La conquista di una città tra immagini di distruzione e ferocia indicibile rivive sulla scena ne “La caduta di Troia” dal Libro II dell'”Eneide” con Massimo Popolizio – raffinato e applaudito interprete del teatro di Luca Ronconi ma anche volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Il clan dei camorristi” alla serie “Io non mi arrendo”, da “Le affinità elettive” dei fratelli Taviani e “Romanzo Criminale” di Michele Placido a “Il giovane favoloso” di Mario Martone e “I predatori” dell’esordiente Pietro Castellitto – protagonista domani, giovedì 29 luglio, alle 20 nell’area archeologica di Nora sotto le insegne della XXXIX edizione del Festival “La Notte dei Poeti” organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una coinvolgente mise en espace dell’immortale poema di Virgilio impreziosita dalla colonna sonora scritta e eseguita da Stefano Saletti(oud, bouzouki, bodhran, voce) in trio con la cantante Barbara Eramo(voce e percussioni) e con il musicista iraniano Pejman Tadayon(kemence, ney, daf) – produzione Compagnia Umberto Orsini – per un ideale viaggio alle sorgenti del mito della fondazione di Roma, che vede nel Principe dei Dardani, giunto nel Lazio, un antenato di Rea Silvia, madre di Romolo e Remo.
Il valoroso eroe figlio di Afrodite / Venere, alleato con il re Priamo contro gli Achei, fuggito con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio dalla potente città dell’Asia Minore (dopo aver perduto la moglie Creusa nell’infuriare della battaglia contro gli invasori) approdò dapprima a Cartagine, dove s’innamorò riamato della regina Didone, che l’aveva accolto e che abbandonò per seguire il suo destino, per poi giungere sulle sponde del Tevere. Le nozze con Lavinia, figlia del re Latino, segnano l’inizio di una stirpe di ascendenza divina, fino alla nascita dei gemelli, figli di Rea Silvia e di Ares / Marte: la sacra cinta del pomerio tracciata da Romolo definisce il confine dell’Urbe, entro cui confluirono, secondo la tradizione, varie genti italiche, a comporre la popolazione eterogenea, inizialmente divisa in patrizi e plebei, della futura capitale dell’impero.
Nell'”Eneide” Publio Virgilio Marone narra le origini di Roma e le gesta di Enea; il Libro II è dedicato a “La caduta di Troia”, che l’eroe rievoca a malincuore durante un banchetto in onore dei profughi, sollecitato da Didone: «Mi chiedi, o regina, di rinnovare un dolore indicibile,/ il modo tenuto dai Danai nel distruggere la potenza troiana/ e il regno sventurato» – afferma l’esule, sfuggito alla morte quasi per caso, risvegliato da un sogno premonitore, ma testimone suo malgrado dell’orribile strage, prima di acconsentire alla richiesta dell’ospite – «Ma se desideri tanto di conoscere le nostre vicende/ e di udire brevemente l’estremo travaglio di Troia,/ sebbene l’animo inorridisca al ricordo e sempre si sia/ abbandonato al pianto, comincerò».
Il poema epico restituisce la visione della città in fiamme, mentre tra le rovine fumanti si aggirano i superstiti troiani, strappati al sonno da quell’orgia di sangue cui i Greci, penetrati oltre le mura grazie all’inganno del cavallo di legno, si sono abbandonati, in un’insensata vendetta contro la popolazione inerme, dopo dieci anni di inutile assedio. Una narrazione drammatica, densa di pathos, degli scontri tra gruppi di nemici in armi per le vie, con la cattura dell’infelice Cassandra, poi l’assalto alla reggia e l’assassinio del vecchio re Priamo, l’odio per Elena, la bella spartana causa di tanti mali e le esortazioni di Venere, sua madre, a porsi in salvo, la riluttanza di Anchise fino all’apparire di un segno divino, la scomparsa di Creusa, l’incontro con la moltitudine dei fuggiaschi e la salita verso i monti, lasciandosi alle spalle le rovine fumanti della città.
Enea racconta dell’infido dono e della simulata partenza degli Achei, dopo l’estenuante e vano conflitto con gravi perdite da entrambe le parti, l’idea avventata di trasportare la scultura come trofeo nella città, le mendaci dichiarazioni di Sinone e la morte di Laocoonte e dei suoi figli, in una cronaca dettagliata degli eventi che avrebbero portato, per decisione dei signori dell’Olimpo, alla fine di Ilio. Il condottiero, dilaniato tra l’impulso di continuare a combattere e inevitabilmente perire nella lotta, in quell’ultima strenua resistenza contro i conquistatori e il desiderio di proteggere la propria famiglia, seguendo il felice vaticinio, si risolve infine, dopo aver assistito all’uccisione del sovrano, a preferire la salvezza, per porsi a capo di quanti, donne e uomini, sopravvissuti all’eccidio, cercheranno rifugio tra i monti e poi oltre mare, in terra straniera.
Massimo Popolizio dà voce alle parole di Enea, rendendole vive e vibranti sulla scena, restituendo il senso di una tragedia antica, che si ripete da secoli, nel mito come nella realtà: l’arte della guerra cantata dai poeti produce disastri e devastazioni, innesca spirali d’odio e violenza, trasformando in strumento di morte le scoperte e le invenzioni dell’ingegno umano piegate alle istanze del gioco delle armi. Una lettura interpretata dei versi del Vate etrusco sulle note delle musiche di Stefano Saletti per uno spettacolo-concerto, un affascinante itinerario alla riscoperta del mito e della poesia, ma soprattutto della modernità dei classici, dove i canti in ladino, aramaico, ebraico e sabir, antica lingua del Mediterraneo si intrecciano al suono degli antichi strumenti persiani: “La caduta di Troia” parla di eros e thanatos, di epiche imprese di eroi e vittorie strappate con l’inganno, di tradimenti e eccidi, ma anche di amore e rispetto, del coraggio e delle speranze di chi affronta l’ignoto alla ricerca di un futuro migliore.
Sul palco di Nora un attore del calibro di Massimo Popolizio, una vita dedicata al teatro, dal debutto in “Santa Giovanna” con la regia di Luca Ronconi, cui seguiranno numerosi spettacoli con la cifra inconfondibile del maestro, con numerose riletture di classici, fino alla “Lehman Trilogy” di Stefano Massini, accanto alle collaborazioni con artisti come Massimo Castri, Cesare Lievi, Daniele Abbado e Carmelo Rifici. Sul grande e sul piccolo schermo – oltre alla ripresa di opere teatrali, come “Quer pasticciaccio brutto de via Marulana” nella mise en scène di Ronconi – è stato diretto tra gli altri da Paolo e Vittorio Taviani, da Michele Placido, Roberta Torre, Daniele Luchetti, Mario Martone e Fiorella Infascelli. Paolo Sorrentino e da ultimo Pietro Castellitto, confrontandosi con il genere più “leggero” ma non più facile della commedia, dalle collaborazioni con il trio Aldo Giovanni e Giacomo all’Erode de “Il primo Natale” di Ficarra & Picone e ha interpretato un redivivo Benito Mussolini in “Sono Tornato” di Luca Miniero. Si è cimentato con successo anche con la regia teatrale – da “Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini a “Un nemico del popolo” di Henrik Ibsen al recente e applaudito “Furore” dal romanzo di John Steinbeck.
Ne “La caduta di Troia” Massimo Popolizio restituisce con intensità e verità di accenti il vivido racconto di Enea, una partitura quasi cinematografica, in un susseguirsi di immagini terribili e strazianti, dove si alternano epifanie del divino e apparizioni di defunti, come risonanze del soprannaturale, che trasformano il guerriero nella guida di un popolo esule verso una nuova patria – in una trama avvincente e di sorprendente attualità.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il XXXIX Festival “La Notte dei Poeti” prosegue a Nora con un ultimo appuntamento venerdì 30 luglio alle 20 nel segno della canzone d’autore con il concerto di Marcello Murru, con le atmosfere del nuovo disco “Diavoli Storti”.
Finale in musica quindi – venerdì 30 luglio alle 20 – con “Diavoli Storti”, il nuovo progetto del cantautore Marcello Murru: un’antologia di canzoni, sulle tracce dell’omonimo album (distribuito da Rea/ Edizioni Musicali). Quasi un autoritratto fra parole e note, in cui l’artista ogliastrino, romano d’adozione, evoca atmosfere metropolitane e paesaggi dell’anima, storie di amori finiti e sogni perduti e in cui risuona il ricordo della lingua sarda, simbolo di un tempo lontano, passato o futuro, nell’Isola dove “danzamos liberos”. Fin dal refrain del brano che dà il titolo al disco e da cui è tratto il videoclip con la regia di Francesca Comencini («Piove sui vivi, piove sui morti / Piove su tutti i diavoli storti»), il cielo riflette i pensieri, e la memoria, il desiderio, il rimpianto si trasformano in poesia.
Il XXXIX Festival “La Notte dei Poeti” è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio e Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e del Comune di Pula – con il contributo della Fondazione di Sardegna e il prezioso apporto di Sardinia Ferries, che ospita artisti e compagnie sulle sue navi.
INFO & PREZZI
Biglietti: intero 25 euro – ridotto 22 euro – residenti 10 euroPrevendite: online su vivaticket.it
A CAGLIARI al BoxOffice in viale Regina Margherita 43;
A PULA: Pro Loco Pula -Ufficio Informazioni Turistiche, Casa Frau – Piazza del Popolo – 349 1679288 – [email protected]