“Felicita, l’accento ce lo mette Dante” è il libro scritto da Valentina Usala in una settimana a marzo, dopo essere trascorso il Dantedì. “Mi sono chiesta – si domanda l’autrice – cosa sarebbe successo se, immaginariamente, Dante fosse tornato sulla Terra per compiere un viaggio, dopo Inferno, Purgatorio e Paradiso, nel settecentesimo anniversario della sua morte, trovando una pandemia in corso. Come a dire che si è giocato male la sua carta, oppure no…è esattamente il contrario”!
La casa editrice è Edizioni Epoké di Novi Ligure, “ai quali dopo aver parlato sorridendo – evidenzia Valentina – di quanto avevo scritto, hanno accolto l’idea, decidendo come data di pubblicazione il 5 luglio.
È un libro scritto di getto, con il bisogno di ridere e a dirla tutta l’autrice si è scoperta anche in chiave comica. Sì, perché Felicita, l’accento ce lo mette Dante è un libro nato con il bisogno di urlare che questa vita può essere vissuta con più leggerezza e con qualche sorriso in più, si può cambiare anche in meglio, dopo tutta la spietata bruttezza vissuta da un anno a questa parte.
Dante è qui quella figura, che aggiusta le cose che non vanno.
Il Sommo Poeta decide di ritornare a far visita alla sua Italia proprio il 25 marzo, il Dantedì, che nel 2021 è ancora più importante poiché si celebra il settecentesimo anniversario della sua morte. Peccato capiti proprio nel bel mezzo di una pandemia… il primo a incontrarlo sarà Marco, un giovane alienato dallo smartworking che si troverà davanti questo strano tizio con una lunga tunica rossa e, soprattutto, senza mascherina e che non rispetta il distanziamento sociale!
Messer Alighieri proverà a spiegargli la situazione, impresa che si rivelerà più difficile del previsto, sebbene sia stato lui a gettare le basi dell’italiano per come lo conosciamo oggi. La Usala ci fa dono di un racconto divertente e leggero, per riflettere su noi stessi e su ciò che riteniamo importante nella nostra vita.
Per Marco il Dantedì è un giorno come tanti, finché non gli si para davanti uno strano figuro vestito di rosso che parla solo latino. Il mistero si infittisce quando, finalmente, riesce a presentarsi: è Dante Alighieri. Marco sta al gioco, pensando di avere davanti qualcuno con una gran voglia di scherzare.
Certo, la somiglianza è impressionante…e se fosse davvero il Sommo Poeta, tornato per un viaggio nell’Italia del 2021?
Dante è un innamorato senza eguali di tutto ciò che è italiano, musica compresa. Per esempio scopre Romina e Albano e non potrà più farne a meno: Felicita, l’accento ce lo mette Dante.
C’è una playlist su Spotify omonima al titolo del libro, dove ho inserito tutte le canzoni che a pelle sarebbero piaciute a Dante (“ringrazio mamma per i suggerimenti – riferisce sorridendo – e per avermi cresciuta con quelle canzoni, che oggi ascolto con il sorriso, ci rido sopra, ma a pensarci forse gli anni di mamma erano emozionanti anche grazie alla musica dell’epoca”.)
Marco è un italiano dal cuore buono, che fa parte di quegli italiani che vedono il nostro Bel Paese come un abbraccio tra esseri umani.
La copertina (che Valentina Usala ha amato da subito) è di Alice Miglietta e il volume di circa 80 pagine, ha una veste grafica che ricorda la grafia di una pergamena e sarà disponibile in formato ebook sia sul sito della casa editrice (edizioniepoke.it) a 5.99 che su Amazon, tramite quest’ultimo si può acquistare anche in formato cartaceo a 12 euro.
È un libro di cui l’autrice è estremamente entusiasta, forse per il motivo per cui è nato, ma anche per il messaggio che lancia. Valentina si è divertita, ci si è immedesimata in qualche modo perché, come dice il “suo” Dante, nulla sarà più come prima. E lei si dice: scegliamocelo allora questo futuro!
Da questo libro è nato inevitabilmente un laboratorio di arteterapia, la professione che svolge, che rivolgerà ai centri estivi a cui prenderà parte.
Valentina Usala, nata a Tortona il 22 febbraio1987 è educatrice e arteterapeuta, ha svolto tirocinio, durante i tre anni di formazione, presso il Centro Diurno della Psichiatria 2 del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera Niguarda. Inoltre animatrice e conduttrice di atelier artistico-espressivi, ho condotto progetti nelle scuole, trattanti tematiche come: autismo, bullismo e cyberbullismo, detenzione minorile e dipendenze.
Ha creato e condotto laboratori di arteterapia, per i medesimi progetti. Ha condotto recentemente un percorso di arteterapia presso il carcere di Voghera, in collaborazione con un centro antiviolenza della medesima cittadina trattando il tema degli archetipi e gli stereotipi.
Ha un legame profondo con la terra d’origine, la Sardegna, che si porta da oltremare fino a respirarla nella quotidianità piemontese. “Sarà la mia terra lontana ad influenzarmi – evidenzia -, ma purtroppo o per fortuna io continuo a credere nelle mie emozioni. Sono figlia di un emigrato sardo, che mi ha insegnato ad amare i profumi del mirto e dei pini marittimi, il sale sulla pelle, i colori dei monti e i balli mano nella mano.”
La sua passione per la scrittura l’hanno aiutata nei suoi percorsi di vita particolarmente complessi e a ritrovare sè stessa. Utilizza la scrittura anche negli incontri/laboratori di arteterapia. “Ha da sempre amato scrivere e le lettere sono parte di me – continua a raccontare Valentina -, sino a testare sulla sua pelle il potere taumaturgico della scrittura, facendo dell’arte, intesa nella sua profonda essenza e qualifica, una professione. Lavora in ambito scolastico, clinico e del recupero, creando e conducendo laboratori di libera espressione e per la maggiore ispirati ad un libro”.
Nel 2003 pubblica “Figlia di nessuno” (Edizioni Fadia), nel 2010 “Passo a Quattro mori” (Arkadia Editore), nel 2015 ho curato un’antologia sul disturbo dello spettro autistico dal titolo “(s)Legami Cinque storie di legami con l’autismo” (Edizioni Epoké), nel 2018 scrivo un approfondimento sull’arteterapia nel libro “La scuola debullizzata. Il bullismo uccide anche d’estate” (Aracne editrice); nel 2020 scrive un contributo sull’arteterapia per il libro “Nuove dipendenze” (Edizioni Epokè); 2020 antologia con i ragazzi del liceo Peano “Noi siamo gli altri” (Edizioni Epoké).
Massimiliano Perlato