Con 14 voti a favore e 6 contrari il Consiglio comunale di Oristano ha approvato la rimodulazione delle aliquote dell’addizionale IRPEF per l’anno 2022.
L’argomento è stato presentato in aula dall’Assessore al Bilancio e ai tributi Angelo Angioi: “L’addizionale IRPEF è stata applicata nella misura del 2 per mille per la prima volta nel 1999 per il 2000. L’anno successivo l’aliquota raddoppiò al 4 per mille. A distanza di 21 anni l’aliquota è sempre la stessa. In Sardegna altri capoluoghi hanno aliquote più alte. Oggi prevediamo una misura progressiva che salvaguardia i redditi più bassi e chiede un contributo maggiore a chi guadagna di più”.“Anche per il 2021 non ci saranno aumenti, ma per l’anno prossimo prevediamo una rimodulazione che ha come obiettivo principale di lasciare i conti in ordine e risorse a disposizione della nuova amministrazione che si insedierà dopo le elezioni amministrative e che potrà anche decidere se confermare o modificare questa delibera – ha proseguito Angioi -. L’addizionale Irpef, così rimodulata, garantisce un milione e mezzo di euro alle casse comunali e consente la salvaguardia dei conti”.
La delibera approvata dal Consiglio comunale prevede le seguenti aliquote:
•soglia di esenzione per redditi fino a 10.000,00 annui;
•nella misura dello 0,69% per redditi da € 10.000,01 fino a € 15.000,00;
•nella misura dello 0,72% per redditi da € 15.000,01 fino a € 28.000,00;
•nella misura dello 0,74% per redditi da € 28.000,01 fino a € 55.000,00;
•nella misura dello 0,76% per redditi da € 55.000,01 fino a € 75.000,00;
•nella misura dello 0,8% per redditi oltre i 75.000,00.
L’Assessore Angioi, rispondendo alle domande dei consiglieri, ha spiegato che “è essenziale non avere disavanzi, dobbiamo evitare situazioni di squilibrio che obbligherebbero ad aumentare al massimo le imposte. I conti oggi sono in ordine e dobbiamo fare di tutto per mantenerli in ordine”.
Veronica Cabras, Presidente della Commissione Bilancio, relazionando sui lavori della Commissione dove la proposta è passata con 3 voti a favore e 2 contrari ha precisato che “si passa da un’aliquota unica per tutte le fasce di reddito a una a scaglioni, con una fascia di esenzione per chi guadagna meno di 10 mila euro. La delibera necessaria per il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio”.
Per Efisio Sanna (PD) “La proposta presenta una grande contraddizione: si dice si vogliono lasciare i conti in regola, ma si annuncia che si può anche rimodularla. Questo è un aumento della tassazione comunale e non si capisce perché lo si voglia fare quest’anno per il 2022. In un momento così difficile non è il caso di aumentare la tassazione e lo si fa senza spiegarne i motivi. Questa imposta non è progressiva, lo è lo scaglione, ma non il calcolo che per i redditi medio bassi è inaccettabile”.
Francesco Federico (indipendente) ha chiesto chiarimenti sulla soglia dei 10 mila euro: “Si configura come franchigia o come esenzione? C’è una differenza fondamentale e altrettanto fondamentale è sapere se la soglia di 10 mila euro prevede la franchigia. Sarebbe stata una proposta interessante se non si fosse creato un gradone in corrispondenza della soglia dei 10 mila euro e se ci fosse stata una reale progressività”.
Per Andrea Riccio (Progres – Progetu Repubblica Sardinia) “le aliquote stabilite lasciano perplessi, 10 mila euro di reddito annuale significa aumentare le imposte a chi guadagna 830 euro al mese, che corrispondono a 28 euro al giorno. Pensare di aumentare le imposte a chi guadagna 28 euro al giorno è imbarazzante e cinico, è una soglia davvero bassa. Chi guadagna 11 mila euro paga il 6,9 per mille, chi guadagna 75 mila paga, 208 euro al giorno, appena l’1 per mille in più. Mi sembra una differenza poco ragionevole”.
“Mi unisco al coro di disapprovazione che si è levato da questi banchi contro questa decisione – ha detto Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) -. Questa Giunta ha sempre detto che non avrebbe aumentato le tasse e invece questa è una promessa che si ha intenzione di disattendere. Questa è una delibera intempestiva perché interviene in un momento storico di grave crisi e frutto di una scelta contraddittoria perché va a colpire le fasce di reddito più disagiate, quelle con reddito medio basso nei confronti delle quali ci sono forme di sostegno: con una mano diamo e con l’altra vogliamo togliere”.
Fulvio Deriu (Fratelli d’Italia) ha difeso la proposta: “Questa è un’addizionale per scaglioni come è giusto che sia, il reddito è collocato all’interno dello scaglione di corrispondenza. Fino a oggi i redditi fino a 10 mila euro pagano 40 euro, oggi passano a zero. L’effettiva incidenza su chi ha redditi sopra i 10 mila euro è di pochi centesimi al giorno, da un minimo di 8 a un massimo di 89 centesimi”.
Un calcolo contestato da Maria Obinu (PD) secondo la quale gli aumenti sono più alti: “La fascia di esenzione è quella ricompresa tra gli 8000 (limite stabilito per legge) e i 10 mila euro. Si passa da un’aliquota a un’altra con una differenza di un solo euro. Non è una ripartizione progressiva, ma decisa per gradoni e questo non ci convince per nulla. Non si capiscono i motivi per cui sia stata presa questa decisione. Lo si spiega solo con la necessità di trovare le risorse necessarie a chiudere il bilancio pluriennale. Non si sa come si vogliono utilizzare queste entrate e soprattutto non è accettabile la mancanza di condivisione sulle scelte”.
Per Giuseppe Puddu (Fratelli d’Italia) la progressività viene rispettata. Puddu ha invitato tutti “a stare con i piedi per terra e capire che questa amministrazione deve assicurare servizi ai cittadini, in primo luogo ai più deboli, e per farlo occorrono risorse. Tutti ci auguriamo che nel 2022 l’addizionale possa tornare al 4 o magari anche al 2 o che addirittura possa essere eliminata, ma al momento è giusto individuare le risorse per assicurare i servizi e il bene della collettività”.
Sulla stessa linea Giulia Solinas (Fortza Paris): “A nessuno piace aumentare le imposte, ma occorre garantire i servizi. Chiediamo che l’aumento sia confermato solo se non arriveranno risorse dalla Regione e se non se ne troveranno altre”.
“Quando abbiamo iniziato a governare non abbiamo trovato una situazione dei conti florida, non possiamo nasconderlo – ha detto il Sindaco Andrea Lutzu -. Per chiudere i bilanci del 2018 e del 2019 abbiamo dovuto utilizzare fondi straordinari che ci sono stati concessi dalla Regione. Non abbiamo aumentato le tasse e abbiamo garantito i servizi. Lo facciamo anche nel 2021, ma per il 2022, per avere risorse certe, secondo quanto ci impongono le norme, dobbiamo prevedere l’aumento dell’addizionale Irpef, pur sapendo che se dovessimo trovare nuove risorse potremo rivedere questa decisione”.
In precedenza, il Consiglio comunale, su proposta dell’Assessore al Bilancio Angelo Angioi, con 14 voti a favore, aveva approvato una delibera per il riconoscimento debiti fuori bilancio per un totale di 5 mila 91 euro derivanti da 6 sentenze esecutive relativa a contestazioni al codice della strada e a sanzioni per violazioni alle norme anti Covid.
Maria Obinu ha illustrato una interpellanza urgente presentata insieme al resto della minoranza (Obinu-Sanna-Federico-Uras-Masia-Riccio-Cadau) sul nuovo bando ludoteche: “Quello delle ludoteche è un servizio molto importante che il Comune assicura da molti anni. L’appalto è scaduto ed in proroga da più di un anno. Chiediamo dunque quando verrà pubblicata la gara per l’affidamento del servizio ludoteche e servizi e quali sono i motivi che stanno alla base del ritardo accumulato. Chiediamo anche quali sono gli indirizzi politici forniti agli uffici per la predisposizione del bando, quali sono e come si articolano gli eventuali elementi migliorativi che caratterizzeranno il nuovo servizio”.
L’Assessore ai Servizi sociali Carmen Murru ha assicurato che il nuovo bando sarà pubblicato tra la fine di agosto e gli inizi di settembre: “Non ci sono ritardi, perché è possibile differire le procedure di gara secondo quanto disposto dall’Anac”.
L’Assessore Murru ha spiegato che con il nuovo appalto saranno garantiti i livelli occupativi, saranno potenziati i servizi anche in considerazione dell’aumento della domanda e migliorata l’offerta con adeguamenti contrattuali e altri proposti dalla commissione ed eventuali migliorie presentate dai partecipanti alla gara.