Il giorno 7 LUGLIO alle ore 18.00 verrà inaugurata presso il Temporary Storing della Fondazione Bartoli Felter in Cagliari via 29 novembre 3/5, la mostra personale dell’artista RUBEN MUREDDU dal titolo “Che numero sono“, a cura di Roberta Vanali. Sarà esposta una selezione delle ultime opere realizzate su tela, ritratti e gruppi di forte impatto visivo. La mostra sarà visitabile fino al 23 luglio 2021.
Scrive la curatrice:
Che cos’è la storia? La dimostrazione della disumanità dell’uomo. (Emil Cioran)
L’attuale periodo storico è contraddistinto da una miriade di eventi catastrofici. L’essere umano appare incapace di acquisire saggezza dagli errori del passato e non pago sembra assolutamente inconsapevole della condizione di grave precarietà esistenziale in cui è precipitato. Siamo di fronte a un processo di disumanizzazione accentuato di gran lunga dal quel devastante avvento che è la pandemia. All’interno di questa riflessione si colloca il nucleo fondamentale dell’esposizione pittorica di Ruben Mureddu che verte sull’indagine del degrado del vivere civile, sulla limitazione dell’individuo all’anonimato, sulla depersonalizzazione che degrada l’uomo a un numero, pedina di un destino cui non può sottrarsi.
Il resto delle opere selezionate sono conformi a tracciarne l’evoluzione pittorica attraverso la quale si evince una drammaticità in crescendo che si accosta a una pennellata più corposa e incisiva. In un susseguirsi di ossessioni il cui ritmo si fa più incalzante, l’horror vacui dirada per lasciare spazio al non finito che occupa una superficie maggiore. Il tutto con una abilità tecnica crescente che gli permette di gestire facilmente opere monumentali, nonostante la complessità del suo personale fare pittorico che prevede l’applicazione del dipinto, realizzato su diversi tipi di carta, sulla superficie della tela sulla quale interviene anche successivamente.
Spietato osservatore della società contemporanea, l’artista, con la sua produzione ultima, è capace di sviscerare l’inquietante condizione esistenziale, la distopia umana e sociale fondata sull’assistenzialismo statale come unica salvezza in un’epoca sinistra dove il popolo, terrorizzato e sconvolto, rischia di accrescere esponenzialmente i disagi di una società piegata su se stessa e incapace di costruire un futuro vivibile.
Ruben ci mette davanti a scenari apocalittici, fatti di individui che si accalcano tra loro, tra sguardi alienati e atteggiamenti meccanici, costringendoci a guardare in faccia al mondo reale, oramai troppo duro da affrontare. E lo fa con un’unica convinzione: la distopia è diventata realtà.