau, Nur, Biblioteca Gramsciana e l’amministrazione comunale vogliono ricordare due anniversari inportanti per tutto il mondo culturale il 700 anniversario di Dante e il 130 della nascita di Gramsci. Antonio Gramsci, allievo del Cosmo, tratta del X canto dell’Inferno di Dante. Casa Borrelli è provvista di un muro a dirimpetto della Biblioteca di 9 m. per larghezza e 2,10/1,40 per altezza. In questo muro verrà realizzato un opera murale da Francesco Del Casino che inizierà a lavorare da Venerdì 23 luglio e concluderà il 24. L’iniziativa sarà completata il giorno dell’inaugurazione Sabato 24 alle 19,00 con una Lectio Dantis del X canto dell’Inferno a cura di Dario Cosseddu. All’evento saranno collegate attività laboratoriali con i più piccoli. Per info: 0783939222 (Casa Borrelli) / 3493946245 (Giuseppe Manias)
Francesco Del Casino (Siena, 15 maggio 1944) è un pittore italiano. Inizia la sua carriera pittorica nel 1962 con una produzione legata allo stile di Renato Guttuso, seguita da una fase influenza dall’arte di Pablo Picasso. Nel 1964 si trasferisce in Sardegna, ad Orgosolo, dove inizia la sua opera come muralista. Circa il 90% dei murales di Orgosolo sono opera sua. Francesco racconta che, messo a scelta tra alcune destinazioni, scelse il paese barbaricino sulla suggestione del film di Vittorio De Seta Banditi a Orgosolo. Intorno al 1975 dà avvio all’esperienza dei murales, spinto dall’impulso come lui dichiara, “di rompere il muro che divide la scuola dalla società”. La sua pittura pubblica, non celebrativa né allegorica, è influenzata dal persistente clima neorealistico e nettamente antiaccademico. Con lui che il numero dei muri tinteggiati aumentò, a partire dal 1975, quando volle celebrare il trentesimo anno della liberazione d’Italia, riproducendolo sui muri delle abitazioni orgolesi. I murales sono pitture eseguite da singoli (secondo ”la tradizione dell’affresco” in Italia) e da gruppi (come vuole la tradizione, per così dire, politicizzata del muralismo), con tecniche estremamente semplici (pittura ad acqua, di quelle normali, per interni, stesa a pennello su muri esterni) senza le raffinatezze dell’affresco o dell’encausto e, per questo motivo, estremamente deteriorabili. Tale elemento, comunque, non costituisce un problema: si potrebbe dire che sia una scelta esplicita dei pittori.. Numerose le iniziative personali e collettive alle quali partecipa in Italia, tra le quali ricordiamo quelle ospitate a Nuoro, Reggio Emilia e a Sanremo e all’estero (Grenoble, Mosca).
LECTIO DANTIS: X canto dell’Inferno tra Dante e Gramsci. Nella prima lettera scritta da Gramsci dopo l’arresto (alla sua padrona di casa Clara Passarge) e mai pervenuta perché trattenuta dalla censura carceraria, Gramsci chiedeva di ricevere in prigione due libri di sua proprietà (specificando dove essi si trovassero in casa): una grammatica tedesca1 e il Breviario di linguistica scritto dal suo maestro universitario di Glottologia (il suo unico trenta e lode) Giulio Bartoli, assieme al filologo Giulio Bertoni; egli aggiungeva infine in questa primissima lettera la richiesta di ricevere un terzo libro, questo però non di sua proprietà ma da acquistarsi per lui: (…) 3° gratissimo le sarei [e ci sembra quasi di sentire qui il suo accento sardo, con l’anticipazione del predicato nominale rispetto al verbo NdR] se mi inviasse una Divina Commedia di pochi soldi, perché il mio testo lo avevo imprestato. (LC, p. 3). Dunque la Divina Commedia è un libro (si noti: l’unico libro) di cui Gramsci sembra non poter fare a meno, al punto da rivolgersi (lui così riservato e pieno di complimenti) a una semi-estranea chiedendole senz’altro di comprarlo per lui. Si noti ancora: per Gramsci non conta qui l’edizione, conta solo che sia una Divina Commedia e che egli possa tenerla con sé e leggerla, anche in carcere. Si tratta di quella che potremmo definire (parafrasando Contini) “una lunga fedeltà” di Gramsci a Dante, giacché Gramsci parla di Dante e cita Dante fin dagli anni del suo primo impegno politico-giornalistico e poi dell’“Ordine Nuovo”.