S’intitola “Semos Sardos” il terzo appuntamento, dedicato a “la nascita del Partito Sardo d’Azione” in programma DOMANI (venerdì 9 luglio) alle 20.30 in piazza Puglisi a Villamassargia i “Percorsi di Identità” a cura dell’attore e regista Gianluca Medas: un progetto fortemente voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’Associazione Figli d’Arte Medas, che in quattro incontri, dedicati rispettivamente alla nascita del Partito Popolare, del Partito Comunista, del Partito Sardo d’Azione e del Partito Fascista, ricostruisce la genesi dei “partiti di massa” nell’Europa del Novecento, in linea con lo spirito e le molteplici iniziative della Scuola Civica di Politica “Caput Aquae” (dall’antica denominazione del territorio) promossa dal Comune di Villamassargia.
“Semos Sardos” dunque per un viaggio alla riscoperta della storia e delle radici culturali e politiche del Partito Sardo d’Azione, fondato il 17 aprile 1921: il primo direttore è Camillo Bellieni, tenente dell’esercito e amico di Gaetano Salvemini, già a capo del movimento dei reduci, poi organizzatosi come Federazione Sarda dell’Associazione Nazionale Combattenti, fautore della svolta, pur tra qualche perplessità, tra gli altri, di Emilio Lussu e di alcuni esponenti cagliaritani. «Partito e non fascio o blocco o lega perché l’organizzazione deve avere un carattere ben fermo di movimento disciplinato, ed una funzione storica, non determinata da particolari contingenze dell’ora» sottolineava Bellieni, che in occasione del Quarto Congresso dei Combattenti Sardi del 16 aprile del 1921 nella sala dell’ex-convento degli Scolopi di Oristano propose quattro punti programmatici: la Sovranità Popolare; l’Autonomia Amministrativa; la Libertà di commercio o Autonomia Doganale e Questione Sociale.
Cento anni dopo la nascita del partito, Gianluca Medas ripercorre gli eventi e le premesse, rafforzate dal ruolo fondamentale svolto dalla Brigata Sassari e dall’eroismo e dal tributo di sangue versato dai sardi al fronte, nell’affermazione di una coscienza dell’identità nazionale e della specificità dell’Isola: interverranno Carla Puligheddu, dirigente nazionale PSd’AZ, segretaria politica della sezione “Bartolomeo Sotgiu” di Sassari, presidente ADOS (associazione donne sardiste) e membro del Consiglio Direttivo di Coordinamento 3; e Efisio Planetta, Consigliere Regionale del PSD’AZ nella XIII e nella XIV legislatura e autore del libro “Dall’indipendenza all’interdipendenza” (EBS Print, 2021). «Ospiti illustri» – come sottolinea Sara Cambula, assessora alla Cultura, Pubblica Istruzione e Patrimonio del Comune di Villamassargia, per un evento che punta a risvegliare una coscienza politica e l’interesse e lo studio per la storia, specialmente tra le giovani generazioni: «Come sa bene chi partecipa agli appuntamenti, sono convinta che ogni dibattito abbia bisogno di una pluralità di voci per cui invito i nostri concittadini e gli appassionati a partecipare di persona per condividere riflessioni ed esperienze».
«“Percorsi di Identità” è un esperimento culturale in cui la storia incontra il presente, attraverso l’intervento di ospiti a sorpresa tra il pubblico, tra cui rappresentanti politico- istituzionali, icone sociali che oggi interpretano con il proprio servizio i valori espressi nella narrazione» – spiega l’assessora Sara Cambula. Dopo il successo dei primi due incontri, il progetto prosegue DOMANI – venerdì 9 luglio alle 20.30 – con un focus sul Partito Sardo d’Azione e si conclude venerdì 16 luglio sempre alle 20.30 con “La vittoria mutilata” – ovvero “la nascita del Partito Fascista”.
Viaggio nella storia della Sardegna e dell’Europa per una ricostruzione puntuale degli eventi e delle profonde trasformazioni sociali, economiche e culturali tra XIX e XX secolo che hanno favorito l’avvento di nuove forme di rappresentanza politica, attraverso l’arte dello storytelling: un vivido affresco del Belpaese e dell’Isola in cui si pongono le premesse per la creazione di partiti meglio rispondenti alle istanze delle classi lavoratrici.
Il pensiero di Max Weber – che contrappone l’organizzazione dei partiti di massa agli esponenti dei notabili all’interno della dialettica democratica – si concretizza dopo la Rivoluzione d’ottobre in realtà molto diverse tra loro per ispirazione e principi ma fondate su chiare e definite basi ideologiche. Nella temperie politica e culturale dell’Europa del primo ventennio del Novecento – segnata dalla catastrofe della prima guerra mondiale – matura una nuova coscienza sociale e politica da cui scaturisce una moderna idea di democrazia estesa alle classi lavoratrici. L’Italia si inserisce appieno nelle correnti filosofiche e politiche dell’epoca, con il sorgere di movimenti e di veri e propri partiti politici capaci di dare voce alle varie parti sociali, e in particolare alle larghe masse di operai e contadini, con le loro rivendicazioni di fronte ai privilegi e al potere delle classi dominanti.
Nel 1919 vede la luce il Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo – tra i fondatori Giovanni Bertini, Giovanni Longinotti, Achille Grandi, Angelo Mauri, Remo Vigorelli e Giulio Rodinò – ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, che segna il ritorno dei cattolici nella vita politica, dopo il non expedit sancito dalla Santa Sede. Un partito interconfessionale e interclassista che sosteneva tra l’altro, oltre all’integrità della famiglia, il voto alle donne, la libertà di insegnamento, lo svolgimento dell’attività sindacale, accanto a temi squisitamente politici e amministrativi – come la legislazione sociale nazionale ed internazionale, l’autonomia degli enti pubblici ed il decentramento amministrativo, il ricorso all’imposta progressiva e il sistema elettorale proporzionale – anche la necessità del disarmo universale.
Il Partito Comunista Italiano – che conta tra i suoi fondatori Antonio Gramsci – nasce nel gennaio del 1921, animato da uno spirito fortemente rivoluzionario, in contrasto con la tendenza più moderata e riformista del Partito Socialista, verso una “dittatura del proletariato” capace di scardinare le fondamenta della cultura borghese attraverso l’educazione politica e l’istituzione di una “democrazia operaia”.
Nell’aprile del 1921 viene fondato il Partito Sardo d’Azione, che mette al centro quattro punti programmatici: la sovranità popolare, l’autonomia amministrativa, l’autonomia doganale e la questione sociale, ancora cruciali per il presente e il futuro dell’Isola ma dopo il primo successo elettorale deve fare i conti con i crescenti consensi ottenuti – anche in Sardegna – dal PNF.
Il Partito Nazionale Fascista nasce nel novembre del 1921, dopo lo scioglimento dei Fasci Italiani di Combattimento voluti da Benito Mussolini e dopo la “marcia su Roma” e il primo governo Mussolini, continua la sua ascesa al potere abbandonando progressivamente le spinte rivoluzionarie per una svolta reazionaria fino all’avvento della dittatura.
«Di fronte alla nuova realtà della società di massa, i sistemi politici liberali, fondati sul dominio di una élite dirigente estremamente ristretta, divennero inservibili. Con il suffragio universale, i sistemi politici liberali incorporarono in sé un principio fondamentale del pensiero democratico, quello dell’uguaglianza politica, trasformandosi in liberaldemocrazie, modelli politici più o meno analoghi a quelli che oggi conosciamo. Strumento organizzativo e politico di questa trasformazione fu il partito di massa» – sottolinea nelle note di presentazione l’attore e regista Gianluca Medas:
«Nel sistema politico liberale i partiti, come i tories e i whigs inglesi, erano poco più che gruppi di notabili, di personaggi influenti il cui programma politico consisteva, in sostanza, nel rappresentare gli interessi del loro collegio elettorale. Ma nel momento in cui si trattò di organizzare grandi masse, di ottenere il voto e il consenso, questo tipo di partito non serviva più» – aggiunge l’artista -. «Occorreva un nuovo tipo di partito caratterizzato, in sintesi, dai seguenti elementi: forte struttura organizzativa, costituita da funzionari, rappresentanza a livello nazionale, ma capace di articolarsi e ramificarsi a livello locale, elaborazione di un preciso programma politico, in genere ispirato a una ideologia, cioè a un sistema di valori e di opinioni politiche in grado di trovare il consenso di ampi strati sociali».
I “Percorsi di Identità” affrontano «un periodo storico poco noto e molto idealizzato» della storia recente: Gianluca Medas racconterà la nascita dei partiti di massa, privilegiando lo sguardo della “gente comune”, dei cittadini e delle cittadine, al di là di artifici retorici e presupposti ideologici.
«Il progetto rappresenta l’ideale prosecuzione delle altre iniziative culturali portate avanti dal Comune – sottolinea l’assessora Sara Cambula – e in particolare il ciclo di incontri della Scuola Civica di Politica “Caput Aquae” che ci ha visti strappare dall’oblio la grande storia, per riscoprirla attraverso con gli occhi semplici di chi è testimone di ciò che accade e si fa mille domande e si propone di condividere questi contenuti, normalmente materia degli storici, con il pubblico delle nostre piazze e degli studenti».