Venerdì mattina, 30 luglio, una rappresentanza del Comitato “Punta Giglio Libera” composta da un folto gruppo di attiviste e attivisti, ha organizzato un sit in di protesta davanti alla sede della Soprintendenza di Sassari in piazza S. Agostino, per contestare pacificamente e consegnare una lettera al Soprintendente, l’architetto Bruno Billeci, dove si richiede, in rappresentanza delle migliaia di sostenitori firmatari della mobilitazione, lo stop dei lavori iniziati lo scorso marzo nel sito di Punta Giglio per la realizzazione del progetto “rifugio di mare” della soc. coop. Il Quinto Elemento.
Oltre alla lettera, è stato consegnato l’appello lanciato sul quotidiano La Repubblica da personalità importanti come Dacia Maraini, Bianca Pitzorno, Sandro Veronesi, Vittorio Emiliani, Luigi Manconi, a cui stanno aderendo tanti cittadini fra cui anche il giurista Gustavo Zagrebelsky e Giovanni Impastato, per chiedere al Sindaco di Alghero, al Soprintendente di Sassari, al Direttore del Parco di Porto Conte, e alle altre istituzioni responsabili della tutela dell’ambiente e del paesaggio, di fermare il cantiere di “riqualificazione” e “rifunzionalizzazione” della ex Batteria militare S.R. 413 che sta devastando il promontorio e liberare Punta Giglio.
Alla C.A. dell’arch. Bruno Billeci della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro
Non essendo ancora riusciti ad avere risposte che potessero farci recuperare la fiducia ormai messa gravemente in discussione, se non del tutto persa, in codesta istituzione che nella vicenda di Punta Giglio ha evidentemente preso decisioni con una superficialità che sorprende, del tutto inadeguate a impedire il disastro che è sotto gli occhi di tutti, eccoci ancora costretti a manifestare nelle forme responsabili, civili e nonviolente tutto il nostro sgomento.
Certo sappiamo di non essere soli! Sono con noi migliaia e migliaia di cittadini che hanno espresso la loro adesione agli appelli lanciati dal Comitato per Punta Giglio Libera in varie forme, fra cui la sottoscrizione di un testo che oggi Le consegniamo, sono idealmente con noi anche alcuni consiglieri del Comune di Alghero e i rappresentanti di partiti e movimenti di opposizione (M5S, Liberu, PD, Sinistra in Comune), sindacati territoriali, Comitati di borgata e di difesa delle biodiversità, ed ora ultimamente a noi si sono aggiunte, sulla stampa nazionale, con dei loro interventi, personalità assai note a livello italiano e internazionale per il loro impegno culturale quali Dacia Maraini, Bianca Pitzorno, Sandro Veronesi, Vittorio Emiliani, Luigi Manconi, Giovanni Impastato e tanti altri e altre.
La vicenda di Punta Giglio è ormai di dominio pubblico in tutta la sua sconvolgente drammaticità. In tanti siamo stati testimoni delle condizioni in cui è stato ridotto quel luogo oggetto della compassione amorosa di tanti.
Da tempo avevamo chiesto un responsabile autorevole intervento di codesta Soprintendenza per il blocco immediato dei devastanti lavori, soprattutto quelli sulla strada che conduce alla falesia, che risultano evidentemente privi di specifiche autorizzazioni se, come è noto, è stato solo di recente inoltrata la relativa richiesta di autorizzazione e a questa ancora non è stata data alcuna risposta dagli uffici competenti.
Ma lo sciagurato scavo di sbancamento (altro che a sezione obbligata!) per la posa dei miserabili tubi per il collegamento idrico fognario della struttura turistica ricettiva e di ristorazione (da molti considerata assolutamente fuoriluogo in quel contesto tutelato) è stato proditoriamente già eseguito, e nella modalità più brutale con uso di pesanti macchinari demolitori, provocando un danno irreparabile al paesaggio, alterandone gravemente la morfologia, di fatto cavando e asportando abusivamente oltre mille tonnellate di preziosa pietra calcarea. Davvero non possiamo pensare che fossero queste le prescrizioni dettate da codesta Soprintendenza che assicurava fra l’altro “l’alta sorveglianza” sui lavori.
Ci ha invece sorpreso la totale assenza o distrazione di codesta Soprintendenza fin dai primi giorni dell’“accantieramento” quando i privati concessionari hanno iniziato gli interventi in maniera sbrigativa, segando alberi, abbattendo siepi, devastando cespugli anche di piante protette, aprendo e allargando sentieri. Sarebbero bastati quei primi atti sconsiderati per aver motivo di fermarli!
Nonostante tutte le nostre denunce e azioni responsabili, civili e nonviolente, registriamo ancora il vostro silenzio. Come qualcuno di noi si è chiesto: “Ci costringete a scendere in piazza a manifestare, a protestare per strada per chiedere che vengano rispettate le norme di tutela?”
A nome di migliaia di cittadini che hanno apposto la loro firma all’appello del Comitato Per Punta Giglio Libera (di cui oggi vi consegniamo copia), vi chiediamo di essere responsabili e all’altezza dei vostri compiti!
Non siate motivo di sfiducia nelle istituzioni per quanti desiderano il massimo rigore nella tutela del nostro eccezionale patrimonio paesaggistico, naturalistico e storico!
Non coinvolgete, con la vostra clamorosa inattività, il ministro de Beni Culturali Dario Franceschi nel rovinoso naufragio delle istituzioni preposte alla tutela in questa sciagurata vicenda di Punta Giglio.