Antonio Marras su tutti. Dalla prima collezione nel 1987, al debutto nella moda a Roma nel 1996, quindi la nomina a direttore artistico della maison francese Kenzo nel 2003 e l’anno dopo la prima collezione Kenzo di Antonio Marras. Uno stilista che non solo rappresenta il “Made in Italy” nel mondo, ma ha la cultura sarda quale costante punto di riferimento. Così come Paolo Modolo, considerato il Re del velluto, che tra i clienti annovera Francesco Cossiga, Geppi Cucciari, Caterina Murino, Costantino Nivola e Vittorio Sgarbi.
Sono soltanto due esempi dell’arte sartoriale sarda che non conosce confini. Del resto i sarti italiani, in particolare quelli del nostro Mezzogiorno, hanno letteralmente conquistato il mondo. Ben quattro presidenti degli Usa, Kennedy, Nixon, Clinton e George W. Bush, sono stati vestiti da due sarti lucani, Francesco De Pietro e Paolo Maronna. La Francia ha visto affermarsi soprattutto i sarti calabresi, come Antonio Cristiani, insignito della Legion d’onore, che ha avuto tra i clienti, oltre a sovrani e politici di tutto il mondo, anche Ingrid Bergman, Gary Cooper, Fernandel, Marcello Mastroianni e Gregory Peck. Altro nome calabrese entrato nella leggenda è quello di Francesco Smalto, che ha vestito Aznavour, Belmondo, Connery, Depardieu, Hassan II del Marocco, Kennedy, Mitterrand e la nazionale di calcio francese. Poi il siciliano Angelo Litrico reso universalmente celebre da una data: quel mercoledì 12 ottobre 1960, quando Nikita Kruscev, capo del governo dell’Urss, vestito proprio da Litrico, ha sbattuto la scarpa del Maestro siciliano nel corso della riunione planetaria dell’assemblea generale delle Nazioni unite.
A ricordare questa saga della sartoria, prezioso segmento del “Made in Italy” nel mondo, è Sebastiano Di Rienzo, per anni presidente della prestigiosa Accademia dei sartori, erede di quell’Università dei sartori voluta da Papa Gregorio XIII nel 1575. Il giornalista Giampiero Castellotti ha raccolto i suoi ricordi nel libro di 224 pagine “Sebastiano Di Rienzo, maestro del fashion internazionale” (De Luca editori d’arte) riccamente illustrato. Il maestro sarto, tra i più noti in Cina, dove è stato nominato preside onorario presso l’università di Xi-An, ripercorre i congressi mondiali della sartoria dagli anni Settanta ad oggi, dove l’arte sartoriale italiana – e meridionale in particolare – è ovunque apprezzata per qualità, eleganza e cura dei dettagli. Con la Sardegna che ha dato un contributo rilevante a questa epopea.