ROMA 23 LUG 2021 – «Accogliamo positivamente la notizia dell’aumento dei posti previsti per i corsi di laurea delle 22 professioni sanitarie, che includono anche gli infermieri. Il Decreto del 13 luglio scorso, emanato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, ha stimato una nuova disponibilità complessiva di 30.180 posti per le professioni sanitarie.
Partendo da questa evidenza, è doveroso stigmatizzare come l’Italia sia uno dei pochi Paesi in Europa capace di laureare professionalità sempre più qualificate ed ambite, in grado di sostenere le complesse battaglie sanitarie che stiamo affrontando e dovremo affrontare. Tuttavia è anche doveroso che, dall’altro lato, si riconoscano le lacune strutturali che ci costringono ogni giorno, da tempo, a navigare a vista in un mare in tempesta, con almeno 80mila unità infermieristiche che mancano all’appello. Insomma, riconoscere le carenze e non agire concretamene per arginarle può essere un errore ancora più grave».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«La speranza è che l’iniziativa del Miur non si riveli nuovamente fumo negli occhi, dal momento che l’aumento di posti negli atenei rappresenta comunque un numero indicativo che potrebbe subire una flessione in base alle indicazioni della Conferenza delle Regioni e, talvolta, in base agli umori degli svariati Atenei.
E’ innegabile che il primo passo è stato compiuto ma non vorremmo che si trattasse dell’ennesimo pericoloso passo del gambero.
Del resto, lo indica chiaramente la FNOPI, i posti stimati per gli infermieri nelle università salgono adesso a 17.133, oltre mille in più rispetto allo scorso anno, ma il fabbisogno di circa 23.500 unità da loro indicato, assieme alle Regioni, che noi peraltro riteniamo lontano dalle reali esigenze attesa la grave carenza corrente, resta palesemente insufficiente. I cittadini hanno bisogno dei professionisti infermieri ed è compito della politica ai vari livelli, di rispondere adeguatamente a questa fondamentale esigenza».