Domenica 11 luglio è stata pubblicata sullo storico e autorevole quotidiano La Stampa una intera pagina dedicata alla vicenda di Punta Giglio a firma di Mario Tozzi. Non è la prima volta che la stampa nazionale si occupa del caso: ricordiamo l’articolo di Costantino Cossu pubblicato da Il manifesto in data 01.04.2021. L’articolo di Mario Tozzi, geologo del CNR e professionista dell’informazione scientifica di fama acclarata, oltre che profondo conoscitore della Sardegna, si presenta completo di tutte le informazioni e ben documentato. Il suo giudizio non entra nel merito del complesso iter autorizzativo (che questo comitato ha faticosamente ricostruito e sottoposto all’autorità giudiziaria con un esposto, per i suoi aspetti dubbi e controversi), ma si basa su una domanda generale: come è possibile che in un’area SIC e ZPS sia stato autorizzato un progetto del genere? Progetto che viene correttamente descritto sia con riferimento al bando “Cammini e Percorsi”, sia nelle sue caratteristiche sostanziali: ristorante di 80 coperti, piscina e posti letto ricavati attraverso il ‘restauro’ e la ‘rifunzionalizzazione’ di edifici militari della seconda guerra mondiale. Che cosa ci fa un progetto del genere sulla falesia a picco sul mare, in un’area protetta? E quale impatto avrà sull’ecosistema e sulle specie protette? È lecito porsi questa domanda o dobbiamo mettere il bavaglio ad ogni voce di dissenso?
La reazione dei concessionari proponenti e attuatori del progetto non si è fatta attendere, affidata, come altre volte, ad una nota dei loro legali, con accuse su informazioni scorrette e non veritiere. Se l’articolo è carente in qualcosa, è soltanto nella mancanza degli aggiornamenti all’ultimo mese, quando è stato realizzato uno scavo per una condotta idrico-fognaria interrata, della lunghezza di 3,7km, utilizzando per lo scavo diversi caterpillar che hanno sconquassato (forse irrimediabilmente) l’intero percorso, trasformando Punta Giglio in un luogo di cava di tonnellate e tonnellate di pietrame calcareo, alterando la sua morfologia. Quindi il quadro è anche più grave di quello descritto nell’articolo in questione.
Come già accaduto in più occasioni, al dissenso verso questa sciagurata intrapresa, la società del Quinto Elemento reagisce con la minaccia di denunce per diffamazione verso vari membri del comitato e organi di stampa. Noi stiamo difendendo un bene pubblico, protetto da una serie di norme ben precise, che la collettività aveva saputo preservare e ora, di fatto, se lo vede sottrarre e trasformare. Per questo il comitato, costituitosi a marzo ha lanciato una raccolta firme online che ha superato le 5000 adesioni e raccolta firme cartacee con circa 3500 firme che saranno consegnate nei prossimi giorni a tutte le istituzioni interessate.
Esprimiamo totale solidarietà all’autore dell’articolo e al direttore de La Stampa che hanno dato prova di un giornalismo libero e capace di informare correttamente, in un momento in cui il paesaggio naturale assume importanza fondamentale per il benessere delle comunità.
Siamo a disposizione per fornire ulteriore documentazione a supporto di quanto pubblicato e anche noi invitiamo Mario Tozzi per un sopralluogo a Punta Giglio. Si allegano altri articoli, testo della raccolta firme e foto dei lavori in corso. Comitato Punta Giglio Libera.