SENNORI. C’è bisogno di riscoprire negli altri un senso di fiducia dopo un anno di limitazioni nel contatto sociale. E questo anche nell’arte e in particolare nella danza: «In “Alone in the multitude” arrivi lì e ti ritrovi con una persona che non conosci. C’è un rapporto immediato con un estraneo, un artista, in una stanza vuota. E quindi il tentativo del performer di entrare in connessione, all’inizio destabilizzante. Poi prevale la fiducia. L’esperienza è questa: fidarsi».
Con queste parole le spettatrici e gli spettatori hanno commentato il coinvolgimento nello spettacolo presentato mercoledì sera a Sennori da Salvo Lombardo per l’ultimo appuntamento del festival della danza “Corpi in Movimento”. La rappresentazione si è ripetuta in loop in Casa Sisini, volta dopo volta a tu per tu con un nuovo interprete, per una durata totale di ben tre ore, nel pieno rispetto delle normative anti-covid.
Il coreografo della compagnia Chiasma ha proposto un evento coreutico sperimentale, suscitando curiosità e stupore e superando di gran lunga le aspettative di chi ben conosce lo spirito dei lavori di questo straordinario artista performativo di origini siciliane. Pulsazioni sonore techno beat con innesti synth pop, i movimenti e lo sguardo del performer che invitano a seguirlo, cuffie alle orecchie e infine cartelloni con frasi profondamente introspettive.
In cinque minuti un intreccio multimediale ha offerto infiniti piani di lettura che si intersecano, si avvicendano o accadono simultaneamente, così che ognuno possa trovare il proprio spazio all’interno di questo disegno basato sulla singolarità della relazione nel rapporto one to one.
Non è la prima volta che si tenta di porre lo spettatore sul piano dell’artista. Lo spettatore che in questo caso diventa anch’esso parte integrante della dimensione coreografica, e quindi esso stesso performer, in un ambiente in cui due soggettività vivono un momento irripetibile, unici presenti nel duplice ruolo di artisti e di pubblico.
Il festival organizzato da Danzeventi conclude così una XVIII edizione ricchissima di proposte dal forte impatto emozionale, che attraverso il vettore mediatico della danza hanno dato spazio a messaggi di rilievo sociale, come nel caso dell’“Omos” di Riccardo Olivier, oppure a punti di vista inconsueti come quello dell’artista, nel caso di “Non tutti sanno che…” della Res Extensa, o ancora, ha permesso di incontrare affinità con le vette sublimi della danza del Novecento nei Balletti Russi proposti da Daniele Cipriani.
«Siamo davvero contenti di ciò che ha portato questo mese di eventi alla nostra comunità – ha affermato l’assessora alla Cultura, Elena Cornalis – sia da un punto di vista esperienziale per la bellezza degli eventi, sia dal punto di vista del ritorno per il nostro territorio in termini di promozione, e in particolare per il contesto dell’Ex cava di tufo, ma anche per il Centro culturale e la Casa Sisini. Un ringraziamento a Danzeventi quindi e a tutte le compagnie che hanno fatto di Sennori un palcoscenico della grande danza».
La manifestazione è sostenuta dal Mic, dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Fondazione di Sardegna, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Sennori e della Comes, della cooperativa Piccoli Passi e del Baretto di Porto Fedurata brev replicata in loop, creare un momento occasione ambiente in cui impostare una connessione profonda, diretta senza mediazioni di una cornice teatrale, senza le mediazioni di una serie di macchinerie e di artifici. Punta invece a vivere un tempo insieme con lo spettatore, seppur breve ma che cerchi di andare in profondità Nasce prima della pandemia. In effetti fa anche riflettere sull’allontanamento sociale del covid di questi anni. Si crea man mano un rapporto per cui fai una cosa individualmente ascoltando le cuffie, dall’altro la
Un’esperienza emozionante, si è soli con uno sconosciuto. Una cosa inaspettata. Arrivi lì e ti ritrovi con questa persona che non conosci. Emozioni molto forti, essendo una persona molto timida ritrovarmi con una persona che non conosco. In effetti fa anche riflettere sull’allontanamento sociale del covid di questi anni.
Si crea man mano un rapporto per cui fai una cosa individualmente ascoltando le cuffie, dall’altro la relazione con la persona. Non mi aspettavo niente di tutto ciò, è stato molto bello vedere cosa scaturisce nel momento in cui interagisci in una situazione fuori dal comune. Emozionale e fisico, molto profonda. Rispetto a uno spettacolo questa è una performance, quindi tu sei coinvolto.
Molto bella nel senso che è profonda molto intensa, molto breve ma molto profonda, il rapporto immediato con un estraneo in una stanza vuota, subito il tentativo dell’artista di entrare in connessione, all’inizio destabilizzante, poi prevale la fiducia, l’esperienza è stata questa, di fidarsi. Bella esperienza. Un contesto psicologico. L’inquietudine lascia spazio alla fiducia.
Lombardo: Alone è una performance one to one, relazione diretta tra artista e spettatore, durata brev replicata in loop, creare un momento occasione ambiente in cui impostare una connessione profonda, diretta senza mediazioni di una cornice teatrale, senza le mediazioni di una serie di macchinerie e di artifici. Punta invece a vivere un tempo insieme con lo spettatore, seppur breve ma che cerchi di andare in profondità Nasce prima della pandemia.
Ho dovuto sviluppare il lavoro e rimodularlo durante la pandemia e ho scoperto che pur nascendo prima ha mantenuto per me il suo centro la sua messa a fuoco seppure gli aventi dell’ultimo anno e mezzo o due mi hanno indicato dell direzioni per modificare la relazione anche alla luce delle normative, e per alcuni aspetti assume delle sfaccettature delle caratteristiche delle possibilità di senso delle leggibilità che stanno cambiando e mutano di fronte a questo imprevedibile presente.
Credo che questa performance proponga un’esperienza che evidentemente è singolare, perché semplicemente si basa sulla singolarità della relazione sull’individualità del rapporto uno a uno. Questa caratteristica segna il passo di quella che è poi la ricezione del lavoro stesso che cambia e può cambiare radicalmente in termini percettivi da una persona all’altra, sia proprio per virtù della connessione che si genera che è unica in qualche modo ogni volta e anche per forse una serie di caratteristiche del lavoro, caratteristiche di scrittura di composizione, perché è una performance che pone diversi media nell’arco di pochi minuti, e quindi questa multimedialità dà diverse possibilità di lettura, di diversi piani di lettura che si intersecano si avvicendano o accadono simultaneamente. Quindi immagino che gli spettatrici possano trovare il loro spazio individuale, la loro collocazione all’interno di questo disegno che ha una sua porosità.
Assessora Elena Cornalis: “è l’ultima serata del festival Corpi in movimento, siamo super contenti di ciò che ha portato questo mese sia come esperienziale per tutti gli spettacoli, ma anche per come il territorio è uscito con l’ex cava di tufo, anche con il centro culturale e l’ex cava di tufo, un ringraziamento a Danzeventi e a tutte le compagnie che hanno fatto di Sennori un mese di grande danza.